Chiesa Cattolica – Italiana

Ucraina, il Papa: “In nome di Dio, fermate questo massacro!”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Fratelli e sorelle, abbiamo appena pregato la Vergine Maria. Questa settimana la città che ne porta il nome, Mariupol, è diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina. Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri. Col dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!

E’ il  nuovo, ancora più accorato appello per la pace in Ucraina, lanciato da Papa Francesco questa domenica, dalla finestra del suo studio che da’ su Piazza San Pietro, dopo la preghiera mariana dell’Angelus. Così prosegue il Papa:

Vorrei ancora una volta esortare all’accoglienza dei tanti rifugiati, nei quali è presente Cristo, e ringraziare per la grande rete di solidarietà che si è formata. Chiedo a tutte le comunità diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace. Aumentare i momenti di preghiera per la pace. Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome. Ora preghiamo in silenzio per chi soffre e perché Dio converta i cuori a una ferma volontà di pace.

Una Piazza san Pietro assolata ma sferzata da un vento freddo, riempita di una folla in preghiera, invoca in silenzio l’aiuto del Signore per arrivare ove gli uomini non riescono, alla pace. Solo ieri, all’ora di pranzo, l’ultimo drammatico tweet del Pontefice, che guardava alle sofferenze dei più piccoli: “Mai la guerra! – aveva scritto – Pensate soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna: bambini morti, feriti, orfani; bambini che hanno come giocattoli residui bellici… In nome di Dio, fermatevi!”

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