Usa, vescovi: status protetto per vittime degli uragani

Vatican News

Isabella Piro – Città del Vaticano 

L’amministrazione Biden fornisca una designazione, per 18 mesi, di Status temporaneo protetto (Tps) ai cittadini stranieri di El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua, devastati dagli uragani Eta e Iota a novembre 2020: lo chiede la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb), in una nota a firma dei monsignori Mario Dorsonville e David J. Malloy di Rockford, presidenti rispettivamente della Commissione per le migrazioni e del Comitato giustizia e pace, ai quali si aggiunge Sean Callahan, presidente dei Catholic Relief Services. Secondo la legge statunitense, il Tps è una tutela temporanea e rinnovabile dell’immigrazione che permette agli individui di rimanere e lavorare legalmente nel Paese durante un periodo in cui si ritiene che non sia sicuro, per loro, tornare nella loro nazione d’origine a causa di determinate condizioni, incluso il disastro ambientale.

“I recenti uragani Eta e Iota – si legge nella nota episcopale – hanno devastato le comunità dell’America Centrale. Oltre a fornire l’assistenza necessaria alle popolazioni in difficoltà, gli Stati Uniti hanno la responsabilità morale di offrire ai cittadini stranieri di questi Paesi, attualmente presenti negli Usa, una protezione umanitaria temporanea”. Nicaragua, El Salvador, Honduras e Guatemala, ribadiscono i presuli, “stanno affrontando le conseguenze di un disastro ambientale”. Pertanto, l’amministrazione viene “sollecitata fortemente” a designare il Tps per tali Paesi “per un periodo di 18 mesi”. “Le condizioni attuali – infatti – impediscono ai cittadini stranieri di tornare a casa in sicurezza e la gestione del loro ritorno non farebbe che aumentare le sfide già esistenti”, per di più in un contesto “aggravato dalla pandemia da Covid-19” che “mette maggiormente a dura prova le risorse limitate sul campo e crea ulteriori complicazioni”.

Richiamando “i valori, le leggi e gli ideali” che stanno “a cuore agli americani”, nonché l’impegno come cristiani, i vescovi, insieme “alle persone di fede in tutti gli Stati Uniti”, pregano “per una rapida ripresa da queste tempeste devastanti e una risposta umana per coloro che ne sono colpiti”. Scatenatisi in poco meno di due settimane, gli uragani Eta e Iota hanno colpito i Paesi dell’America Centrale rispettivamente il 3 e il 16 novembre, lasciando una scia di morte e distruzione. Il bilancio delle vittime conta oltre 200 defunti, innumerevoli dispersi e danni strutturali per milioni di dollari. In diverse occasioni, Papa Francesco ha lanciato appelli alla preghiera e alla solidarietà, in particolare agli Angelus dell’8 e del 29 novembre.