Chiesa Cattolica – Italiana

Venezia, il Bresson alla Rohrwacher. Ruffini: il segreto del suo sguardo puro

Alessandro Di Bussolo – Lido di Venezia

“Premiamo Alice Rohrwacher per la straordinaria e dolce potenza dei suoi film, per la sua attenzione al mistero e al senso della vita e della morte, per la sua capacità di regalarci un modo diverso, inquieto ma non arreso, di vedere le persone e le cose; di stupirsi e di stupire. Perché lo stupore, ripete spesso Papa Francesco, ‘è una virtù umana che al mercato non si trova più’ ”. Così Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, spiega, in una cerimonia nello Spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo alla Mostra del Cinema di Venezia, il significato dell’assegnazione del prestigioso Premio “Robert Bresson”, edizione 2021, alla regista Alice Rohrwacher. 

Milani: non cerchiamo un cinema confessionale, ma autentico

Un premio, arrivato alla 22.ma edizione, che è assegnato dalla Feds, organismo della Conferenza Episcopale Italiana, ricorda il presidente della Fondazione monsignor Davide Milani, “al regista che abbia dato una testimonianza, significativa per sincerità e intensità, del difficile cammino alla ricerca del significato spirituale della nostra vita” ed ha il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede. “Non cerchiamo un cinema confessionale – spiega il presidente della Feds su palco della Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia – ma un cinema autentico, e con il Premio Bresson recitiamo il nostro ‘credo’ cinematografico”.

“Film che lamentano la fine dell’antico, senza epitaffi”

Quindi monsignor Milani legge la motivazione del premio alla quarantenne regista nata nella toscana Fiesole e che ha vissuto in campagna i primi anni della sua vita. I film di Alice “rielaborano in modo locale tensioni globali, preservano il mistero dalla pornografia del contemporaneo, lamentano la perdita dell’antico senza farne un epitaffio”. Come, aggiunge monsignor Milani, “è molto chiara l’impostazione della sua cinematografia, il suo desiderio di andare oltre quello che vediamo e tocchiamo, dal primo film ‘Corpo celeste’ fino a ‘Omelia contadina’, dove incarna quasi il magistero di Papa Francesco nella Laudato si’”.

Ruffini: la sua capacità di leggere i segni dei tempi

Quindi la consegna del premio, una scultura realizzata e donata da Lucio Minigrilli, da parte di Paolo Ruffini, che nel suo discorso ricorda le parole della regista, che così si descrive in un’intervista: “Subisco molto il fascino dello spazio, la voglia di respirare i luoghi che determinano una storia”. “Ora è vero, come recita la motivazione del Premio – spiega il prefetto vaticano – che quello dei suoi film è uno spazio che non c’è più. Ma forse c’è ancora se solo sapessimo vederlo. ‘Ci avete seppellito, ma non sapevate che eravamo semi’, avverte l’omelia contadina del suo ultimo cortometraggio. Regalandoci una speranza che non è fondata su un ottimismo di maniera, ma sulla capacità di leggere i segni dei tempi e di chiamare a una azione di semina”.

“Il segreto di Alice è uno sguardo puro che vede l’essenziale”

“A me pare -conclude Ruffini – che il suo sguardo sia il segreto di Alice Rohrwacher: la capacità di guardare con verità, in profondità, di ‘guardare con innocenza’, lo sguardo puro che vede l’essenziale oltre l’apparenza; I film di Alice Rohrwacher appaiono in questo in straordinaria sintonia con quanto ha scritto Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato sì sulla necessità di una ecologia integrale dell’uomo, della storia e della terra; che soffre a causa dell’uso irresponsabile, dell’abuso, del saccheggio dei suoi beni”.

Rohrwacher: il mio “credo naturale”, cresciuto in campagna

Dopo aver ricevuto il Premio Bresson, Alice Rohrwacher, sorella dell’attrice Alba, presente in sala, che ha quasi due anni più di lei, esprime tutta l’emozione di chi nel riconoscimento ricevuto vede “l’attenzione dell’altro che da’ un senso a quello che facciamo, anche nel suo percorso meno visibile”. Ricorda di essere cresciuta “nell’ignoranza della fede ‘istituzionale’, ma con un ‘credo naturale’, perché chi vive in campagna non può non credere nella resurrezione, quando vende ogni anno il miracolo della primavera ripetersi”. “Il mio primo film – sottolinea ancora la regista – conteneva una critica alla Chiesa come istituzione, ma era anche una richiesta di dialogo”.

