Università e istituzioni pontificie romane: formarsi insieme per evangelizzare

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Quasi 16 mila studenti da più di 120 Paesi dei cinque continenti, divisi in 22 atenei e facoltà in tutta Roma, con più di duemila docenti che rappresentano l’universalità della Chiesa. Sono i numeri delle Università e istituzioni pontificie romane, contenuti nel Rapporto 2022, presentato questa mattina a Palazzo Pio. Sabato 25 febbraio studenti e docenti incontrano Papa Francesco in Aula Paolo VI

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

A cinque anni dalla promulgazione della nuova costituzione apostolica sulle università e facoltà ecclesiastiche, la Veritatis gaudium, nella quale Papa Francesco chiama quelle realtà variegate a misurarsi con il medesimo impegno evangelizzatore con sfide ed esigenze nuove, il Pontefice incontra in Aula Paolo VI, sabato 25 febbraio, le comunità accademiche delle 22 università e istituzioni pontificie a Roma. L’iniziativa è della Conferenza dei rettori (Cruipro) che per l’occasione ha realizzato un Rapporto sulla realtà attuale di questi organismi, che ogni anno accolgono quasi 16 mila studenti, da più di 120 Paesi.

Sette università, 2 atenei, 9 istituzioni e 4 facoltà

Il documento, presentato il 23 febbraio nella Sala Marconi del Dicastero per le Comunicazioni della Santa Sede, raccoglie i principali dati riguardanti gli atenei pontifici, dalla loro missione al servizio della Chiesa Universale al numero di studenti formati ogni anno, inclusi alcuni raffronti con le università civili di Roma. E nasce anche come occasione per valorizzare il potenziale che la rete tra le diverse comunità accademiche rappresenta per l’evangelizzazione della cultura. Tra i numeri del Rapporto 2022, illustrati da padre Alfonso V. Amarante, preside del Pontificio Istituto Alfonsianum, e segretario generale della Cruipro, oltre 2 mila docenti, 600 persone che svolgono attività ausiliarie. Tra le 22 istituzioni, 7 sono le università, di cui la più antica è la Gregoriana, fondata nel 1551, e la più giovane è la Santa Croce, che ha quarant’anni di vita. Due gli atenei, il Sant’Anselmo e il Regina Apostolorum, 9 le istituzioni pontificie, cioè centri di eccellenza e specializzazione in determinate materie, e quattro le facoltà, delle quali la più giovane è l’Auxilium, nata nel 1970, e la più antica è il Seraphicum, la cui nascita risale al 1905.

Un momento della presentazione del Rapporto. Da sinistra: Rafaella Figueredo, suor Ruffinatto, don Navarro, padre Amarante e la moderatrice Fausta Speranza

Otto studenti non italiani per un solo italiano

“La maggioranza degli studenti non è italiana – ha specificato Amarante – il rapporto è di 8 non italiani su 1 italiano”. Il rapporto tra studenti e docenti, poi, è di 6 a 1, contro il 16 a 1 degli atenei statali, e “ciò permette percorsi personalizzati, dove gli studenti sono seguiti dai docenti come tutor”. “L’anno scorso sono stati erogati tremila titoli, dal baccalaureato al dottorato”, ha spiegato ancora Amarante, sottolineando poi il carattere internazionale delle università e istituzioni pontificie romane, “che hanno sedi in tutto il mondo, 221 le istituzioni collegate, o come all’Urbaniana, in tutti i cinque continenti”.

Parsifal, il catalogo unico delle biblioteche ecclesiastiche

Ad illustrare le attività della Cruipro è stata la vicepresidente, suor Piera Silvia Ruffinatto, preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, che ha annunciato che nel maggio prossimo verrà lanciato Parsifal, un catalogo condiviso delle biblioteche ecclesiastiche delle Università Pontificie romane. Dal 2015, ha ricordato inoltre la religiosa, sono stati lanciati i diplomi congiunti su argomenti specifici, il primo dei quali è stato quello sull’ecologia integrale, cui hanno fatto seguito quelli su donne e Chiesa, promosso dal Regina Apostolurum in collaborazione con l’Auxilium, quello su San Tommaso promosso dall’Angelicum e quello sulla spiritualità delle famiglie religiose promosso dal Teresianum. Anche la didattica, ha reso noto suor Ruffinatto, ha avuto nuovo impulso dopo la prova del Covid-19, in seguito alla quale si sono incrementati gli impegni comuni sul versante della formazione e si è avviato un gruppo interuniversitario con esperti di informatica e nuove tecnologie, “per insegnare ad apprendere on line e favorire l’educazione a distanza, in linea con un recente documento del Dicastero per la comunicazione in materia”.

