Zenari: il dramma della Siria è dimenticato, ma la gente continua a soffrire

Vatican News

Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

“La prima cosa che mi chiedono è un aiuto per emigrare”. È con dolore che il nunzio apostolico in Siria, il cardinale Mario Zenari, racconta il desiderio che soprattutto giovani siriani manifestano quando lo incontrano. “Non vedono futuro”, spiega il porporato evocando un’immagine tristemente indicativa della situazione nel Paese in questo momento: “al buio, al freddo e in fila davanti ai panifici che vendono il pane a prezzi calmierati dallo Stato”. Le condizioni sono al limite della sussistenza per gran parte della popolazione.

Le persone si indebitano per emigrare

“È la più grave catastrofe umanitaria dopo la fine della seconda Guerra mondiale”, afferma il nunzio che nota come ancora una volta il tema sia stato posto in apertura della

27/12/2021

Aleppo, la mobilitazione cristiana per i più poveri

Il progetto “Ospedali aperti”

Nel frattempo è instancabile l’azione caritativa condotta dai pochissimi cristiani rimasti nel Paese. Uno dei progetti attivi riguarda il settore sanitario ormai quasi completamente inesistente. Si chiama ‘ospedali aperti’ e consiste nel fornire assistenza ai poveri in tre strutture cattoliche, due a Damasco e una ad Aleppo. “In quattro anni sono stati curati gratuitamente sessantamila malati di qualunque appartenenza entica o religiosa”. Un progetto che persegue anche la ricostruzione sociale. “Molte famiglie musulmane – racconta Zenari – sono sorprese dalla generosità dei cristiani. Ed è così che cerchiamo di favorire il dialogo e la convivenza tra religioni che è molto importante”.