Perdono di Assisi, il custode della Porziuncola: c’è bisogno di recuperare il desiderio del paradiso

Vatican News

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Tre giorni per prepararsi al Perdono di Assisi. Da oggi e fino a domenica, ogni sera, alle 21.15, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, sono le meditazioni di padre Mauro Galesini che introdurranno alla celebrazione della misericordia lucrata da San Francesco. Domani appuntamento alle 16.30 una catechesi penitenziale per tutti, per una “Guida all’esame di coscienza” in preparazione al sacramento della riconciliazione. L’1 agosto, alle 11, sarà padre Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, a presiedere la solenne celebrazione eucaristica che terminerà a mezzogiorno con la processione di “Apertura del Perdono”. Da quel momento fino alle ore 24 del 2 agosto l’Indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali e francescane dei cinque continenti.

La storia del Perdono di Assisi

Il Perdono di Assisi ha origine nel XIII secolo. Si narra che una notte dell’anno 1216 San Francesco è immerso nella preghiera presso la Porziuncola, quando improvvisamente dilaga nella piccola chiesa una vivissima luce e sopra l’altare l’umile frate vede il Cristo e sua Madre circondati da una moltitudine di angeli. Gli viene chiesto cosa desideri per la salvezza delle anime e Francesco risponde: “Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli dice il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”. Il poverello di Assisi si presenta, così a Papa Onorio III che lo ascolta con attenzione, dà la sua approvazione e gli domanda: “Per quanti anni vuoi questa indulgenza?”.  E Francesco: “Padre Santo, non domando anni, ma anime. Voglio, Padre santo, se piace alla Vostra Santità, che quanti confessati e contriti, e, com’è dovere, assolti dal sacerdote, entreranno in quella chiesa, siano liberati dalla pena e dalla colpa, in cielo e in terra, dal giorno del battesimo fino al giorno e all’ora dell’ingresso nella detta chiesa”. Il Pontefice risponde: “Ecco, da ora concediamo che chiunque verrà ed entrerà nella predetta chiesa, opportunamente confessato e pentito, sia assolto dalla pena e dalla colpa; e vogliamo che questo valga ogni anno in perpetuo, ma solo per una giornata, dai primi vespri compresa la notte, sino ai vespri del giorno seguente”. Fu così che il 2 agosto 1216, insieme ai vescovi dell’Umbria, che Francesco, al popolo radunatosi alla Porziuncola annunciò: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”. Nel corso dei secoli la concessione ha subito molte variazioni, fino a quando è stata estesa a tutti i giorni per la chiesa della Porziuncola, mentre per tutte le chiese parrocchiali e francescane solo al 2 agosto. La disciplina attuale è stata fissata da Paolo VI nella Lettera Apostolica Sacrosancta Porziuncolae Ecclesia del 14 luglio 1966, inviata al vicario generale dell’Ordine dei Frati Minori fr Costantino Koser in occasione del 750° anno della concessione dell’Indulgenzia della Porziuncola.

Il programma delle celebrazioni

L’1 agosto, dopo la celebrazione dell’“Apertura del Perdono”, alle 18.30 presiede i Primi Vespri monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e Foligno. Segue l’offerta dell’incenso da parte del sindaco di Assisi Stefania Proietti. La sera, poi alle 20.45 si svolge la tradizionale veglia di preghiera serale: a guidarla fr Luciano De Giusti, ministro provinciale dei frati minori di Abruzzo-Lazio. Il 2 agosto numerose le celebrazioni eucaristiche in programma, quella solenne, alle 11.30 sarà presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco.

Alla Porziuncola tutto è pronto per accogliere fedeli e pellegrini alla “festa del perdono”, fr Massimo Travascio, che ne è custode, spiega come predisporsi per vivere questo momento di Grazia.

Ascolta l’intervista a fr Massimo Travascio

Si apre oggi il triduo di preparazione al Perdono della Porziuncola, quest’anno quali riflessioni possono aiutare ad un esame di coscienza personale e collettivo?

