Sulle orme di San Paolo, di due Papi e dell’Ordine di Malta

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Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Malta è la meta del 36.mo viaggio apostolico di Papa Francesco, il terzo Pontefice a recarsi in questo Paese dopo San Giovanni Paolo II nel 1990 e nel 2001 e Benedetto XVI nel 2010. Quella del Paaese del Mediterraneo è una storia religiosa e spirituale strettamente collegata con San Paolo, l’Apostolo delle Genti che per primo portò la fede in questo arcipelago.

Il naufragio di San Paolo

Il libro degli Atti degli Apostoli – ricorda Papa Francesco durante l’udienza generale dell’8 gennaio 2020 – racconta che il Vangelo prosegue la sua corsa non solo per terra ma per mare, su una nave che conduce Paolo prigioniero da Cesarea verso Roma (cfr At 27,1–28,16). La navigazione incontra fin dall’inizio condizioni sfavorevoli. Al naufragio segue l’approdo sull’isola di Malta. Gli abitanti dimostrano subito una premurosa accoglienza. “Il soggiorno a Malta – sottolinea Francesco – diventa per Paolo l’occasione propizia per dare ‘carne’ alla parola che annuncia ed esercitare così un ministero di compassione nella guarigione dei malati. E questa è una legge del Vangelo: quando un credente fa esperienza della salvezza non la trattiene per sé, ma la mette in circolo”.

Viaggio di Giovanni Paolo II nel 1990

Malta è “l’isola della predicazione di san Paolo, un’isola di fede, di eroismo e devozione”. Papa Giovanni Paolo II si reca per la prima volta in questo Paese nel 1990. Il 25 maggio di quell’anno, incontrando i sacerdoti e i religiosi nella con-cattedrale di San Giovanni Battista, Papa Wojtyła pronuncia queste parole:

Confermare la fede portata da San Paolo (25-05-1990)

Come chiamato al ministero universale del servizio nella Chiesa, gioisco dell’opportunità di visitare l’isola di Malta, l’isola della predicazione di S. Paolo, un’isola di fede, di eroismo e devozione. Oggi io condivido il sentimento di Paolo quando scrisse: “Così affezionati a voi, avremmo desiderato di darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari” (1 Ts 2, 8). Guidato dalla Divina Provvidenza, sono venuto qui per confermare l’antica fede che l’Apostolo delle Nazioni ha portato qui agli albori della cristianità. Vengo anche come pellegrino, per sperimentare personalmente la vitalità delle vostre Chiese locali, per rendere omaggio alle conquiste presenti e passate di tutti quelli che hanno risposto generosamente al Vangelo e che hanno portato avanti opere di fede, speranza e amore per la Gloria di Dio e per la salvezza del mondo. E mentre la Chiesa in Malta attende il Terzo Millennio, desidero offrire incoraggiamento e speranza per un futuro ancora più glorioso.

Pellegrinaggio di Papa Wojtyła nel 2001

Papa Giovanni Paolo II torna a Malta nel 2001. Durante questo viaggio apostolico vengono beatificati don Ġorġ Preca, primo santo maltese nella storia del cattolicesimo, suor Adeodata Pisani, badessa del monastero di San Pietro nella cittadina di Medina, e Nazju Falzon, frate minore che assistette i soldati maltesi durante la Guerra in Crimea.  Durante la cerimonia di apertura, l’8 maggio 2001, si rivolge con queste parole al popolo maltese:

Curate la vostra vocazione cristiana (8-05-2001)

Mi trovo in terra maltese per la seconda volta. Il pellegrinaggio giubilare che sto compiendo nel bimillenario della nascita di Gesù Cristo mi ha portato a Malta. Dopo aver visitato alcuni luoghi legati in modo particolare alla storia della salvezza, sul Monte Sinai, in Terra Santa, e ora ad Atene e a Damasco, il mio pellegrinaggio sulle orme di San Paolo mi porta a voi…. Cari amici maltesi, curate la vostra vocazione cristiana! Siate orgogliosi della vostra eredità culturale e religiosa! Guardate al futuro con speranza e impegnatevi con rinnovato vigore per fare di questo nuovo millennio un tempo di solidarietà e di pace, di amore per la vita e di rispetto per ciò che Dio ha creato!

