Secondo i primi dati della votazione tenutasi giovedì 8 febbraio, sarebbero in testa i sostenitori dell’ex primo ministro, in carcere per corruzione. Resterebbe comunque incerta per loro la possibilità di governare in assenza di una vera coalizione
Paola Simonetti – Città del Vaticano
Contro le previsioni dei sondaggi i candidati indipendenti vicini al leader pakistano, Khan, sarebbero in vantaggio sull’avversario Sharif, al momento in esilio, ma rappresentato dal fratello. A sorprendere, secondo gli analisti locali, i tentativi caduti nel vuoto del comparto militare e della magistratura di sostenere il voto a favore di Sharif e di cancellare, per via giudiziaria, il partito dell’ex primo ministro.
Khan afferma di aver vinto
Una vittoria che Khan già considera conclamata: in un video generato dall’Intelligenza artificiale dichiara infatti di aver “vinto 150 seggi nell’Assemblea nazionale prima che la manipolazione delle elezioni iniziasse”. Ma 15 dei 266 seggi in palio nelle elezioni dello scorso 8 febbraio devono ancora essere assegnati. In assenza di una maggioranza assoluta, i tre blocchi principali dovranno negoziare alleanze.
I numeri parziali
Secondo gli ultimi risultati, riportati da Al Jazeera, i candidati sostenuti dal PTI avrebbero ottenuto 99 seggi e il PML-N 70: in entrambi i casi i seggi ottenuti sono molti meno rispetto ai 133 necessari per ottenere la maggioranza. 52 seggi sono stati ottenuti dal Partito Popolare del Pakistan e 25 da altri partiti più piccoli. I seggi ancora da assegnare sono dunque 15.