Soppressa la Fondazione Populorum Progressio, ma la missione continua

Vatican News

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Per “promuovere un maggior legame con le Chiese locali” e rendere più efficaci i programmi di sviluppo integrale nelle comunità indigene e afro-discendenti più trascurate e povere dell’America Latina, Papa Francesco, con un Rescritto in vigore da oggi – con pubblicazione su L’Osservatore Romano e nel commentario ufficiale degli Acta Apostolicae Sedis – ha disposto la soppressione della Fondazione “Populorum Progressio”, all’interno del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e la costituzione di un fondo con lo stesso nome affidandolo al Celam, il Consiglio episcopale latinoamericano. Il Pontefice ha spiegato le sue motivazioni nel suo discorso ai membri del consiglio di amministrazione della Fondazione incontrati oggi.

Desiderando che l’aiuto allo sviluppo dei progetti rimanga espressione della carità del Papa, ma non abbia il suo centro nella Curia Romana, e anche nella linea della semplificazione, ho affidato al CELAM il compito di aiutarci nell’analisi dei progetti e nella loro realizzazione. Il Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale manterrà la responsabilità dell’amministrazione del fondo che sarà vincolato al servizio di questa missione.  

Populorum progressio, una storia in evoluzione

Francesco ha preso la sua decisione – a norma del paragrafo 1 del canone 120 del Codice di Diritto Canonico, precisa il Rescritto – nell’udienza concessa il 7 settembre scorso al prefetto del dicastero Michael Czerny al quale ha affidato il compito di emanare il regolamento relativo del nuovo Fondo. Era questa la forma pensata da Paolo VI nel 1969, nel secondo anniversario della sua Enciclica Populorum progressio, per aiutare i contadini poveri e per promuovere la riforma agraria, la giustizia sociale e la pace in America Latina, secondo gli orientamenti offerti dagli Episcopati del continente. Nel ‘92 Giovanni Paolo II pensò ad una Fondazione, come “gesto d’amore solidale della Chiesa verso quanti sono nell’abbandono e necessitano maggiormente di protezione, come lo sono le popolazioni indigene, meticce e afro-americane”. A trent’anni di distanza, la scelta di Francesco si inserisce nell’ambito della riforma della Curia Romana, che “ha trovato espressione nella Praedicate Evangelium” e sta dando vita a “una serie di cambiamenti necessari”, ha aggiunto il Papa.

Un Fondo con la stessa missione e opera della carità del Papa

Esprimendo la sua gratitudine a quanti in questi trent’anni hanno lavorato per la Fondazione Populorum Progressio, “che ora cambia forma”, Francesco sottolinea che il nuovo Fondo “mantiene la sua missione e rimane un’opera della carità del Papa”. Evidenzia che “molte famiglie in America Latina e nei Caraibi sopravvivono in condizioni subumane” e che il Documento conclusivo di Aparecida parla di esclusi, che “non sono solo ‘sfruttati’, ma ‘soprannumero’, ‘scarti’”. E ricorda che l’Assemblea ecclesiale del Continente, ancora in sviluppo, “è stata un’opportunità per ascoltare il grido dei poveri”, mentre il Sinodo sull’Amazzonia ha fatto conoscere la “realtà di esclusione in cui vivono le comunità indigene e afro-discendenti”. Riprendendo la Fratelli tutti, il Pontefice aggiunge poi che «di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri”, occorre “reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole”.

Percorrendo il cammino sinodale dobbiamo crescere come Chiesa “samaritana” che conforta, si impegna e si china a toccare le piaghe della carne sofferente di Cristo nel popolo. Egli ha voluto identificarsi con i più poveri ed emarginati, e ci offre la sua presenza misericordiosa in essi.

Coinvolgere attivamente i poveri

L’auspicio del Papa è che le “iniziative di solidarietà dimostrino che è possibile cambiare, che la realtà non è bloccata”, e che se intraprese con saggezza e coerenza, motivino tanti. Quindi Francesco rimarca che gli indigenti vanno coinvolti nei progetti che li riguardano.

I poveri non devono essere visti come destinatari di un’opera di beneficenza. Devono essere parte attiva del discernimento dei bisogni più urgenti.

Una sola famiglia al fianco degli ultimi

Per Francesco è importante che ci si liberi “da mentalità paternalistiche, che allargano il divario tra quanti sono chiamati a formare una sola famiglia”. Infine il Papa rinnovo la sua gratitudine a quanti hanno prestato il loro servizio nella Fondazione Populorum Progressio, esprimendo pure “riconoscenza agli organismi internazionali che hanno collaborato” e incoraggiandoli “a dare continuità a tale impegno”. E terminando il suo discorso, il Pontefice ha evocato la Vergine perché “con il suo affetto e la sua tenerezza di madre”, ci spinga “stare vicino ai più poveri e ai dimenticati, che Dio certo non dimentica”.