Viaggio apostolico di Benedetto XVI a Malta

Benedetto XVI si reca a Malta il 17 e 18 aprile 2010, per celebrare il 1950.mo anniversario del naufragio di San Paolo sull’isola nel 60 d.C. Il primo giorno, visitando la Grotta di San Paolo, pronuncia queste parole:

San Paolo, padre nella fede (17-04-2010)

Il mio pellegrinaggio a Malta è iniziato con un momento di preghiera silenziosa nella grotta di san Paolo, che per primo portò la fede in queste isole. Sono venuto sulle orme di quegli innumerevoli pellegrini lungo i secoli, che in questo santo luogo hanno pregato, affidando se stessi, le loro famiglie e la prosperità di questa Nazione all’intercessione dell’Apostolo dei Gentili. Mi rallegro di essere finalmente tra di voi e vi saluto tutti con grande affetto nel Signore. Il naufragio di Paolo e la sua sosta per tre mesi a Malta hanno lasciato un segno indelebile nella storia del vostro Paese. Le sue parole ai compagni prima di giungere a Malta sono ricordate per noi negli Atti degli Apostoli e sono state un tema speciale nella vostra preparazione alla mia visita. Queste parole – “Jeħtieg iżda li naslu fi gżira” [“Dovremo però andare a finire su qualche isola”] (At 27,26) – nel contesto originale sono un invito al coraggio di fronte all’ignoto e alla fiducia incrollabile nella misteriosa provvidenza di Dio. I naufraghi, infatti, furono calorosamente accolti dalla gente di Malta, a seguito dell’esempio dato da san Publio. Nel piano di Dio, san Paolo divenne perciò il vostro padre nella fede cristiana.

L’Ordine di Malta: dal 1048 all’insediamento a Malta

La nascita della comunità religiosa degli Ospitalieri di San Giovanni – si legge sul sito del sovrano Ordine di Malta – risale al 1048 in Terra Santa. Nel 1291, dopo la caduta di San Giovanni d’Acri e la perdita della Terra Santa, l’Ordine trasferisce la sua sede e l’ospedale a Limassol sull’isola di Cipro, dove era già presente dal 1210 grazie alla concessione di proprietà e diritti commerciali. Nel 1307 sotto la guida del Gran Maestro Fra’ Foulques de Villaret, i cavalieri dell’Ordine di San Giovanni sbarcano a Rodi. Nel 1310 vi trasferiscono la loro sede. Nel 1523, dopo sei mesi di assedio e di cruenti combattimenti con la flotta e l’esercito del Sultano Solimano il Magnifico, i cavalieri sono costretti ad arrendersi e ad abbandonare Rodi. L’Ordine rimane senza un territorio per alcuni anni fino al 1530 quando prende possesso dell’isola di Malta, ceduta all’Ordine dall’Imperatore Carlo V con l’approvazione di Papa Clemente VII. 

La battaglia di Lepanto

Nel 1565 i cavalieri, guidati dal Gran Maestro Fra’ Jean de la Vallette, difendono l’isola dagli Ottomani durante il Grande Assedio di Malta. L’anno successivo ha inizio la costruzione della città fortificata e del porto di La Valletta, che prende il nome dal Gran Maestro Fra’ Jean de la Vallette. Alcuni decenni dopo la flotta dell’Ordine prende parte alla Lega Santa, promossa da Papa Pio V per contrastare l’avanzata dell’impero ottomano. Il 7 ottobre 1571 contribuisce alla vittoria della flotta cristiana nella battaglia di Lepanto, che interrompe l’espansione ottomana in Europa.

Dalla campagna d’Egitto ai giorni nostri

Durante la campagna d’Egitto del 1798, Napoleone Bonaparte occupa Malta per il suo valore strategico. I cavalieri sono costretti ad abbandonare l’isola. In uno dei momenti più difficili è la Russia a soccorrere l’Ordine di San Giovanni. Pur non essendo cattolico e senza i requisiti legali per assumere la carica, lo Zar Paolo I diventa Gran Maestro, proteggendo la continuità dell’Ordine in uno dei momenti storici e politici più drammatici della sua lunga esistenza. Nel 1834 l’Ordine si stabilisce a Roma nell’allora Stato Pontificio. Nel corso del diciannovesimo e del ventesimo secolo l’Ordine aggiorna profondamente i propri statuti, la propria carta costituzionale ed il codice. La riorganizzazione dell’Ordine coincide con la nascita delle Associazioni nazionali. Nella seconda parte del 19.mo secolo la missione originaria dell’assistenza medica e sociale ritorna ad essere l’attività principale dell’Ordine, che si intensifica nel corso dell’ultimo secolo, grazie alle opere dei Gran Priorati e delle Associazioni Nazionali presenti in numerosi paesi del mondo. Le attività ospedaliere e di assistenza vengono svolte su larga scala durante la Prima Guerra Mondiale e durante il secondo conflitto mondiale. Il Sovrano Ordine di Malta è una delle istituzioni più antiche della civiltà occidentale e cristiana.

