Ucraina, “Papa Francesco è il mio migliore amico”: i disegni dei bimbi di Kharkiv

Vatican News

Svitlana Duckhovych – Città del Vaticano

“Papa Francesco è il mio migliore amico”, questo il titolo insolito dato ad un concorso di disegni per bambini di Kharkiv, la cui idea è nata in modo spontaneo. “Quest’’autunno, quando il cardinale Konrad Krajewski è venuto da noi, ha portato degli aiuti umanitari che ci ha chiesto di distribuire alla gente – racconta padre Wojciech Stasiewicz, direttore della Caritas-Spes della diocesi di Kharkiv-Zaporizhzhia –. Portando un pacco ad una famiglia, il figlio adolescente ha chiesto chi avesse mandato questi aiuti. Il volontario della Caritas gli ha risposto che erano stati portati a Kharkiv dal cardinale Konrad Kraiewski, che a sua volta era stato mandato da Papa Francesco. Il ragazzo, che non aveva educazione religiosa, era curioso di sapere chi fosse il Papa. Con parole semplici il volontario gli ha raccontato del Santo Padre e del suo sostegno all’Ucraina. ‘Allora, Papa Francesco è il nostro migliore amico’ – ha concluso il ragazzo”.

È stata proprio questa frase a spingere padre Wojciech ad organizzare durante lo scorso Avvento un concorso di disegni tra i bambini di cui la Caritas diocesana si prende cura, un’iniziativa che avrebbe permesso loro di conoscere la figura di Papa Francesco. “Verso la fine dell’anno abbiamo ricevuto circa 100 disegni, bellissimi, che rappresentano il Santo Padre”, riferisce con entusiasmo il sacerdote.

La dura realtà vissuta dai bambini di Kharkiv

Padre Wojciech racconta la dura realtà in cui vivono i bambini di Kharkiv ai quali è stata rubata l’infanzia: trascorrono tanto tempo nei rifugi antiaerei, che spesso sono semplici cantine sotto i palazzi. Alcune famiglie scendono con i figli nei rifugi al suono dell’allarme antiaereo, le altre vanno lì ogni sera per poter dormire con più tranquillità e non dover svegliarsi e correre giù nel caso di un attacco. Caritas-Spes cerca di aiutare questi bambini in quattro diversi quartieri della città, organizzando per loro qualche attività. “Inoltre, a novembre presso il nostro Centro sociale – racconta il direttore –, abbiamo aperto una sala per bambini. Alcuni vengono portati dai genitori, gli altri li andiamo a prendere noi nei rifugi. Nel nostro centro possono stare mezza giornata, fare arte, musica, attività motorie e poi gli offriamo il pranzo”.

Le scuole chiuse, lezioni solo online quando è possibile

Fa effetto sentire che i bambini si abituano alla guerra. “Mi ricordo – condivide padre Stasiewicz – che una volta, parlando con una ragazzina in uno dei rifugi, le chiesi dove si sentisse meglio: a casa o nel rifugio. Lei mi rispose: ‘Qui, nel rifugio, perché qui sono insieme ai miei amici’. Quindi, sembrerebbe che loro si adattino velocemente a queste condizioni, però la verità è che soffrono più di tutti. I genitori mi dicono che i loro figli spesso si svegliano di notte, hanno incubi, gridano, alcuni hanno iniziato a balbettare: questi sono gli effetti concreti che ha provocato nei piccoli questa guerra. Un ulteriore problema è legato al fatto che a Kharkiv e nell’intera regione l’insegnamento scolastico viene svolto solo online. Tutte le scuole sono chiuse perché circa il 70% degli edifici sono fuori uso: o completamente distrutti, o danneggiati. Molto spesso manca l’elettricità e la connessione internet, quindi si interrompe tutto. Tutto questo ha effetti molto negativi sull’educazione e formazione dei bambini e dei giovani”.

Nei disegni chi è il Papa e che cosa fa per l’Ucraina

In questo contesto il concorso di disegni: “Papa Francesco è il mio migliore amico”, è diventato per bambini e ragazzi uno stimolo per dedicarsi all’arte e anche un’occasione per conoscere una persona di cui la maggior parte di loro non sapeva niente. Per fare questi disegni, spiega padre Wojciech, i giovani partecipanti (il più piccolo aveva 6 anni, il più grande ne aveva 13) hanno dovuto, naturalmente, rivolgersi a Internet. “Però quello che mi ha stupito – afferma il sacerdote – è che nessuno di questi oltre 100 disegni si ripeteva. Su tanti disegni il Papa è rappresentato con i bambini, ci sono simboli ucraini, simboli di pace. Quindi, hanno manifestato la loro visione su chi è il Papa e su che cosa fa adesso per l’Ucraina”.

Il timore di essere dimenticati

“Tante volte, infatti, Papa Francesco – continua il sacerdote – ha mostrato con le parole e con le azioni che lui è vicino all’Ucraina, vicino al popolo che soffre. Per la gente qui, sia per i credenti, sia per i non credenti, è molto importante sapere che il Santo Padre pensa all’Ucraina, si preoccupa e ricorda al mondo che il popolo soffre, che c’è in corso un’aggressione militare. Così la gente può dire: ‘Non siamo soli. Qualcuno si ricorda di noi’. Il Papa spesso dice che non dobbiamo abituarci alla guerra. A Kharkiv non è possibile abituarsi alla guerra: abbiamo imparato a vivere nelle condizioni della guerra, però non ci si può abituare. Sappiamo invece che all’estero la gente si sta abituando alla guerra e quindi le parole di Papa Francesco, spesso parole commoventi, sono necessarie e ci danno un grande supporto morale e spirituale”.

La consegna dei premi ad alcuni partecipanti al concorso

La vita a Kharkiv è dura. Ci sono problemi con l’elettricità, con il riscaldamento, tante case sono distrutte, manca lavoro e la gente continua ad arrivare nella città dagli altri luoghi della regione sperando di trovare condizioni di vita migliori. Ogni due-tre giorni ci sono bombardamenti. Per portare un po’ di luce in questo buio, gli organizzatori del concorso hanno deciso di invitare nella cattedrale dell’Assunzione una quindicina di piccoli partecipanti: domenica 8 gennaio i bambini hanno partecipato con le loro famiglie alla Messa, alla fine della quale monsignor Pavlo Honcharuk, vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia, ha consegnato a tutti loro i premi. “È stato un momento molto emozionante sia per i bambini, sia per i genitori – sottolinea padre Wojciech –, è stato bello vedere quanta gioia ha portato quello che sembrava un semplice concorso di disegni”.