Come ogni anno, questa festa, ancora una volta, viene a dirci che abbiamo bisogno tutti di una parola di bene e di uno sguardo di misericordia sul cammino faticoso dell’umanità, sulla vita della Chiesa e anche sulla vita di ognuno di noi, sulla nostra vita personale, Abbiamo bisogno di recuperare il desiderio del paradiso, un paradiso non soltanto per noi ma per tutti. Il desiderio che tutti vadano in paradiso vuol dire desiderare il bene, desiderare la felicità per sé e per gli altri. Questo ci sprona a recuperare la dimensione del silenzio. Abbiamo bisogno di coltivare il silenzio per comprendere quello che abita il nostro cuore, ma soprattutto per lasciarci amare. Sappiamo che ama veramente soltanto chi si sente amato, e raggiunto, trasformato, dall’amore. Nel silenzio, nella preghiera, noi ci lasciamo amare da Dio e nasciamo proprio nel suo amore, che è sempre un amore nuovo, che ci rinnova. E allora vediamo, anche nella preghiera, quali sono le ombre che ci portiamo nel cuore, e questo ci aiuta a vedere quegli spazi della nostra vita che non sono ancora stati raggiunti dall’amore di Dio e dalla misericordia del Padre. Anche quest’anno ci sarà un triduo di preparazione al Perdono e ad ognuna delle tre serate è stato dato un titolo: la prima serata “Sto alla porta e busso”, la seconda serata “Sto alla porta spoglio” e la terza serata “Sto alla porta e salvo”. Sono tre serate che hanno un titolo che si riferisce alla Porta del Perdono, ma in generale anche un po’ alla Porta della Spogliazione che è stata aperta a maggio nel vescovado. La Porta della Porziuncola è una porta sempre aperta, insieme ad altre porte che sono state attraversate da Francesco: è una porta aperta per essere attraversata e poter fare esperienza del perdono, della misericordia.

Il Perdono di Assisi, con le sue diverse celebrazioni, dà vita a momenti di meditazione, raccoglimento e preghiera, a quali considerazioni invita riguardo al conflitto in Ucraina?

Sicuramente, in questo anno, così difficile in cui il nostro pensiero va alla mancanza della pace, non soltanto per il conflitto in Ucraina, ma anche per tanti conflitti che sono in corso, abbiamo bisogno di pensare come questa dimensione di ritornare in sé, di ritornare ad una preghiera personale, ad una relazione amicale con il Signore, ci consente di chiedere nella preghiera il dono dello Spirito Santo. Noi sappiamo che il dono dello Spirito Santo è l’amore che ci consente di amare con lo stile di Dio e quindi di considerare tutti gli uomini come li considera Dio, quindi figli e fratelli. Penso che la dimensione del silenzio della preghiera siamo invitati a recuperarla, perché, soltanto se recuperiamo questo, allora potremmo dare anche uno spunto a tutti gli uomini per poter considerare ciò che è veramente importante e soprattutto imparare a guardare gli altri come li guarda Dio.

Da mezzogiorno dell’1 agosto alla mezzanotte del giorno dopo è possibile ottenere l’indulgenza plenaria oltre che alla Porziuncola di Assisi – dove la si può chiedere tutto l’anno – in tutte le chiese parrocchiali e francescane nel mondo. Questa richiesta di perdono corale può aprire di più alla solidarietà nei confronti del prossimo?

Si. In questo tempo e in questo evento del perdono, non dobbiamo dimenticare che abbiamo il potere di convertire la misericordia in perdono. Misericordia e perdono non sono sinonimi. Il perdono è la misericordia di Dio accolta da un cuore umiliato e in questi giorni noi chiediamo proprio la grazia di convertire la misericordia in perdono. Questo ci consente anche di avere uno sguardo diverso, non soltanto sulla realtà, ma anche sulle persone che sono intorno a noi e quindi di riscoprire, per esempio, il valore della comprensione, della solidarietà, del rispetto dell’altro. E diventare persone che nella dimensione della preghiera imparano a intercedere per i fratelli. Questa dimensione è molto importante, perché la preghiera è già un prendersi cura degli altri. Tante volte la nostra preghiera è una preghiera un po’ intimistica e invece non dobbiamo dimenticare che nella preghiera il Signore ha messo nelle nostre mani un grande potere, che è proprio il potere dell’intercessione. Quindi chiedere che gli altri possano fare l’esperienza del bene, possano accedere al bene, possano avere il dono dello Spirito Santo che è il dono dell’amore di Dio nella loro vita.