Studenti di una università pontificia romana

Navarro: la sfida di conoscere il mondo al quale portare l’annuncio

Il presidente della Cruipro don Luis Navarro, rettore della Pontificia Università della Santa Croce, ha sottolineato che la sfida per le comunità accademiche “è innanzitutto il carattere internazionale e interculturale degli studenti che arrivano a Roma, una sfida per i docenti e gli studenti stessi. Per individuare il livello al quale aspirare per far crescere tutti, sia chi è più dotato culturalmente, ma anche chi lo è meno. Gli stessi studenti possono aiutarsi ad imparare tra loro”. La seconda sfida è il rapporto con la cultura attuale e con le università statali. A Roma si cerca “di organizzare congressi insieme, scambio di docenti per la ricerca e i doppi titoli, con le tesi in cotutela tra due università. Tutte esperienze importantissime. E Navarro ha concluso presentando un’iniziativa che concretizza il “formarsi insieme per evangelizzare”: un accordo “di mobilità studentesca tra le nostre istituzioni, che prima non c’era, e che permette di acquisire fino a 6 crediti a semestre in un’altra università pontificia senza doversi iscrivere e pagare”. Abbiamo incontrato il rettore Navarro al termine della presentazione:

Ascolta l’intervista a don Luis Navarro (presidente Cruipro)

Presidente Navarro, qual è lo stato di salute delle 22 università e istituzioni pontificie romane che emerge anche da questa relazione che presentate?

E’ buono, ma dobbiamo migliorare, dobbiamo crescere, dobbiamo favorire quella collaborazione ulteriore fra le diverse istituzioni. Abbiamo fatto passi che io qualifico da gigante negli ultimi trent’anni, ma dobbiamo andare avanti perché ci sono sfide importanti per tutti. Ma lo stato di salute in termini generali è buono.

Gli intervenuti alla presentazione del Rapporto 2022 sulle università e istituzioni pontificie romane

Avete parlato delle sfide come quella dell’interculturalità e del “formarsi insieme per evangelizzare” che è il tema anche dell’incontro di sabato con il Papa. Questa può essere soprattutto una sfida di comunicazione, in un mondo che è meno ricettivo rispetto al messaggio del Vangelo?

È una sfida perché uno deve conoscere com’è il mondo al quale deve portare il Vangelo, portare l’annuncio e conoscerlo bene significa anche conoscere la cultura di ogni realtà sociale per incarnare il messaggio del Vangelo lì, il kerigma. E allo stesso tempo deve essere una sfida che ci porta a fare dei passi in avanti anche fra di noi. Imparare insieme significa che fra di noi dobbiamo collaborare di più per essere più adeguati nella risposta da dare alla società attuale, una società molto variegata in tutto il mondo.

Ci presenti uno degli esempi concreti di questo “formarsi insieme”, l’iniziativa recente che da’ la possibilità agli studenti di una università pontificia di ottenere fino a sei crediti a semestre in un’altra università…

Quello è un passo in avanti molto importante perché lo studente può arricchirsi di percorsi accademici offerti da altre università pontificie a Roma. Questo è molto utile per loro, ma è utile e anche incentiva i docenti a essere migliori, quando vengono studenti da altre università che non sono gli abituali studenti, perché sono attirati da quel corso specifico. Un corso che fornisce loro qualcosa che uno non trova nella propria facoltà o università. E questo è un beneficio per tutti.

Sottolineiamo senza doversi iscrivere o pagare…

Infatti questo è l’accordo importante raggiunto fra tutti i rettori.

