Papa Francesco compie dieci anni di pontificato. Ma c’è poco da festeggiare

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Il pontificato di Jorge Mario Bergoglio ha dieci anni e c’è poco da festeggiare. In questo decennio non si è mobilitata intorno a papa Francesco una maggioranza di episcopato e clero riformatore, mentre un nucleo consistente di conservatori e tradizionalisti ha condotto senza pause una sorta di guerra civile contro il pontefice argentino. Tra i vescovi moderati si manifesta anche un “partito della paura” che teme la “democratizzazione” della Chiesa.

Ora, dopo la scomparsa di Benedetto XVI, il fronte anti-riforme si sta muovendo per spingere il Papa alle dimissioni con l’obiettivo di influenzare il prossimo conclave e imporre uno stop. Tuttavia Francesco resiste. Ha già aperto nuovi cantieri che collocano la Chiesa cattolica su una strada da cui è impossibile tornare indietro. Nell’accavallarsi delle notizie quotidiane si rischia spesso di perdere la consapevolezza dei cambiamenti già attuati.

Francesco ha spazzato via dal tavolo l’ossessione secolare del cattolicesimo per le tematiche sessuali. Nel pontificato bergogliano non si discute più dei rapporti pre matrimoniali, della pillola, della fecondazione assistita. La demonizzazione dell’omosessualità è finita: omosessuali ed eterosessuali sono tutti “figli di Dio”, ha spiegato Francesco. Un transessuale spagnolo con la sua fidanzata è stato ricevuto in Vaticano. I divorziati risposati possono ricevere la comunione loro negata dai papi Wojtyla e Ratzinger. Francesco ha iniziato un lento decentramento della Chiesa cattolica.

In determinate circostanze ciascun vescovo del mondo può dichiarare nullo un matrimonio senza che la questione arrivi a Roma. A certe condizioni i tribunali a livello delle conferenze episcopali possono condannare definitivamente un prete pedofilo senza che il processo debba concludersi in Vaticano. “Non tutto deve essere deciso a Roma” ha dichiarato il pontefice argentino. Nei sinodi, le assemblee dell’episcopato mondiale, ha fatto ingresso la consultazione previa – si vorrebbe di massa – del laicato, cioè l’analisi delle opinioni e dei desiderata dei fedeli delle parrocchie e delle diocesi.

Una gigantesca operazione di pulizia è stata compiuta nell’ambito delle finanze vaticane. Lo Ior è stato bonificato, migliaia di conti correnti chiusi e sbarrata la strada ai conti correnti di politici o finanzieri opachi. I fondi a disposizione dei dicasteri vaticani sono stati centralizzati e sottoposti a un unico controllo. Regole precise riguardano gli appalti e i conflitti di interesse delle persone nominate a posti di responsabilità. Il processo aperto contro il cardinale Giovanni Angelo Becciu evidenzia che non vi sono “protezioni” per chi amministra male il denaro dei fedeli. L’ex presidente dello Ior Angelo Caloia è stato condannato per riciclaggio e appropriazione indebita aggravata. Sono state introdotte procedure stringenti per giudicare vescovi, cardinali e patriarchi per casi di pedofilia o insabbiamento.

La documentazione sugli abusi, conservata negli archivi diocesani, potrà essere messo a disposizione della giustizia civile. Molti vescovi, colpevoli di insabbiamenti, sono stati allontanati dalle loro diocesi. Due cardinali sono stati eliminati dal collegio cardinalizio: l’americano Edward McCarrick (abusi su minori), lo scozzese Keith O’ Brien (relazioni con seminaristi). Quando il defunto cardinale George Pell fu citato in tribunale in Australia, papa Bergoglio non invocò immunità, ma lo mandò in patria (dove poi fu assolto).

Vale la pena di ricordare che Giovanni Paolo II chiamò a Roma l’arcivescovo di Boston, cardinale Bernard Law, quando si profilò negli Stati Uniti l’eventualità di un processo per il suo sistematico occultamento di casi di abuso. Francesco ha cominciato lentamente a declericalizzare il governo centrale della Chiesa cattolica. Con la riforma della Curia, i laici (uomini e donne) possono diventare capi dicastero e in effetti adesso il dicastero della Comunicazione e la Segreteria per l’Economia hanno prefetti che sono semplici fedeli.

Per la prima volta in Vaticano sono state nominate in posizioni di primo piano delle donne. In vari dicasteri, compresa la Segreteria di Stato, donne (religiose o laiche) occupano il ruolo di sottosegretario. Suor Raffaella Petrini è segretario generale del Governatorato dello Stato vaticano. Suor Nathalie Becquart è sottosegretario al Sinodo dei vescovi. Oltretevere, dove prima si vedevano solo tonache, ha fatto ingresso la normalità della presenza femminile.

Tutto questo ha significato un gigantesco rimodellamento della Chiesa cattolica, del suo funzionamento, della sua rappresentazione. “Il clericalismo – ha detto Francesco – è la perversione più pericolosa” della Chiesa: perché è abuso di potere, abuso delle coscienze e abuso sessuale. Però i cambiamenti sono spesso avvenuti per sobbalzi successivi (probabilmente anche per il temperamento del pontefice argentino) e nel vivo di una battaglia scatenata dalle forze conservatrici con il susseguirsi di petizioni, accuse di eresia e richieste pubbliche di dimissioni. L’opposizione tradizionalista ha impedito che la commissione incaricata di studiare il diaconato femminile potesse arrivare a conclusioni condivise. Una violenta opposizione conservatrice – in cui è stato coinvolto anche l’ex pontefice Ratzinger – ha impedito che Francesco approvasse le decisioni del Sinodo dell’Amazzonia favorevole all’introduzione di preti sposati in situazioni di emergenza.

Più di tutto Francesco ha però sottolineato un concetto centrale: non si è cristiani perché si va a messa la domenica, ma perché si vive concretamente l’amore per il prossimo, l’impegno del buon samaritano, la spiritualità delle beatitudini. Le sue encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti sono un appello a non voltarsi dall’altra parte di fronte a sofferenze e fragilità. Il documento firmato con il grande imam della moschea di Al Azhar respinge ogni fondamentalismo religioso, esortando a vedere nell’altro un “fratello da sostenere e amare”. Non c’è posto nell’orizzonte di Francesco per guerre culturali tra cattolici e mondo contemporaneo.

Tutto ciò ha affascinato e continua ad affascinare anche non credenti o seguaci di altre religioni. Il Sinodo mondiale, che si terrà a Roma nel 2024 sui temi della Chiesa-comunità e la partecipazione e la missione del cattolicesimo nell’era contemporanea, mostrerà quanto seguito nell’episcopato hanno le idee di Francesco.