Santuari italiani, a Varese il convegno nazionale con rettori e operatori

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Si terrà a Varese, nella suggestiva Villa Cagnola di Gazzada, da oggi, lunedì 14 novembre, a venerdì 18 novembre, la 56.ma edizione del Convegno nazionale dei Santuari Italiani, organizzata dal Collegamento Nazionale Santuari (CNS).

“Santuari: la forza evangelizzatrice della pietà popolare”

I rettori e gli operatori dei luoghi di devozione si ritroveranno insieme “per vivere un’esperienza assembleare di confronto e condivisione della medesima missione”, che è quella – ha sottolineato il presidente del CNS, il rogazionista padre Mario Magro, rettore del Santuario di Sant’Antonio di Messina -, di “promuovere, evangelizzare, sostenere e incrementare il cammino spirituale dei fedeli e dei pellegrini che liberamente scelgono di frequentare i Santuari come speciali ‘cliniche dello Spirito’”.

Durante queste cinque giornate di studio, attorno al tema “Santuari: la forza evangelizzatrice della pietà popolare” – informa una nota –, i rettori e gli operatori di tanti luoghi di devozione parteciperanno ad incontri, celebrazioni, riflessioni e a due pellegrinaggi ai Santuari di Santa Maria del Monte (Sacro Monte di Varese) e Santa Caterina al Sasso sul Lago Maggiore. Saranno inoltre diversi professori della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale ad aiutare i partecipanti “a meditare, riflettere e dialogare sull’importanza e attualità della Pietà popolare oggi, in particolare sulla sua forza evangelizzatrice, che riattualizza e comunica in forme nuove il Vangelo di Cristo in un mondo che cambia”.

La pietà popolare, vero tesoro del popolo di Dio

A spiegare l’importanza della pietà popolare ci aiuta il Direttorio su Pietà popolare e Liturgia, che la definisce “vero tesoro del popolo di Dio”. Il Direttorio scrive che essa “manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di sacrificio fino all’eroismo, quando si tratta di manifestare la fede; comporta un senso acuto degli attributi profondi di Dio: la paternità, la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione”.

La pietà popolare, afferma padre Magro, “alimenta anche il cammino spirituale di ogni singolo battezzato e cristiano, di ogni singola persona che si fa pellegrina nei santuari sia per fede che per turismo religioso”.  Cammino spirituale che – agiunge il presidente del CNS – “non è altro che quel pellegrinare incontro al Signore vivo e presente nel mondo, attraverso l’ascolto della sua Parola, la preghiera, la condivisione e la solidarietà che partecipiamo ai fratelli che incontriamo”.

Pedagogia di evangelizzazione

Alla domanda su quali siano i principi e i fondamenti alla base della pietà popolare, come forza evangelizzatrice, capace di veicolare e riscoprire alcuni valori della tradizione cristiana, si può rispondere grazie ai numerosi documenti ecclesiali redatti negli ultimi trent’anni, che aiutano a fare luce sull’argomento  e che mostrano l’importanza delle molteplici manifestazioni cultuali e devozionali dei fedeli e dei pellegrini sperimentate nei luoghi dello Spirito, cioè i Santuari, di cui è costellata l’Italia. Tali manifestazioni di religiosità popolare non possono, dunque, essere considerate come un aspetto secondario della vita pastorale. Come ricorda anche Paolo VI, nell’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi, “La pietà popolare o religione del popolo, piuttosto che religiosità, se è ben orientata, soprattutto mediante una pedagogia di evangelizzazione, è un grande patrimonio per la Chiesa, anche perché rivela il suo vero volto, la sua identità profonda di ‘Corpo di Cristo che si manifesta come popolo di Dio’”.