Parolin: basta schemi di guerra, la tregua non solo è plausibile ma urgente

Vatican News

Vatican News

La salvezza del pianeta è in fondo una questione di schemi. Ci sono gli schemi del confronto, del dialogo realistico, del “gesto di fiducia” capace di superare le rigidità dell’odio e le ferite che ogni conflitto infligge ovunque. E ci sono gli schemi di guerra che fomenta l’opposto, gli interessi di parte, “la violenza, la prevaricazione, le colonizzazioni economiche e ideologiche, a legge del più forte”. Per il cardinale Pietro Parolin non c’è dubbio che con il secondo schema l’umanità rischia di “precipitare in una spirale senza ritorno, dalle conseguenze catastrofiche”.

Non c’è giustizia senza perdono

Il segretario di Stato parla a Famiglia cristiana, in una intervista che il settimanale pubblica sul numero di domani. Lo spunto sono gli appelli che con insistita puntualità il Papa rivolge da febbraio per chiedere la fine del dramma che ha sconvolto l’Ucraina. ”Non solo ritengo la tregua plausibile, ma la giudico necessaria e urgente”, sostiene il segretario di Stato, il quale ribadisce che “la pace si costruisce sulla giustizia e sul diritto” e, citando Giovanni Paolo II, che tuttavia “non c’è giustizia senza perdono”. A sua volta il perdono “richiede la conversione, ossia un cambio di atteggiamento che si rispecchi nelle azioni”.

“Far cessare il crepitare delle armi”

Il cardinale Parolin non fa previsioni. “Non sono in grado di dirle quale pace sia possibile”, osserva, ma certamente “far cessare il crepitare delle armi, i bombardamenti, le distruzioni, è un primo passo necessario”. Un passo che sia “accompagnato e favorito – sottolinea – da gesti non di minaccia, ma di fiducia e di buona volontà, che creino le condizioni per il dialogo e aprano la strada a negoziati. Il Papa su questo è stato chiaro”. Purtroppo, rileva il porporato, “ci siamo quasi abituati alle notizie sulla guerra: non solo ritengo la tregua plausibile, ma la giudico necessaria e urgente. Speriamo e preghiamo che l’appello di Francesco sia ascoltato”.

Aperti a un incontro nonostante tutto

Ed è in questo spirito che, nonostante si riscontrino “incomprensioni” che, assicura, “le porte rimangono aperte e il dialogo non si interrompe” per un possibile incontro tra il Papa e il Patriarca ortodosso di Mosca Kirill. “Da parte della Santa Sede, il desiderio non è mai venuto meno, anche se le circostanze hanno impedito che esso divenga realtà. Noi percepiamo che anche da parte della Chiesa ortodossa c’è questo desiderio”. Ma non c’è solo il quadrante ucraino nella mente del Papa come del segretario di Stato, che invita a non dimenticare “la tragedia della Siria, lo Yemen, il Tigrai, l’acuirsi delle tensioni in Estremo Oriente… Anche se alcuni conflitti sono meno pubblicizzati, non c’è guerra meno dolorosa di altre, non c’è vita che valga meno”.