Viganò: economia sostenibile è quella del bene comune non del profitto subito

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Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Come la comunità internazionale affronterà la crisi energetica in corso, impatterà anche sulla risoluzione dei conflitti presenti nelle diverse aree del pianeta. Questo il pensiero del vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, monsignor Dario Edoardo Viganò, intervenuto sul tema “Dare una nuova anima all’economia” al Forum Sostenibilità del Sole 24 Ore dedicato al futuro delle imprese tra innovazione e sostenibilità. Le decisioni politiche, la responsabilità sociale del mondo imprenditoriale e i criteri di investimento che guidano i sistemi economici,  ha detto, “devono avere come obiettivo primario il perseguimento del bene comune nel lungo termine.

Esaurimento risorse e guerre

“È prevedibile che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre e che queste vengano usate come strumento di ricatto”. Secondo Viganò la grande sfida del nostro tempo è, alla luce di “un’etica della reciprocità”, quella di “garantire l’enorme quantità di energia necessaria per tutti in chiave sostenibile, sfruttando le risorse a disposizione ed evitando di  produrre squilibri ambientali”. L’obiettivo “sostenibilità”, che l’Onu propone di sviluppare entro il 2030 nell’interesse delle generazioni presenti e future, è ”raggiungibile armonizzando tre elementi: crescita economica, inclusione sociale e tutela dell’ambiente”.  

Dignità dell’uomo al centro

Guardando all’inadeguatezza del sistema economico attuale di fronte alla fragilità dell’ambiente socioculturale e all’emergenza climatica in atto il vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali cita Papa Francesco. Prima l’enciclica Fratelli tutti quando esorta a “progredire verso un ordine sociale e politico la cui anima deve essere la carità”, con l’appello a “rimettere la dignità dell’uomo al centro dei sistemi economici”. Poi l’enciclica Laudato si’ con il richiamo del Vescovo di Roma ad una “transizione energetica che tuteli il bene comune, che sia pulita e possa scongiurare i cambiamenti climatici”.

La crisi come opportunità

Le difficoltà derivanti prima dal dramma della pandemia e oggi dagli effetti della guerra in Ucraina hanno aperto “nuove opportunità per trasformare il tempo di prova in tempo di scelta”. “Da una crisi – prosegue – non esce mai uguali”. “La finanza, nella sua declinazione più sostenibile, può essere lo strumento per riconsiderare la crisi come opportunità.”

Una finanza al servizio degli ultimi

“Se infatti quella prodotta finora è stata una cultura economica vuota, protesa all’immediato e non ad un progetto comune, oggi l’imperativo morale è ripensare l’economia in chiave sostenibile: “un sistema economico orientato al bene comune che mette al centro sia l’uomo che l’ambiente, che si prende cura del creato anziché depredarlo, un’economia dove si riconosce che il lavoro è dignitoso e sicuro per tutti, e un’economia dove la finanza è amica e alleata dell’economia reale”. “Non bisogna dimenticare – puntualizza ancora il vice cancelliere – che quest’ultima è al servizio dell’essere umano, non solo di pochi, ma di noi tutti, specialmente degli ultimi.

Il Forum Sostenibilità

Il Forum Sostenibilità organizzato dal Gruppo 24 Ore presso il Centro Congressi Augustinianum di Roma e aperto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dopo la relazione di monsignor Viganò ha visto intervenire numerosi esperti su vari argomenti: dallo sviluppo sostenibile delle aree industriali al ripensamento della logistica in un’ottica green; dalla trasformazione sostenibile in rapporto al valore chiave del capitale umano alla finanza sostenibile. Ad introdurre quest’ultimo tema, con un focus sull’economia sociale di mercato, il presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, monsignor Nunzio Galantino.