Si toglie il velo a scuola, ragazza iraniana muore dopo l’arresto

Vatican News

Gianmarco Murroni – Città del Vaticano

È arrivata in un ospedale della periferia di Teheran con una grave emorragia vaginale ed è morta poco dopo. Masooumeh aveva appena 14 anni e prima di morire era stata arrestata per essersi tolta il velo a scuola: l’adolescente iraniana, probabilmente, voleva emulare il gesto di Masha Amini, la 22enne arrestata dalla polizia morale iraniana perché non indossava l’hijab in modo corretto e morta il 16 settembre scorso a causa delle percosse ricevute durante la custodia.

L’arresto

Le forze di sicurezza del Paese hanno identificato Masooumeh grazie ai filmati delle telecamere di sicurezza della scuola e successivamente l’hanno portata in caserma. Durante la custodia sarebbe stata violentata, secondo quanto denunciato da Hadi Ghaemi, il direttore della ong con sede a New York ‘Center for Human Rights in Iran’. Si sono perse le tracce, inoltre, della madre della ragazza, dopo che aveva promesso di voler rendere pubblica la drammatica sorte della figlia.

I precedenti

La storia di Masooumeh ricorda la tragica sorte di altre adolescenti che hanno preso parte alle proteste esplose in tutto l’Iran dopo la morte di Mahsa Amini e tuttora in corso. Oggi, attivisti hanno denunciato lo stupro da parte delle forze di sicurezza di una studentessa delle superiori, rapita dopo aver preso parte alle dimostrazioni, il cui cadavere è stato trovato per le strade di Teheran. Nei mesi scorsi aveva creato indignazione la vicenda della 16enne Nika Shakarami, scomparsa per giorni dopo aver bruciato il velo in piazza, l’adolescente era stata poi dichiarata morta ufficialmente nella presunta caduta da un palazzo, mentre secondo la famiglia anche Nika sarebbe stata uccisa. Secondo i dati dell’associazione degli attivisti dei diritti umani iraniani Hrana, sono almeno 69 i minorenni morti durante la repressione delle proteste. In tutto hanno perso la vita 506 persone, tra cui 66 membri delle forze di sicurezza, mentre gli arrestati sono oltre 18mila.

Le reazioni internazionali

Immediata la condanna dei leader mondiali. “Quanto sta avvenendo in queste settimane in Iran supera ogni limite e non può, in alcun modo, essere accantonato”, ha affermato il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella in un messaggio alla conferenza degli ambasciatori alla Farnesina. Teheran ha regolarmente respinto le critiche sulla repressione delle proteste che in questi mesi sono arrivate dal mondo occidentale. “Ritengo inaccettabili le interferenze della Francia nei nostri affari interni”, ha detto il ministro degli Esteri iraniano all’omologa francese Catherine Colonna durante un vertice ad Amman. Il ministro della Repubblica Islamica, poco prima, aveva condannato “l’approccio dei Paesi occidentali a sostegno dei rivoltosi” parlando, sempre durante il summit in Giordania, con l’Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione europea Josep Borrell. Il regime non ha gradito nemmeno l’espulsione dalla Commissione della Nazioni Unite sullo status delle donne, decisa dopo l’approvazione di una risoluzione proposta dagli Stati Uniti in reazione alla violenza durante le proteste. “I diritti umani e i diritti delle donne sono violati attraverso pratiche errate da parte degli Usa e alcuni Paesi europei”, ha detto la vice presidente per gli Affari delle Donne e della Famiglia dell’Iran Ensiyeh Khazali, commentando l’espulsione dell’Iran e definendola “un allarme per l’Onu”.