Sabato l’incontro col Papa: quale messaggio, quale stimolo vi aspettate da lui?

Io mi aspetto che il Papa dica a tutti noi perché studiare a Roma è un guadagno per tutti, per le Chiese locali, per la Chiesa universale. Un guadagno per tutti gli studenti e per le Chiese dalle quali provengono.

E voi in questi anni come avete risposto a questo interrogativo?

Penso che con la nostra collaborazione tra rettori e università, stiamo dando risposta al perché vale la pena di venire a studiare a Roma.

La studentessa Rafaella: dal Papa una nuova motivazione

Alla presentazione ha partecipato anche la rappresentante degli studenti Cruipro Rafaella Figueredo, venezuelana che ha vissuto negli Stati Uniti, studentessa di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense, che con Enrico Uberti della Pontificia Università Gregoriana e Michael Olsta dell’Angelicum, presenta il momento di benvenuto nell’udienza di sabato 25 febbraio in Aula Paolo VI. L’abbiamo intervistata:

Ascolta l’intervista alla studentessa Rafaella Figueredo

Rafaella, perché studiare nelle università istituzioni pontificie romane? Qual è il plus che ti ha spinto a venire a studiare all’Università Lateranense?

Essendo a Roma è molto, molto sentita l’unione tra la vocazione dello studente e vocazione all’annuncio. Nel mio caso specifico io potevo anche studiare negli Stati Uniti, dove sono cresciuta, però mi è stata consigliata Roma, perché io volevo prendere un percorso di teologia in modo serio e vicino a ciò che ci dice la Chiesa e a ciò che noi dovremmo annunciare. Dunque, dato che sono laica, secondo me è una grande responsabilità, ma anche un grande privilegio, poter fare una piccola differenza nel mio piccolo. E il plus direi che è proprio questo ritrovarsi in un ambiente così vicino alla Cattedra di San Pietro, così vicino al centro della spiritualità, un fulcro che ti fa sentire meno solo ma anche più pronto, più preparato poi per andare nel mondo ad annunciare e condividere il sapere che si acquista in un’università pontificia.

Cosa vi aspettate voi giovani studenti dall’incontro di sabato col Papa?

Noi ci aspettiamo che lui ci dia parole di motivazione, ma anche proposte concrete di come realizzare la nostra vocazione nel mondo. Perché siccome facciamo tutti percorsi diversi è chiaro che alla fine del percorso di studi ognuno intraprenderà un cammino diverso e noi non vogliamo ritrovarci soli in questi cammini. Vogliamo essere sicuri che stiamo facendo i passi necessari per poter dare un contributo sincero e produttivo, che serva a qualcosa.

Avete preparato questo incontro col Papa insieme con gli studenti dei diversi atenei. Ma è importante che possiate anche studiare insieme, come diceva il presidente Navarro. State sfruttando questa possibilità di avere crediti anche studiando in un’altra università pontificia?

Sì, assolutamente! Noi vogliamo veramente non limitarci solo al sapere che ci offre il nostro istituto e che comporta anche una formazione di una certa mentalità. Perché se entriamo in contatto con altre università acquistiamo non soltanto altri saperi e altri crediti, ma soprattutto altri modi di pensare e altre modalità di approccio. Questi sono tutti molto utili per noi e quindi speriamo che si possa continuare in questa iniziativa di scambio.

Il programma dell’incontro in Aula Paolo VI del 25 febbraio

Il programma dell’incontro del Papa con le università e istituzioni pontificie romane di sabato 25 febbraio, in Aula Paolo VI in Vaticano, prevede, dalle 10.20, un momento musicale e di benvenuto in spagnolo, italiano e inglese, la presentazione di un video sul tema dell’incontro, “Formarsi insieme per evangelizzare”, il saluto del presidente della Cruipro don Luis Navarro e un momento di animazione musicale curato dagli studenti del Pontificio Istituto di Musica Sacra. Di seguito, prima dell’arrivo di Papa Francesco, previsto per le 12, ci sarà il saluto del prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, il cardinale José Tolentino de Mendonça e la recita dell’Ora Media, guidata dagli studenti del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo.