Si rischia il disastro ambientale in Sri Lanka

Vatican News

Benedetta Capelli e Isabella Piro – Città del Vaticano

C’è grande preoccupazione in Sri Lanka dove sono arrivati esperti internazionali per supportare le autorità del Paese alle prese con la nave – cargo MV X-Press Pearl parzialmente affondata al largo di Colombo, dopo 13 giorni dal rogo che l’ha investita e in seguito a vari tentativi di spostarla e rimetterla a poppa.

Lo Sri Lanka ha chiesto aiuto all’India per proteggere le sue coste: il disastro ecologico è già in corso ma potrebbe essere aggravato dalla fuoriuscita di materiali che sono all’interno della nave. A bordo ci sono 278 tonnellate di olio combustibile, 50 tonnellate di gasolio e 20 contenitori pieni di olio lubrificante. A minacciare il delicatissimo ecosistema marino, già compromesso, ci sono anche lingotti di piombo, 25 tonnellate di acido nitrico, altri prodotti chimici e tonnellate di microgranuli di plastica da imballaggio contenuti in diversi container e che hanno sommerso le coste dell’area oltre a disperdersi in acqua. Sospesa la pesca in un raggio di 80 chilometri attorno alla nave ed è a rischio la fragile economia della zona, in pericolo le attività di 4.300 famiglie.

Appello dell’arcivescovo di Colombo

In una conferenza stampa, l’arcivescovo di Colombo, il cardinale Malcom Ranjith, ha suggerito di intraprendere azioni legali contro la X-Press Feeders, società proprietaria della nave-contaneir. “Spero di vedere un’iniziativa in questa direzione – ha detto l’arcivescovo – perché non possiamo permettere che si agisca con superficialità in Sri Lanka, dove ad oggi non ci sono abbastanza fondi per comprare i vaccini contro la pandemia da Covid-19”. “Il carburante fuoriuscito dalla nave – ha aggiunto il cardinale Ranjith – deve essere completamente rimosso, pena il verificarsi di gravi danni” sia per la comunità di pescatori che per l’ambiente. “Servono risposte concrete da parte del governo” ha sottolineato ancora il porporato, deplorando il ritardo con cui le autorità sono intervenute: “Solo ora che le spiagge e le risorse ittiche sono andate distrutte, si cerca di fare pulizia – ha spiegato – Ma tutto il petrolio riversato dalla nave si disperderà comunque, provocando la perdita di interi arenili e di numerosi posti di lavoro tra i pescatori”. E questo, ha concluso il cardinale Ranjith, lo Sri Lanka “non può permetterlo”.