La stessa missione delle origini

Attualmente, il Sovrano Ordine di Malta ha relazioni diplomatiche con più di 100 Stati e con l’Unione Europea ed è ha lo status di osservatore permanente alle Nazioni Unite. È neutrale, imparziale e apolitico. Oggi l’Ordine di Malta opera in 120 Paesi dove fornisce assistenza alle persone bisognose attraverso attività mediche, sociali e umanitarie. È quanto ricorda fra’ John Critien, cavaliere professo dell’Ordine.

Ascolta l’intervista a fra’ John Critien

Cosa è l’Ordine di Malta partendo dalla sua storia alla sua missione….

La missione dell’Ordine rimane nel 21.mo secolo esattamente quella che la caratterizzava più di nove secoli fa quando vene istituito: un Ordine ospedaliero per dare assistenza a qualsiasi persona che ha bisogno di aiuto, un Ordine religioso e un Ordine militare nel senso della difesa della fede, della vita e di valori fondamentali per l’umanità.

Quale è la struttura dell’Ordine di Malta?

L’Ordine ha una sede centrale a Malta ed è sparso in tutto il mondo. L’Ordine è costituito da Gran Priorati, formati principalmente da membri che professano i voti religiosi e da Associazioni nazionali che raggruppano sotto l’ombrello di ciascun Paese i cavalieri, le dame e i cappellani che appartengono al nostro Ordine.

Come si intreccia la storia dell’Ordine con quella di Malta?

L’Ordine e l’arcipelago maltese hanno un nome in comune: questo è il risultato di una convivenza, di quasi tre secoli, in cui chiaramente la storia dell’Ordine e quella dell’isola si sono intrecciate giornalmente.

Cosa lega storicamente, in particolare, l’Ordine di Malta alla città de La Valletta?

Anche in questo caso è una questione di nomi. La città de La Valletta prende il suo nome dal Gran Maestro Fra’ Jean de la Vallette che ha voluto costruire questa nuova città dopo il grande assedio di Malta del 1565.

Dunque l’Ordine di Malta ha fatto nascere e poi sviluppare La Valletta…

Assolutamente si, la città de La Valletta moderna è costruita su un promontorio. Dopo l’assedio del 1565 i cavalieri dell’Ordine si resero conto che questo promontorio indifeso era pericoloso per eventuali incursioni e attacchi. Quindi fu deciso, non solo di celebrare la vittoria dopo il grande assedio, ma anche di difendere il porto costruendo una città fortificata.

Cosa rappresenta oggi l’Ordine di Malta per questo piccolo ma importante Paese del Mediterraneo che accohlie tanti migranti?

Si tratta di servire quelli che sono meno fortunati di noi. Adesso certamente adesso stiamo affrontando determinati problemi non vissuti in altri Stati. La questione dei migranti e dello spostamento di un gran numero di persone è sentita molto più a Malta che in altri Paesi del mondo. Cerchiamo naturalmente di fare quello che possiamo per aiutare queste persone.

Un altro grande tema che oggi purtroppo si impone è quello della pace…

È un tema assolutamente attuale. Un tema in cui vediamo la visita di Papa Francesco come un raggio di sole in questi momenti un po’ grigi del mondo. E c’è la speranza che la presenza del Pontefice possa riportare un nuovo modo di pensare nel mondo sulla necessità della pace tra tutti i popoli.

Con quale spirito e quali speranze l’Ordine di Malta accompagna il 36.mo viaggio apostolico di Papa Francesco?

È una speranza che condividiamo con gli abitanti di Malta. Papa Franceso è il terzo Pontefice che visita questo Paese. Questo viaggio è un augurio condiviso dalla gente di buona volontà in tutto il mondo.

Una terra dell’accoglienza

Anche durante la pandemia, non si sono fermati gli sbarchi di migranti su Malta. La piccola isola nel Mediterraneo, come spiega Alessandro Guarasci nella sua scheda, continua a chiedere che dei ricollocamenti si faccia carico tutta l’Europa. 

Ascolta la scheda di Alessandro Guarasci

La rotta dei migranti che decidono di passare per il Mediterraneo centrale continua ad essere preferita da chi parte dall’Africa subsahariana. I flussi hanno subito solo un rallentamento durante l’inverno, sottolinea Regina Catrambone della Ong Moas. Solo qualche giorno fa, un cargo in navigazione da Malta ha salvato a Bengasi, in Libia, 32 migranti su un battello che stava imbarcando acqua. Una volta arrivati sull’isola, la vera sfida è l’accoglienza.

La puntata numero 97 di Doppio Click è stata realizzata da Andrea De Angelis, Alessandro Guarasci e Amedeo Lomonaco