Sri Lanka, assalto al palazzo: presidente in fuga e al sicuro

Vatican News

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

ll presidente dello Sri Lanka “è stato scortato in un luogo sicuro”: lo fa sapere una fonte della Difesa, precisando che è protetto da un’unità militare. Poco dopo che si era diffusa la notizia della fuga, le tv locali hanno mostrato centinaia di persone che scavalcavano le cancellate della residenza presidenziale a Colombo, per poi occupare il palazzo. In migliaia avevano manifestato chiedendo un cambio al vertice delle istituzioni, dopo settimane di alte tensioni legate alla grave crisi economica che affligge il Paese, con scarsità di carburante, elettricità e generi alimentari. Ieri le forze di sicurezza avevano decretato il coprifuoco per scoraggiare i dimostranti, ma il divieto di uscire era stato ritirato dopo le proteste dei partiti d’opposizione, delle organizzazioni per i diritti umani e della magistratura, che ipotizzava azioni legali nei confronti delle Forze dell’Ordine.

Una crisi senza precedenti 

22 milioni di abitanti, lo Sri Lanka sta affrontando la peggiore crisi economica dall’indipendenza del 1948, legata al crollo del turismo, all’aumento del prezzo del petrolio e ai tagli al bilancio pubblico. L’inflazione dovrebbe arrivare al 60% entro la fine dell’anno, mentre il Pil potrebbe scendere fino a cinque punti percentuali. La mancanza cronica di valuta estera ha portato a un’inflazione dilagante e alla carenza di importazioni, tra cui carburante, medicine e altri beni di prima necessità. Il Paese è andato in default su un debito internazionale di oltre 50 miliardi di dollari, ed entro agosto deve presentare un piano di ristrutturazione al Fondo Monetario Internazionale.

Il crollo delle rimesse

Settimane di proteste hanno portato alle dimissioni di ministri chiave lo scorso maggio. A causa della crisi economica, secondo fonti delle Nazioni Unite, circa l’80% della popolazione salta almeno un pasto perché non può più permettersi di comprare cibo. Il governo di Colombo ha pensato anche a delle misure tampone per superare la crisi e a favorire ingresso di valuta. Ad esempio, ha recentemente abbassato a 21 anni l’età minima per consentire a una donna di lavorare all’estero. Le rimesse dei cittadini dello Sri Lanka che lavorano all’estero erano da tempo una delle principali fonti di valuta estera per il Paese, con circa 7 miliardi di dollari all’anno. A causa della pandemia, questa cifra era scesa a 5,4 miliardi di dollari entro il 2021 e quest’anno potrebbe dimezzarsi rispetto ai 7 miliardi di tre anni fa.