Ucraina, bombe da est a ovest. Nuovo appello di Zelensky

Vatican News

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Nuovi bombardamenti si sono registrati nella notte nei sobborghi di Kiev, con le sirene che hanno suonato anche a Leopoli, Cherasky, Charkiv e in altre città. L’avvicinamento delle forze russe a Kiev è testimoniato anche da alcune immagini satellitari, ma sono discordanti le fonti sui chilometri che le separano dal centro della città: alcune parlano di una dozzina di chilometri, altre di poco più di venti. Le autorità ucraine accusano la Russia di raid a Mykolaiv, dove sono stati danneggiati un ospedale per la cura di malati oncologici e diverse case.

Le sirene suonano anche ad ovest 

L’offensiva si sposta sempre più ad ovest, dunque al confine con l’Unione Europea e con i Paesi membri della Nato. A Leopoli, città a 60 chilometri dalla Polonia, le sirene hanno suonato fino all’alba: non era mai accaduto prima. “Il mondo libero si è unito ed è con il popolo ucraino”, ha detto il presidente americano Joe Biden nella notte, ammonendo sulle conseguenze di un intervento della Nato: “Sarebbe la Terza Guerra Mondiale, è assolutamente da evitare”. “Manderemo – ha aggiunto – armi, cibo, denaro per il popolo ucraino e apriremo le porte ai profughi”. La possibile adesione di Finlandia e Svezia alla Nato avrebbe “gravi conseguenze militari e politiche” e richiederebbe alla Russia di “adottare misure di ritorsione”. Lo ha affermato il direttore del secondo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Sergei Belyayev.

Aumentano le vittime

A Kharkiv, intanto, ancora vittime tra i civili: 10 nelle ultime 24 ore, tra cui 3 bambini. A Mariupol la situazione è ancora più drammatica e scarseggiano i beni di prima necessità, in un contesto dove manca l’acqua corrente già da giorni. A Kharkiv, tra le macerie di un edificio colpito, sono stati recuperati i corpi di cinque persone, fra cui quelli di due minori. Gli ucraini accusano Mosca di aver danneggiato nella notte un ospedale oncologico ed edifici residenziali a Mykolaiv, e di aver colpito questa mattina, a Mariupol, una moschea dove si riparavano dalle bombe 80 civili, compresi cittadini turchi. A Melitopol protestano in migliaia dopo l’arresto di ieri del sindaco da parte dei militari russi.

L’appello di Zelensky 

Nuovo appello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Rivolgendosi alle madri russe, le esorta a non mandare i figli in guerra in un Paese straniero, e chiede loro di non credere alle promesse che essi vengano mandati a fare solo delle esercitazioni. Citando fonti del governo di Kiev, il Jerusalem Post rivela che il premier israeliano Naftali Bennett avrebbe raccomandato a Zelesnky di accettare l’offerta di Vladimir Putin di arrendersi per metter fine alla guerra. Il presidente ucraino avrebbe però rifiutato in quanto la proposta includeva molti sacrifici per il suo popolo.

Oscurati i social

Facebook e Instagram sono finiti nella lista nera del Cremlino dopo che i due social network hanno deciso di togliere la censura ai post contro la Russia. L’ufficio del procuratore generale di Mosca ha già chiesto che Meta sia riconosciuta come organizzazione estremista. Si allunga intanto la lista degli oligarchi russi sui quali gli Stati Uniti impongono sanzioni. Colpiti fra l’altro i componenti dei consigli di amministrazione di Novikombank e Abr Management, congelati gli investimenti in hedge fund americani di Roman Abramovich, con una mossa, scrive il Wall street journal, che mette probabilmente fine ai suoi tentativi di vendita. La Russia, infine, afferma che le sanzioni potrebbero provocare la caduta della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). A dirlo è Dmitry Rogozin, responsabile agenzia spaziale russa Roscosmos, secondo il quale le sanzioni potrebbero interrompere il funzionamento delle navicelle russe che riforniscono l’Iss, interessando di conseguenza il segmento russo della stazione che aiuta, tra l’altro, a correggere la sua orbita. Il rischio quindi è quello di un ammaraggio o di un atterraggio della stazione sul suolo terrestre.