Lo Spazio Feds all’Excelsior, luogo di dialogo e incontro

Nello spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo, dal 1 all’11 settembre, in concomitanza con la Mostra del Cinema, si è parlato e si parlerà di film, corti e documentari, ma anche di educazione all’immagine, di giornalismo e impegno sociale, di pensiero politico e religioso. Un “agorà” che la Feds mette a disposizione per il dialogo e l’incontro, come ogni anno, tra gli addetti ai lavori e il pubblico degli appassionati.

 “La Rivista del Cinematografo” e i film di Venezia

La Fondazione Ente dello Spettacolo, inoltre, sta accompagnando e accompagnerà gli spettatori, ricorda monsignor Milani “con la valorizzazione della grande quantità di film presenti a Venezia attraverso i nostri critici che li racconteranno su tutti i nostri canali, a partire dalla Rivista del cinematografo (www.cinematografo.it). Film che diventano patrimonio – aggiunge il presidente della Feds –. Li accompagneremo, li sosterremo nelle nostre sale e nei nostri festival, diverranno oggetto di cineforum”.

Pubblico nello Spazio Feds

Quello che è successo in queste prime giornate

Oltre alla mostra “Nuovo Cinema Morricone”, che dopo il Lecco Film Festival è allestita a Venezia per tutta la durata della Mostra, sempre all’Hotel Excelsior, il programma dello Spazio Feds si è aperto il 2 settembre con il panel “Per un’Europa libera e unita. La cultura transnazionale per il futuro dei giovani europei”. Particolare attenzione al tema delle donne nella serie di incontri “About women” condotti dalla giornalista Tiziana Ferrario, iniziati il 3 settembre con l’incontro con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che ha spiegato il ruolo dell’Unione europea nella difesa dei diritti delle donneAl pomeriggio si è parlato di “Umanità al confine: come gestire e raccontare le migrazioni”, con gli interventi, fra gli altri, di Pietro Bartolo, europarlamentare e medico di Lampedusa, e Nello Scavo, giornalista di “Avvenire”. Lo stesso giorno il Premio Carlo Lizzani dell’Anac ha dato un riconoscimento speciale per la riapertura del cinema Nuovo Aquilone di Lecco.

Il programma dello Spazio Feds nei prossimi giorni

Domani, 6 settembre verrà lanciata la seconda edizione del concorso Opera Prima, percorso di formazione dell’Istituto Toniolo per invitare i ragazzi delle scuole superiori a scrivere film e serie tv. E si parlerà di GenerazioneCinema, progetto del Dipartimento scienze della comunicazione dell’Università Cattolica, nato in collaborazione con Acec ed Ente dello spettacolo, per un cinema come occasione di crescita e formazione per i giovani. Il 7 settembre, a partire dalla ricerca realizzata da Ce.R.T.A Università Cattolica e da Cattolica Per Il Turismo, è prevista una tavola rotonda sul virtuoso incrocio fra cinema, audiovisivi e turismo e il ruolo delle Film Commission introdotta dai saluti di Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica. Seguirà l’incontro “Formare all’audiovisivo. Le sfide di un’industria che cambia” cui interverranno, fra gli altri, Armando Fumagalli, direttore del master International Screenwriting and Production dell’Università Cattolica e Massimo Scaglioni, direttore del master Fare TV.

Anche proiezioni di docufilm su carcere e volontariato internazionale

Il 9 settembre lo Spazio Feds ospiterà l’anteprima di “Exit”, il docufilm diretto da Stefano Sgarella che racconta le realtà del reparto “La Nave di San Vittore” e del Refettorio Ambrosiano di Milano. Partecipano Marta Cartabia, ministro della Giustizia (in collegamento), Gherardo Colombo, ex magistrato, fondatore dell’Associazione Sulleregole, Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana. Nel pomeriggio la presentazione del documentario “Un mondo giusto” del regista Manuele Mandolesi, realizzato in occasione dei 50 anni dell’associazione non governativa di Lecco “Mondo Giusto” e a 26 anni dall’attentato nel quale persero la vita quattro volontari e due figli piccoli di uno di loro nel parco naturale di Virunga (ex Zaire). Il docufilm è prodotto da Fondazione Ente dello Spettacolo.

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