Turchia, attaccato dai curdi il Ministero dell’Interno

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Ieri, domenica 1° ottobre, in azione due militanti armati del Partito dei lavoratori curdi, PKK, ad Ankara. Morti i due assalitori, feriti due agenti di polizia. In risposta, condotti raid aerei contro postazioni di ribelli curdi nel nord dell’Iraq

Paola Simonetti – Città del Vaticano

Un attentato di avvertimento “contro il massacro” sul popolo del Kurdistan: “Se il regime Turco continuerà a commettere questi crimini, le azioni legittime della giustizia rivoluzionaria continueranno”. Con queste parole il PKK, partito dei lavoratori curdi, considerato gruppo terroristico in Turchia, ha rivendicato l’attacco ieri, domenica 1° ottobre,  al Ministero dell’Interno di Ankara ad opera di due militanti: uno si è fatto esplodere in prossimità dell’ingresso dell’edificio, l’altro è stato ucciso dagli agenti. Altri due poliziotti sono rimasti lievemente feriti.

Attaccate basi curde in Iraq 

“Gli attentatori non sono stati in grado di realizzare il loro obiettivo e mai ci riusciranno. Sono gli ultimi rantoli del terrorismo”, ha commentato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che non ha atteso a rispondere anche con le armi: raid aerei sono stati compiuti sulle basi dei ribelli curdi nel nord dell’Iraq. Almeno 20 gli obiettivi distrutti, secondo le informazioni delle autorità turche, e un non precisato numero di militanti del PKK “neutralizzato”. Il Ministero della Difesa turco ha tenuto a precisare che nell’operazione “sono state prese tutte le precauzioni per prevenire danni a civili innocenti, beni storici e culturali e ambiente”.

Una lunga storia di scontri

Il conflitto tra i curdi del PKK e il governo turco risale ai primi anni ’80, quando, nel contesto delle rivendicazioni di autonomia territoriale dei curdi in Iraq, il governo di Ankara intrecciò accordi con Baghdad per fronteggiare la ribellione curda, mirata anche alla difesa di diritti umani e civili negati in entrambi i paesi. Un’insurrezione che, di fatto, non si è mai sopita: tra il 2015 e il 2016 la capitale turca è stata più volte al centro di attentati terroristici e, prima di quello di oggi, l’ultimo attacco ad Ankara rivendicato da gruppi curdi armati vicini al PKK si era verificato nel marzo del 2016, quando un’autobomba era esplosa nel centro della città, uccidendo 38 persone. Meno di un anno fa, il 13 novembre scorso, un ordigno è esploso nella principale via pedonale del centro di Istanbul, uccidendo sei persone e ferendone un’ottantina. L’azione non è stata rivendicata ma, dopo una serie di arresti, attribuita da Ankara al PKK, che però in quel caso ha negato ogni responsabilità.