Usa e Russia confermano il New Start sulle armi nucleari

Vatican News

Fausta Speranza – Città del Vaticano

C’è l’impegno a confermare fino al 2026 il New Strategic Arms Reduction Treaty (New START) sugli arsenali nucleari, che è stato siglato nel 2010 e scadrebbe il 5 febbraio 2021. E’ stato il presidente statunitense Joe Biden a proporlo all’omologo russo Vladimir Putin, nella prima telefonata tra i due leader dal cambio di amministrazione a Washington. Putin ha fatto sapere di aver presentato alla Duma di Stato un disegno di legge sulla proroga di cinque anni e dunque fino a febbraio 2026. In una nota esplicativa allegata e pubblicata sul sito della Duma si legge che “il 26 gennaio 2021 Russia e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo sull’estensione del trattato”. Della telefonata di Biden il Cremlino riferisce sottolineando che Putin si è detto favorevole a una “normalizzazione” delle relazioni con gli Stati Uniti.

I limiti previsti  

L’accordo New Start prevede una serie di limiti agli armamenti nucleari per entrambe le parti, sintetizzabili in una riduzione a massimo 1.550 testate atomiche strategiche, solo la metà delle quali da mantenere pronte all’uso (limite di 700 vettori nucleari tra missili balistici intercontinentali (ICBM), sottomarini nucleari lanciamissili (SLBM) e bombardieri pesanti contemporaneamente operativi). Il New Start è l’ultimo trattato sulla riduzione delle armi nucleari firmato da Stati Uniti e Russia ancora in vigore dopo l’uscita statunitense decisa da Trump nel 2019 dall’intesa Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (Inf). Si parla del trattato che era stato siglato a Washington l’8 dicembre 1987 da Ronald Reagan e Michail Gorbačëv, a seguito del vertice di Reykjavík dell’11 ottobre 1986 tenutosi tra i due capi di Stato di USA e URSS.

Per capire il significato della decisione abbiamo parlato con il professore emerito di Diritto internazionale alla Luiss, Natalino Ronzitti

Ascolta l’intervista con Natalino Ronzitti

Il professor Ronzitti sottolinea l’importanza di non aver fatto decadere un trattato significativo sul piano bilaterale. Poi spiega che c’è anche l’altro Trattato INF da rinegoziare, ricordando che in quel caso Trump aveva ritirato Washington dall’intesa accusando la Russia di violazioni con l’acquisto di missili. Sul piano multilaterale, dunque, al di là dei rapporti tra Stati Uniti e Russia solamente, Ronzitti ricorda che è stato raggiunto il Trattato di Non Proliferazione (Tnp) ma spiega anche che ancora non è stato ratificato proprio da quei Paesi che sono detentori di armi nucleari o che si sospetta le abbiano. Dunque, nonostante il Trattato raggiunto sotto il cappello dell’Onu, c’è ancora molto da fare a livello internazionale per arrivare ad una reale messa al bando delle armi nucleari. E sottolinea infine che bisogna tener conto dell’evoluzione dei contesti e dei Paesi, Paesi che, infatti, qualche anno fa non sarebbero stati in grado di dotarsi di armamenti nucleari possono esserlo invece oggi o nell’immediato futuro.