Siena: ritrovato dopo 32 anni il Reliquiario di San Galgano

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Michele Raviart – Città del Vaticano

Il Reliquiario di San Galgano, opera del 1300 realizzata in rame dorato, argento e smalti traslucidi, torna finalmente a disposizione della collettività, dopo che la notte tra il 10 e l’11 luglio 1989 fu trafugato da una sala del Museo del seminario di Montarioso a Monteriggioni, in provincia di Siena, insieme ad altri dieci oggetti di arte sacra di inestimabile valore.

Capolavori dell’oreficeria medievale 

I reperti, di proprietà dell’arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, sono stati ritrovati nei giorni scorsi dai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio dei beni culturali italiano a casa di un collezionista nella provincia di Catania. Tra queste opere, realizzate da orafi senesi e romani, una croce d’argento del XII secolo, due pissidi e un reliquiario a tempietto del XIV secolo e sei calici d’argento datati dal XIII secolo al XVII secolo. Erano gli oggetti più preziosi del Museo, tutti catalogati ed esposti anche in numerose mostre.

Cardinale Lojodice: un tassello dell’identità senese

Questi oggetti “sono tornati al proprio posto, restituendo così alla collettività senese un significativo tassello della propria identità culturale e artistica”, ha ricordato il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena- Colle di Val d’Elsa-Montalcino. “Una storia molto bella per come finisce”, ha invece sottolineato nella conferenza stampa di presentazione del ritrovamento il Ministro dei beni culturali italiano Dario Franceschini, “perché questi oggetti sacri ritornano nei luoghi dove sono stati rubati anni fa e questo dimostra una volta di più quanto le comunità locali sono strette, costruite e orgogliose dei loro simboli, anche oltre il loro significato religioso”.

I restauri dei Musei Vaticani

Le opere ritrovate, alle quali manca ancora un calice prezioso, saranno ora portate ai laboratori di restauro dei Musei Vaticani, dove, nel tempo previsto di sei mesi, si cercherà di rimediare ai danni commessi durante il furto e negli anni passati lontano dal museo. In particolare il reliquiario di San Galgano è stato diviso in quattro pezzi e ha subito la perdita di alcuni smalti molto preziosi che andranno particolarmente monitorati.

Jatta: un ritrovamento storico e devozionale senza precedenti

“È un ritrovamento quasi senza precedenti per l’importanza che questi reliquiari e questi oggetti hanno non soltanto dal punto di vista storico-artistico, ma anche devozionale”, ha affermato il direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta. “Siamo in attesa di ricevere questo reliquiario”, ha ribadito in conferenza stampa, “che tratteremo non solo professionalmente, dal punto di vista della conservazione, del restauro e della manutenzione, ma anche con la devozione che questo genere di opere meritano”.

La ricostruzione del furto

Per la notorietà degli oggetti, tra i più ricercati di questo tipo in Europa, si è sempre pensato che il furto fosse stato commesso su commissione, ma le forze dell’ordine hanno affermato che l’ipotesi non è stata ancora confermata con certezza. Furono subito arrestati invece dli esecutori materiali del furto – persone che conoscevano bene sia il parco che circonda il seminario sia la sala dove si trovava la teca di vetro dove erano conservati gli oggetti – che entrarono nel museo attraverso una finestra interna e superando la porta blindata d’accesso attraverso un foro nel muro.