Chiesa Cattolica – Italiana

Parigi e Bruxelles, prime tappe all’estero del cancelliere tedesco Scholz

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Prima l’Eliseo, poi il cuore dell’Europa: l’esordio all’estero del cancelliere Olaf Scholz già delinea i primi passi della nuova Germania. Pronta a rinsaldare l’asse con Parigi e a confermare la sua “responsabilità da grande potenza” per “contribuire al progresso dell’Europa”. Il presidente francese Macron ha definito solida la “convergenza di vedute” con il neo cancelliere tedesco. In conferenza stampa a Bruxelles, dopo aver incontrato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, Scholz ha sottolineato che la Germania deve fare la sua parte per creare un’Unione Europea “forte e sovrana”, in grado di sopravvivere in un mondo che sarà sempre più “multipolare”. “L’Unione Europea – ha aggiunto – tiene molto ai valori della democrazia e dello Stato di diritto”, ma “dovremo avere buone relazioni anche con quei Paesi che non hanno ancora deciso di percorrere questa strada”; “dobbiamo garantire che saremo in grado di vivere insieme in pace. Anche se non sarà semplice, è la sfida che accettiamo”.

Dossier “Ucraina” e legame transatlantico

Con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e Charles Michel, Scholz ha parlato di vari temi, tra cui il Patto di stabilità. Ma è stato il dossier ucraino al centro degli incontri di Bruxelles. “Se la sovranità ucraina fosse violata dalla Russia è chiaro – ha detto il cancelliere tedesco – che ci sarà una reazione della Germania e dell’Unione Europea”. Il compito dell’Unione, ha spiegato è quello di “prevenire” una escalation. Scholz si è soffermato anche sul nodo energetico: “Il gas – ha sottolineato – avrà un ruolo nella transizione verde”. Nella conferenza stampa congiunta con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, il cancelliere ha indicato una priorità: quella di sostenere la “sicurezza comune”. “Il nuovo governo tedesco – ha detto Olaf Scholz – lavora a rafforzare il legame transatlantico, il nostro programma è chiaro”. 

Telefonata tra Scholz e Biden

Il cancelliere tedesco ha avuto inoltre un colloquio telefonico con il presidente americano Joe Biden che “si è congratulato” con Scholz per l’inizio del suo mandato. “Ambedue, scrive su twitter il portavoce di Scholz, hanno sottolineato lo stretto legame tra la Germania e gli Stati Uniti”. In una nota della Casa Bianca si legge inoltre che Scholz e Biden “hanno discusso del lavoro insieme sulle sfide globali, compresi i continui sforzi per porre fine alla pandemia di Covid-19, contrastare la minaccia del cambiamento climatico e affrontare l’escalation della situazione in Ucraina”. Il presidente Biden, si legge ancora nella nota, ha riaffermato il suo sostegno a solide relazioni tra Stati Uniti e Germania e il desiderio di rafforzare ulteriormente la cooperazione transatlantica nei prossimi anni.

Il ruolo di Berlino nell’Unione Europea

Secondo Antonio Villafranca, responsabile del desk Europa dell’Ispi, l’Istituto di Politica Internazionale, Scholz deve confermare alcune cose fatte da Angela Merkel, ma anche impegnarsi su alcuni punti in cui la Germania è rimasta indietro, come ad esempio nelle politice ambientali, e questo il neo cancelliere deve portarlo avanti in Germania, ma anche in un’Europa che deve dialogare con gli altri partner internazionali da una posizione più forte di quella avuta sinora.

Ascolta l’intervista ad Antonio Villafranca

Con Olaf Scholz, il neo cancelliere tedesco, la Germania continuerà a essere un punto di riferimento in Europa?

Il segnale dato dagli elettori tedeschi è stato abbastanza chiaro: il nuovo governo doveva nascere nel segno della continuità rispetto ad Angela Merkel. D’altra parte il nuovo cancelliere è l’ex ministro delle finanze della Germania, quindi sicuramente nel segno della continuità, ma con alcune differenze: una marcia diversa per quanto riguarda l’ambiente, una posizione forse un po’ più rigorosa in politica estera, soprattutto nei confronti di Russia e Cina, e un occhio al sociale, soprattutto per quanto riguarda il salario minimo e la costruzione di nuove abitazioni.

C’è qualcosa che la Merkel non è riuscita a fare e che Olaf Scholz proverà a rimettere in agenda?

Certamente c’è la questione degli investimenti. C’è un ritardo da parte della Germania sulle infrastrutture soprattutto nella parte orientale del Paese, ma non soltanto, infrastrutture che dovrebbero permettere alla Germania una transizione verde, ma anche infrastrutture digitali su cui il Paese ha un certo ritardo.

Quanto è importante in questo momento, in cui globalmente si stanno vivendo emergenze, prima tra tutte quella della vendemmia o anche dell’immigrazione, che l’Europa dialoghi in modo concreto con gli altri partner internazionali?

Certamente il dialogo ha sempre contraddistinto l’Unione Europea; non c’è mai come punto di partenza la netta contrapposizione. Certo bisogna fare una distinzione tra quelli che sono gli interlocutori nei confronti: nei confronti della Russia, come sappiamo, ci sono preoccupazioni forti in merito alla situazione in Ucraina, dato che ci sarebbero 90 mila soldati al confine tra Russia e il Paese ex sovietico. Con la Cina, anche nel recente incontro tra Scholz e la presidente della Commissione Europea, Von der Leyen, è stato ribadito che c’è la volontà di collaborare su grandi temi, come quello del riscaldamento globale, ma c’è anche una forte competizione e contrapposizione su altre tematiche. Con gli Stati Uniti ovviamente bisognerà continuare a collaborare, anche se sappiamo che ormai già da alcune presidenze, non soltanto da quella di Trump, su certi temi ci sono da varie divergenze, molte delle quali sono state appianate. L’auspicio è che la Germania di Scholz voglia contribuire a un ruolo più forte dell’Unione Europea a livello internazionale, perché, al di là degli aspetti strettamente economici e commerciali, la Germania è sempre stata piuttosto restia ad assumere una leadership anche sui temi della politica estera della sicurezza.

C’è da reimpostare un dialogo interno con alcuni Paesi dell’Est europeo che hanno difficoltà ad accettare le regole dell’Unione?

Sì, in questo la Germania sicuramente ha un ruolo fondamentale, ci sono Paesi, parliamo soprattutto di Polonia e Ungheria, che, sul tema irrinunciabile del rispetto delle regole del gioco della democrazia, sembrano avere delle derive e illiberali. Su questo ci si aspetta veramente un ruolo forte da parte della Germania di Scholz.

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