Chiesa Cattolica – Italiana

Overshoot Day 2022, da oggi esaurite le risorse naturali rinnovabili in un anno

Marco Guerra – Città del Vaticano

Oggi ricorre l’Earth Overshoot Day, ovvero il giorno in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse che gli ecosistemi naturali possono rinnovare nel corso dell’intero anno ed entra in debito ecologico. La data è calcolata dal gruppo di ricerca internazionale Global Footprint Network e per il 2022 cade il 28 luglio, in anticipo di una giornata rispetto al 2021, quando i calcoli fissarono il confine del sovrasfruttamento della Terra al 29 luglio.

Siamo in sovrasfruttamento delle risorse

In un certo senso da questo momento fino al 31 dicembre produciamo e consumiamo risorse naturali sottraendole alle future generazioni, rubando un futuro prospero e sereno ai nostri figli e nipoti. Il limite del consumo disponibile, il cosiddetto punto di equilibrio, è stato superato a partire dagli anni Settanta e da lì abbiamo iniziato ad indebitarci in modo sempre crescente con il pianeta, in termini di perdita di biodiversità, foreste e acqua dolce. In cinquant’anni il consumo di risorse è quasi raddoppiato. Ogni anno infatti le stime del Global Footprint Network fissano in anticipo, rispetto all’anno precedente, la data dell’Earth Overshoot Day sul calendario. In pratica, attualmente l’umanità utilizza il 74% in più di quanto gli ecosistemi del pianeta possono rigenerare, che equivale ad utilizzare 1,75 pianeti come quello che ci ospita. Ovviamente non tutti i Paesi vivono al disopra delle risorse disponibili, ad esempio se tutta la popolazione globale vivesse come gli statunitensi, servirebbero 5,1 Terre per soddisfarne i bisogni. L’impatto delle attività antropiche diventa dunque determinante per il mantenimento e l’equilibrio degli ecosistemi.

40 gesti per uno sviluppo sostenibile

Per ridurre il sovrasfruttamento bisogna quindi agire sia a livello macroeconomico e sulla governance mondiale, sia a livello dei singoli cittadini con i loro stili di vita per influire su sprechi, consumi e bisogni superflui. E per capire quanto sia importante tornare a vivere in maniera sostenibile, Vittoria Iacovella, giornalista del Tg 1 , lo spiega nel libro “Salvo il mio pianeta’ – 40 passi per curare la Terra e crescere felici”, editato lo scorso marzo da Edizioni Centro Studi Erickson.

Iacovella: riscoprire stili di vita sobri

 La sfida cruciale è quella di uno sviluppo sostenibile, per questo dobbiamo chiederci come abbiamo fatto a consumare così tante risorse in poco tempo, ebbene è successo con tanti piccoli gesti sbagliati quotidiani. Ma questo corso – afferma Vittoria Iacovella – si può invertire proprio così come è stato avviato, ovvero mettendo in pratica tante piccole buone pratiche quotidiane. Io ho ne indicate 40 per vivere in maniera più sostenibile”. Il libro mette in evidenza soluzioni creative, ad esempio come imparare ad acquistare cibo sfuso portandosi dietro i recipienti giusti quando si fa la spesa. Poi sono riportate cose molto semplici che l’autrice definisce “soluzioni dei nostri nonni, il che non significa tornare indietro ma riscoprire la saggezza di un modo sobrio di gestire le nostre vite chiedendoci cosa è veramente necessario e cosa no”. Secondo l’autrice, siamo infatti influenzati da molti bisogni indotti dalle mode del momento, “imparare a scindere cosa è necessario e cosa non lo è, ci rende persone più libere e consapevoli”.

Ascolta l’intervista a Vittoria Iacovella

Vacanze sostenibili

L’autrice si collega poi al periodo estivo. “Dobbiamo chiederci quale impronta lasciano le nostre vacanze sull’ambiente, ad esempio i parchi acquatici sono insostenibili cosi come in inverno lo è la neve artificiale”. La giornalista sottolinea quindi che i cambiamenti dei modelli macro economici che incidono sull’ambiente sono determinati dai comportamenti personali: “Se partiamo da nostri comportamenti come cittadini e consumatori incidiamo per forza di cose sia sulla politica, perché noi cittadini votiamo e possiamo determinare l’agenda dei partiti, sia sulle aziende, sappiamo infatti che la svolta green di molte imprese è  stata innescata dal consumo critico dei clienti”.

Equilibrio con il creato

Iacovella pone al centro del suo libro il tema della felicità, una natura integra e fruibile rende felice l’uomo che non è nato per vivere in un ambiente degradato. La tutela dell’ambiente si lega all’antropologia umana più profonda. “E’ essenziale alla felicità la tutela dell’ambiente così come quella del nostro corpo. Non possiamo essere felici in un ecosistema violentato da noi stessi, serve la consapevolezza di essere un tutt’uno con l’ambiente che ci circonda, che ci porta ad avere rispetto per il creato”. Un altro grande tema al centro del libro è quello della “padronanza di sé stessi”, che facilita l’equilibrio tra l’uomo e quello del creato. “In molte religioni si suggerisce un periodo di quaranta giorni per purificare il corpo e la mente e il tema della quarantena è tornato prepotentemente con la pandemia – conclude Iacovella –, la consapevolezza di quanto siamo preziosi ci porta a rispettare tutto quello che abbiamo intorno”.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti