Ue, Macron: ambiente e digitale le sfide del secolo

Vatican News

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

L’Europa “deve tornare ad essere potente”, dunque a dare risposte concrete ai problemi cruciali del secolo. Soluzioni ai cambiamenti climatici, ma anche allo sviluppo di tecnologie e digitale. Risposte politiche a tensioni che mettono a rischio la pace, su tutte la situazione in Ucraina. Sono questi alcuni dei passaggi chiave del discorso pronunciato a Strasburgo dal presidente francese Emmanuel Macron, in occasione dell’inizio dei sei mesi di guida di Parigi della Ue. 

I valori se scontati diventano fragili

Il presidente francese ha insistito soprattutto sulla difesa della “democrazia liberale e dello Stato di diritto”, rivendicando quei “valori che, a furia di essere dati per scontati, sono divenuti fragili”. Macron ha così auspicato, a vent’anni dalla sua promulgazione, una revisione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, includendo riferimenti più espliciti “sulla protezione dell’ambiente o il riconoscimento del diritto all’aborto”. Il salario minimo europeo e l’aumento della rappresentanza femminile sono altri fattori sui quali, secondo il titolare dell’Eliseo, si dovrà lavorare con maggiore impegno e audacia. 

No al ritorno delle regole pre-crisi 

Non sono mancati dei riferimenti più espliciti alle politiche economiche dell’Unione. “Non ci sarà un rientro alla normalità pre-crisi. Dobbiamo farlo alla luce di investimenti indispensabili, come quelli per l’agenda climatica, digitale e tecnologica o quella sociale e per la difesa. Tutto ciò mostra l’importanza di una nuova politica di investimenti”, ha ammonito Macron. “Io ho proposto di avere una prima discussione informale a marzo tra capi di Stati e di governo. Senza questi investimenti – ha ribadito – resteremmo indietro rispetto agli Usa e alla Cina”, sottolineando così l’importanza di una riforma del Patto di Stabilità nell’ambito delle priorità di quest’anno. 

Indipendenza energetica

Macron ha proposto poi una riflessione condivisa sull’indipendenza energetica del vecchio continente. “Dobbiamo gettare le basi per la sovranità e l’indipendenza accresciute nei riguardi della Russia. Se guardo l’importazione di petrolio e gas – ha detto – non siamo indipendenti nei riguardi della Russia e non possiamo farlo dall’oggi al domani. Non dobbiamo recidere tutti i contatti con la Russia, anzi dobbiamo rinsaldarli. Però – ha spiegato – se vogliamo pesare non possiamo essere in posizione perenne di vulnerabilità”, chiedendo di arrivare ad una proposta concreta su questo aspetto già nelle prossime settimane. 

Ambiente e digitale 

Parlando poi di progresso, il presidente francese ha individuato due sfide principali, definite “del secolo”. La prima è quella del cambiamento climatico, dove l’Europa ha già saputo adottare un’agenda pionieristica rispetto alla concorrenza internazionale. “È il continente che, attraverso l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, ha fissato gli obiettivi più ambiziosi del pianeta, ma – ha ammonito -ora dobbiamo passare dalle parole ai fatti”. La seconda sfida è quella della “rivoluzione digitale”, con l’urgenza di costruire un mercato unico digitale che sia garante però, grazie a regole precise, di diritti e libertà dei cittadini. Dunque, in sostanza, un sano rapporto tra progresso, sicurezza e privacy. 

Dalle parole ai fatti

“Macron ha ragione, le grandi potenze in questo secolo dovranno necessariamente essere all’avanguardia per quanto riguarda ambiente e tecnologie, ma la sfida nella sfida è la concretezza, la capacità di passare ai fatti”. Lo afferma Antonio Villafranca, responsabile desk Europa dell’Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale. 

Ascolta l’intervista ad Antonio Villafranca

Per quanto riguarda la difesa della democrazia liberale e dello Stato di diritto, l’esperto di politiche europee sottolinea come “le parole del presidente francese siano già state utilizzate da lui nel recente passato e da altri leader europei, in particolare per quanto riguarda alcuni Paesi dell’Est, su tutti Polonia ed Ungheria”. In merito all’indipendenza energetica, Villafranca pone in evidenza come “Macron guardi al nucleare, alla realtà francese. In Europa però – conclude – c’è divergenza su questo, basti pensare alla posizione di Italia e Germania”.