Urbańczyk all’Osce: la guerra, fallimento del diritto internazionale

Vatican News

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

“Che cosa possiamo fare noi, come membri della comunità internazionale, per ridurre il rischio di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario durante un conflitto armato?”. Questa la domanda che monsignor Janusz Urbańczyk, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Osce, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ha posto a conclusione del convegno a Vienna su “La cooperazione internazionale per affrontare le violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani”. La guerra, afferma Urbańczyk, è, di per sé, una rottura dell’ordine giuridico internazionale e rappresenta un “profondo fallimento dello stato di diritto internazionale”.

La pace si basa sul rispetto dei diritti

Dall’Atto finale di Helsinki, nel 1975, ricorda il rappresentante della Santa Sede, i diritti umani universali e le libertà fondamentali sono stati riconosciuti come “un fattore essenziale per la pace, la giustizia e il benessere necessari per assicurare lo sviluppo di relazioni amichevoli e la cooperazione tra di loro come tra tutti gli Stati”. Pertanto, ogni violazione dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali rappresenta una minaccia alla pace. Urbańczyk ricorda poi le parole di Papa Francesco, fin dall’inizio dell’inaccettabile aggressione armata contro l’Ucraina. Il Pontefice ha richiamato l’attenzione sulle continue violazioni dei diritti umani fondamentali, insistendo “affinché il diritto internazionale sia nuovamente rispettato!”  “Il sangue e le lacrime dei bambini, la sofferenza delle donne e degli uomini che difendono la loro terra o fuggono dalle bombe scuotono la nostra coscienza. Ancora una volta l’umanità è minacciata da un perverso abuso di potere e di interessi di parte, che sta condannando persone indifese a subire ogni forma di violenza brutale.” 

Violazioni che interrogano la nostra coscienza

La Santa Sede è sempre stata convinta, ha concluso l’osservatore permanente, che la sicurezza e la pace sono “modellate dagli sforzi diretti giorno dopo giorno verso l’instaurazione dell’universo ordinato voluto da Dio, con una più perfetta giustizia tra gli uomini”. Quell’ordine e quella giustizia non si basano sulla forza della potenza militare, ma sul sincero rispetto della difesa e della promozione dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali, le cui violazioni non possono mai smettere di turbare la nostra coscienza.