Vaccini e disabilità, l’allarme dell’Istituto Seraphicum

Vatican News

Isabella Piro – Città del Vaticano 

Le persone con disabilità sono state “totalmente dimenticate” dal Piano nazionale di vaccinazione anti-Covid: è la denuncia che arriva da Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, che lancia anche un forte appello alle Regioni italiane affinché adottino con urgenza “interventi correttivi” in questo ambito. L’assenza dal Programma di vaccinazione dei disabili e dei caregivers, così come delle residenze e delle strutture sanitarie loro dedicate, è “un’assenza allarmante, soprattutto in questa fase in cui la disponibilità dei vaccini è limitata – spiega la Di Maolo – È necessario che le Regioni intervengano rapidamente per colmare questa grande lacuna”. Nei Centri per disabili di tutta Italia, prosegue la presidente del Serafico, “molte giovani vite si sono spezzate a causa del Covid”. Di qui, l’appello a vaccinare con priorità per lo meno il personale sanitario impiegato in tali strutture, perché ciò rappresenterebbe “una garanzia per le persone con disabilità gravi ricoverate”. Ciò è tanto più vero per il Serafico dove “sono ricoverati bambini e ragazzi anche al di sotto dei 16 anni che non potranno essere vaccinati per la loro giovane età, ma che non per questo devono essere giudicati esenti da rischi a causa delle loro gravi patologie”.

“Le persone con disabilità – continua la Di Maolo – rappresentano una delle categorie fragili più a rischio nello scenario epidemiologico attuale, perché a causa della loro condizione clinica e fisica hanno maggiori probabilità di contrarre il virus e di subirne complicanze gravi”. Al Serafico, purtroppo, il Covid-19 è arrivato, mietendo una vittima, un uomo di 30 anni; ora “c’è disperatamente bisogno dell’arma del vaccino per mettere in sicurezza i più fragili”, dichiara la presidente. Non solo: a causa delle misure sanitarie restrittive, che il Serafico segue scrupolosamente da marzo 2020, alcuni pazienti stanno avendo “gravi conseguenze psicologiche, con un aumento di comportamenti disadattivi”. Queste vite, quindi, “non possono e non devono più continuare a rimanere invisibili”, conclude la Di Maolo.  

Un Istituto di servizio e cura

Fondato nel 1871, l’Istituto del Serafico di Assisi è convenzionato con il Servizio sanitario nazionale e si dedica alla riabilitazione e alla ricerca medico-scientifica per i ragazzi con disabilità plurime. La struttura accoglie e cura ogni giorno 166 pazienti, provenienti da tutto il territorio italiano, per un totale di 16.157 trattamenti riabilitativi e 17.297 trattamenti all’anno. Inoltre, sono disponibili 84 posti letto in regime residenziale e 30 in regime semi-residenziale, oltre ad un servizio ambulatoriale e di valutazione diagnostica-funzionale. Oltre 200 le persone in servizio, tra dipendenti e volontari. L’Istituto è stato visitato da Papa Francesco il 4 ottobre 2013: in quell’occasione, parlando a braccio, il Pontefice ha sottolineato che “Gesù è nascosto in questi ragazzi, in questi bambini, in queste persone. Hanno bisogno di essere ascoltate!”. Di qui l’invito alla speranza perché “Gesù è presente” in coloro che soffrono.