Québec, il rettore della cattedrale: ci stringiamo col Papa ai popoli indigeni

Vatican News

Antonella Palermo e Silvonei Protz

Dopo la celebrazione della Messa nel Santuario di Sainte-Anne-de-Beaupré, la quarta giornata della tappa a Québec city del viaggio apostolico di Papa Francesco in Canada si conclude alle 17.15 (le 23.15 in Italia) con la preghiera dei Vespri assieme ai vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi, ai consacrati, ai seminaristi e agli operatori pastorali riuniti nella cattedrale di Notre Dame. Qui il Pontefice terrà una omelia e sosterà in preghiera davanti alla tomba di San Francesco de Laval, primo vescovo della città.

Nella prima chiesa del Nordamerica

Notre-Dame de Québec è situata dove si ergeva la prima cappella costruita da Champlain nel 1633. Fu edificata nel 1647, con il nome di Notre-Dame de la Paix e nel 1664 divenne la prima chiesa parrocchiale a nord del Messico, intitolata a Nostra Signora dell’Immacolata Concezione. Assunse il titolo di cattedrale in seguito alla nomina di San Francesco de Laval a primo vescovo della nuova diocesi della città di Québec. Duecento anni dopo, Pio IX la elevò a basilica, per l’importanza acquisita in quel territorio. Bombardata e bruciata nel 1759 durante l’assedio britannico, venne poi ricostruita e attualmente si presenta con una facciata neoclassica, due torri asimmetriche, sontuose vetrate colorate (progettate dalla Casa Meyer di Monaco e dalla Casa Champigneulle di Parigi), magnifici dipinti, uno splendido baldacchino progettato e costruito da François Baillairgé, famoso pittore, scultore e architetto franco-canadese. Proprio qui, San Giovanni Paolo II iniziò la sua visita pastorale nel Paese nel 1984. Nella chiesa c’è anche un grande reliquiario di santi e beati del Canada e una cripta dove riposa la maggior parte dei vescovi, arcivescovi e cardinali della diocesi e quattro governatori della Nuova Francia.

Ritrovare slancio nella Chiesa canadese, sotto la guida di San Francesco di Laval 

L’inviato a Quebec, Silvonei Protz, ha intervistato il rettore padre Jimmy Rogrigue:

Ascolta l’intervista al Rettore della cattedrale

Come vi state preparando all’incontro con il Santo Padre, quali le attese?

Cercheremo di disporci all’ascolto perché la sua presenza è un atto forte. Sarà un passo di comunione con le Prime Nazioni, più grande, più profondo.

Che posto occupano le First Nations nel cuore della Chiesa oggi in Quebec?

Sta crescendo il cuore della Chiesa. Sta prendendo coscienza dell’importanza della dignità di questi popoli ma anche della possibilità di conoscere di più la loro vita, la loro cultura. Di vedere come ci sono segni e vie di comunione con loro.

Il Papa qui parlerà a tutta la Chiesa del Canada…

Certo. Perciò vogliamo ascoltarlo per sapere i passi da fare in fututo, la creatività che possiamo mettere nelle nostre chiese, nella nostra accoglienza. Può essere veramente per noi un momento forte di presenza accanto a loro. Un momento forte per acquisire la consapevolezza di essere un corpo visibile di accoglienza di quella cultura che ha una bellissima dignità e una opportunità per una ricerca di verità sempre più grande. Questo io vedo.

Papa Francesco viene come pellegrino con uno spirito penitenziale. Questo atteggiamento può muovere i cuori di tanta gente…

Ci fa capire bene che bisogna andare più in profondità rispetto al chiedere scusa. Dobbiamo, con l’aiuto di Dio, sviluppare la comunione che sarà anche via di guarigione.

Come si presenta oggi la Chiesa in Québec?

È una Chiesa un po’ stanca. Vediamo che i giovani sono sempre di meno in Chiesa. Vediamo le persone anziane… È una Chiesa che ha bisogno di un rinnovamento profondo. Questo può venire dall’ascolto della Parola e dalle forze per una nuova evangelizzazione. Penso che la visita del Papa ci aiuterà a fare più spazio per accogliere la parola di Dio.

Ci parli della sua cattedrale…

È la prima chiesa in America del Nord. Le colonne sono quelle del regime francese. Troviamo qui un luogo per ripartire da Cristo. Abbiamo la tomba del primo vescovo. Il fatto che i vescovi si riuniscano proprio qui vuol dire tornare alle nostre radici della fede, per ritrovare uno slancio e ripartire sotto la guida di San Francesco de Laval, missionario, evangelizzatore instancabile.