Usa-Ue: sanzioni a chi fornisce armi alla Russia per la guerra in Ucraina

Vatican News

Ancora lontana la possibilità di avviare iniziative diplomatiche per risolvere la crisi tra Russia e Ucraina. Anzi le posizioni sembrano allontanarsi dopo l’incontro Usa – Unione Europea in cui si è parlato di possibili sanzioni alla Cina, se Pechino dovesse fornire armi a Mosca. Intanto i danni della guerra si fanno sempre più gravi e non solo a livello di perdita di vite umane

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

L’incontro alla Casa Bianca tra il primo cittadino americano Biden e la presidente della Commissione Europea Von der Leyen non dà adito a dubbi. La Russia, che sta aumentando la pressione in Ucraina orientale con bombardamenti diffusi, anche sulla capitale Kyiv, va isolata, soprattutto militarmente. “Abbiamo già sanzionato Paesi terzi, come l’Iran, che hanno aggirato le nostre sanzioni”, ha detto la leader europea ai giornalisti che le chiedevano commenti sugli avvertimenti dell’intelligence degli Stati Uniti a proposito di possibili aiuti militari cinesi alla Russia.

Gravissimi danni all’ambiente

Intanto, dopo un anno di guerra, alla perdita di vite umane – solo tra i civili oltre 7 mila morti e quasi 12 mila feriti – si registrano gravissimi danni all’ambiente stimabili in almeno 50 miliardi di euro. Il dato è fornito da Ukrinform. “La Russia ci ripagherà di ogni albero distrutto, dicono fonti di governo a Kiev. Un anno di guerra sta causando il gravissimo inquinamento del suolo e dell’atmosfera, le foreste bruciate e gli edifici distrutti. La Russia sta provocando una crisi climatica, nucleare e umanitaria”.

Preoccupazione per Zaporizhzhia

Tra l’altro ogni giorno si continuano a registrare nuovi danni e distruzioni. Particolarmente preoccupante la situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhya. Tutta la zona dell’impianto è ad alto rischio, affermano le autorità locali ucraine, che chiedono un intervento e un controllo più deciso e costante da parte dell’Aiea, l’Agenzia dell’Onu per l’energia atomica. Se dovessero esserci danni alla centrale a causa di nuovi bombardamenti, si causerebbe, sull’esempio di quanto successe a Chernobyl, un disastro da radiazioni localmente e nel nord Europa.