Sinodo, Hollerich: né parlamento né monarchia, la Chiesa è servizio

Vatican News

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Un tempo, l’ascolto e il procedere insieme di tutti i battezzati erano molto più presenti nella Chiesa, che era molto più sinodale nei primi secoli che oggi. Il cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo spiega così a Vatican News che “molto spesso si dice che la Chiesa non è un parlamento, ed è vero. Ma non è nemmeno una monarchia”.

Il metodo dell’ascolto

Hollerich, negli ultimi giorni, ha preso parte alla riunione del Sinodo a Frascati dove circa 50 esperti, provenienti da ogni parte del mondo, ascoltando e dialogando a partire dalle sintesi sinodali realizzate a partire dalla consultazione del popolo di Dio, hanno elaborato il Documento per la tappa continentale, che sarà presentato in Vaticano il 15 ottobre e poi restituito ai vescovi e ai fedeli. Il porporato ha quindi parlato dell’“ascolto” come metodo per far progredire la Chiesa, che risale in linea di principio al documento conciliare Lumen Gentium“. I fedeli, dunque, non sono “oggetti, ma soggetti” nella Chiesa, spiega presentando un interrogativo: “Come posso decidere come vescovo se non ascolto il popolo?”.

L’autorità del vescovo

Il porporato, allo stesso tempo, parla del potere temporale distinguendolo dall’“autorità”. Se si dice che il vescovo ha potere, precisa, “si sbaglia”, poiché il vescovo ha un ministero, un servizio alla Chiesa, il che significa anche che ha una certa autorità, “ma che se lo si equipara semplicemente al potere, significa che l’autorità è esercitata in modo sbagliato”.

Il percorso del Sinodo 

L’assemblea dei vescovi si terrà in Vaticano nell’ottobre 2023 e le consultazioni, così come il coinvolgimento dei fedeli di tutto il mondo, sono in corso da un anno. Alla domanda su cosa abbia personalmente imparato o sperimentato nel corso di quest’anno, Hollerich risponde che il Papa ha ragione nel parlare di conversione sinodale. “Non tutto è perfetto – è riconosce – devo lavorare su me stesso, ma sono sulla buona strada, spero”.

La fondamentale ricerca teologica

In occasione del simposio internazionale per il 60.mo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, in un intervento all’Università Urbaniana, Hollerich aveva detto che la teologia è un “ufficio speciale della Chiesa” in cui è richiesta una riflessione “senza bisogno di imposizioni da parte della Chiesa”. La Chiesa e il mondo traggono beneficio dalla ricerca teologica. I cambiamenti oggi richiedono meno tempo rispetto ai secoli precedenti e la sua impressione è che la Chiesa sia “sempre un po’ in ritardo” nel reagire alle innovazioni culturali. “Ma le innovazioni stanno arrivando e metteranno in discussione le nostre certezze più profonde”, è opinione del porporato. “Non posso immaginare, ad esempio, che l’antropologia non diventi completamente nuova nei prossimi decenni. Abbiamo bisogno di teologia anche per questo”, ha concluso il cardinale Hollerich, ringraziando i teologi per la loro ricerca, poiché “è un bene per la Chiesa e per il mondo, che la Chiesa è chiamata a servire”.