Chiesa Cattolica – Italiana

Schönborn: Oriente e Occidente tornino a “respirare con due polmoni”

Emanuela Campanile – Awali, Bahrein

“Non lasciamo evaporare la possibilità dell’incontro tra civiltà, religioni e culture, non permettiamo che secchino le radici dell’umano! Lavoriamo insieme, lavoriamo per l’insieme, per la speranza!”. Lo ha detto Papa Francesco ieri nel suo primo discorso in Bahrein, rivolgendosi al re, alle autorità e ai rappresentanti della società civile del Paese del Golfo. E ha proseguito: “Sono qui come seminatore di pace, per vivere giorni di incontro, per partecipare a un Forum di dialogo tra Oriente e Occidente per la pacifica convivenza umana”. Questi giorni, ha detto poi il Papa, rappresentano “una tappa preziosa nel percorso di amicizia intensificatosi negli ultimi anni con vari capi religiosi islamici: un cammino fraterno che, sotto lo sguardo del Cielo, vuole favorire la pace in Terra”.

Il Papa al Forum: navigando da soli si va alla deriva

“Purtroppo, Oriente e Occidente assomigliano sempre più a due mari contrapposti”, ha affermato stamattina Papa Francesco concludendo il Forum di dialogo con i leader religiosi, patrocinato dal re del Bahrein. In un mondo globalizzato “si va avanti solo remando insieme”, mentre “navigando da soli, si va alla deriva”, ha avvertito. Il Papa ha parlato del valore della preghiera nel percorso verso la fraternità: “Chi prega – ha detto – riceve nel cuore la pace e non può che farsene testimone e messaggero; e invitare, anzitutto attraverso l’esempio, i propri simili a non diventare ostaggi di un paganesimo che riduce l’essere umano a ciò che vende, compra o con cui si diverte, ma a riscoprire la dignità infinita che ciascuno porta impressa”.

Schönborn: la preghiera è ciò che ci unisce 

Al Forum che si è tenuto ad Awali era presente anche il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, teologo. Al microfono di Vatican News, il porporato commenta il momento vissuto.

Ascolta le parole del cardinale Schönborn

Cardinale Schönborn, quale è l’importanza di questo momento di incontro con il mondo islamico dopo quello di Abu Dhabi nel 2019. Ovviamente c’è un filo rosso che viene tessuto anche negli anni e questi non sono solo degli appuntamenti isolati. Che cosa però c’è in più, che cosa ha caratterizzato questo evento qui in Bahrein?

Certamente, io sottolineerei la forte insistenza sulla preghiera perché questo ci unisce tutti: non c’è religione senza preghiera, senza il rapporto con l’Eterno, e questa insistenza è un modo per ricordarlo a noi tutti. Le conseguenze della preghiera sono quelle che il Papa ha elencato: l’apertura al prossimo, perchè non si può essere in contatto con Dio senza l’apertura al prossimo. Quindi non c’è tanto un contenuto nuovo, io direi, quanto l’applicazione dei punti contenuti nella Dichiarazione di Abu Dhabi.

Che cosa non ha ancora compreso l’occidente? Parlo della società civile non tanto degli alti vertici…

Sì, l’elemento della società civile è un elemento che tocca tutti e di cui abbiamo bisogno. Lo dicono i cristiani del Medio Oriente: “noi vogliamo essere semplicemente cittadini”. Il Papa ha detto che il termine ‘minoranza’ è già in un certo senso discriminatorio; sono cittadini con gli stessi diritti e doveri. Penso che questo tocchi tutti, sia l’Occidente sia l’Oriente. E poi ciò che Francesco ha detto sugli elementi complementari; potrebbero essere l’intelligenza e la scienza che tanto si sono sviluppati nell’ Occidente senza quell’aspetto sapienziale che può essere un po’ simbolizzato dall’Oriente. Dunque la complementarietà fra le due parti. E si può riprendere a questo proposito un’espressione di San Giovanni Paolo II. Lui lo diceva dell’Europa, ma si può allargare a tutto il mondo: dobbiamo respirare con due polmoni.

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