Francesco lo ha approvato lo scorso aprile, è stato curato dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche. Monsignor Ravelli: “Il rito rinnovato evidenzia che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo”
Il frontespizio del libro “Rito delle esequie del Romano Pontefice”
Continuità e novità
L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, avvalendosi di diversi esperti, ha dunque provveduto a una revisione approfondita dell’intero libro, ed è poi intervenuto sul lessico, sui testi liturgici e sui singoli riti, adeguando l’intero rituale alla nuova Costituzione Prædicate Evangelium del marzo 2022 la quale, pur mantenendo in vigore l’ufficio del Camerlengo, abolisce la Camera Apostolica. Sono state mantenute le tre “stazioni” classiche, quella nella casa del defunto, quella nella Basilica Vaticana e al luogo della sepoltura. «Tuttavia – spiega ancora l’arcivescovo Ravelli – la struttura interna delle stazioni e dei testi è stata rivista alla luce dell’esperienza maturata con le esequie di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, dell’attuale sensibilità teologica ed ecclesiale e dei libri liturgici recentemente rinnovati». Tra le novità più rilevanti, la semplificazione dei titoli pontifici: è stata ripresa la terminologia usata nella terza edizione del Missale Romanum (2008), cioè gli appellativi di Papa, di Episcopus [Romæ] e di Pastor, mentre nelle premesse generali e nelle rubriche si è optato per l’espressione Romanus Pontifex, in conformità al titolo del libro liturgico. Nella traduzione italiana è stato ripreso il lessico usato nella seconda edizione del Rito delle Esequie (2010) a cura della Conferenza Episcopale Italiana, a partire dalla quale è stata aggiornata gran parte della terminologia nella versione italiana del Rito, per esempio preferendo il termine feretro per indicare il corpo già chiuso nella bara. «La struttura del nuovo Ordo – aggiunge il Maestro delle Celebrazioni papali – è stata semplificata rivedendo o eliminando diversi elementi rituali difficili da coordinare o ritenuti ormai inadeguati. Inoltre ogni sequenza rituale è stata resa più chiara e precisa, così come sono state definite meglio le competenze e i ruoli di coloro che sono coinvolti nella preparazione e nello svolgimento dei riti».
Le tre “stazioni”
La prima stazione «nella casa del defunto» prevede le novità della constatazione della morte nella sua cappella privata, anziché nella camera, e la deposizione della salma nell’unica bara di legno e in quella interna di zinco, prima di essere traslato in Basilica. È stata eliminata la prima traslazione nel Palazzo Apostolico. Sono stati meglio precisati alcuni passaggi rimodulando anche la seconda stazione: poiché la deposizione nella bara è già avvenuta dopo la constatazione della morte, la sera prima della Messa esequiale si procede alla sua chiusura. La seconda stazione «nella Basilica Vaticana» considera un’unica traslazione in San Pietro, la chiusura della bara e la Messa esequiale. Nella Basilica Vaticana il corpo del Papa defunto è esposto direttamente nella bara e «non più su un alto cataletto», inoltre, in conformità con quanto stabilisce il Cæremoniale Episcoporum per le esequie del vescovo diocesano, durante questa esposizione non sarà posto accanto alla bara il pastorale papale. Infine, la terza stazione «nel luogo della sepoltura» include la traslazione del feretro al sepolcro e la tumulazione. «Questa stazione – spiega Ravelli – ha subito un significativo snellimento a causa dell’eliminazione della deposizione e chiusura della bara di cipresso in una seconda di piombo e in una terza di rovere o di altro legno». Un altro elemento di novità consiste nell’introduzione delle indicazioni necessarie per l’eventuale sepoltura in un luogo diverso dalla Basilica Vaticana.
Revisione approfondita dei testi
La nuova edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis è stata sottoposta a una revisione approfondita anche per quanto riguarda i testi rubricali, eucologici e biblici. È stato necessario in particolare uniformare le preghiere latine alla terza edizione tipica del Missale Romanum del 2008 e alla traduzione biblica della Nova Vulgata, mentre la traduzione italiana è stata allineata alla terza edizione del Messale Romano del 2020 e del Lezionario della CEI in vigore dal 2008. «Per lasciare maggiore libertà nella scelta del repertorio da eseguire – aggiunge l’arcivescovo Ravelli – si è preferito eliminare la notazione musicale inserendo però riferimenti puntuali alle pagine del Graduale Romanum del 1979, in quanto libro liturgico ufficiale del canto della Chiesa romana. Anche in questo caso, i testi dei salmi sono stati uniformati alla Nova Vulgata». Sono stati corretti errori di natura tipografica ed è stata migliorata la corrispondenza di qualche traduzione all’originale latino. Sono state aggiornate le Litanie dei Santi, cantate durante i riti delle esequie in due occasioni: mentre il corpo del Papa viene traslato in Basilica, nella forma più lunga, e durante la tradizionale supplica della Chiesa di Roma, al termine della Messa esequiale, per la quale è stata scelta la forma breve. Sono stati inclusi di tutti i santi celebrati con il grado di festa o memoria obbligatoria, indicati nel Calendario generale, e completati con l’inserimento di tutti i santi Papi presenti nel Calendario generale con il grado di memoria facoltativa e di alcuni santi della Chiesa di Roma.
I “novendiali”
Un quarto e ultimo capitolo del libro liturgico è dedicato alle disposizioni per i novendiali, le Messe in suffragio del Papa defunto celebrate per nove giorni consecutivi a partire dalla Messa esequiale. Nel rituale sono riportati quattro – e non più tre – formulari di preghiere a scelta, in quanto sono stati ripresi tutti quelli offerti dal Missale Romanum per il Papa defunto e quello per il vescovo diocesano defunto. A differenza dell’edizione precedente, vengono omessi i testi del Lezionario, di cui si offrono invece soltanto le indicazioni bibliche. Infine, questa nuova edizione non presenta la corposa appendice con l’ordinario della Messa, le raccolte di salmi penitenziali e graduali e i canti dell’ordinario con la notazione gregoriana. «L’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis – conclude il Maestro delle Celebrazioni papali – non è pensato come un “messale plenario”, quanto come un Ordo nel senso proprio del termine, che cioè contiene le indicazioni rituali, lo svolgimento di riti e i testi propri, ma rimanda per tutto il resto ai libri liturgici in uso, vale a dire il messale, il lezionario e il graduale. Ne risulta, dunque, un volume più snello, di facile consultazione e preciso nelle indicazioni rituali, strumento essenziale per la preparazione e la celebrazione delle esequie del discepolo di Cristo scelto come successore di Pietro».