Omicidio Attanasio: arrestati in Congo i presunti assassini

Vatican News

Luca Collodi e Michele Raviart – Città del Vaticano

La polizia del Nord Kivu, in Repubblica Democratica del Congo ha annunciato l’arresto dei presunti assassini dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio diplomatico, ucciso il 22 febbraio 2021 in un agguato in cui perse la vita anche il carabiniere della scorta Vittorio Iacovacci e l’autista del World Food Program delle Nazioni Unte Mustafa Milambo.

All’origine dell’agguato il tentativo di rapimento

Il comandante della polizia della provincia di Goma ha annunciato l’arresto di una banda di sei persone. Due di loro sarebbero i presunti assassini dell’ambasciatore Attanasio e uno di loro avrebbe confessato. Un terzo componente del commando è ricercato. Sarebbe il capo e autore materiale dell’omicidio, che però “è ancora in fuga”. Inizialmente, ha detto la polizia di Goma mostrando i componenti della banda ad alcuni giornalisti locali, non era loro intenzione uccidere Attanasio. Il gruppo avrebbe voluto rapire l’ambasciatore per poi chiedere un riscatto da un milione di dollari.

Verifiche in corso da parte delle autorità italiane

In queste ore nella procura di Roma è in corso un’”attenta verifica e prudente valutazioni” che arrivano dal Congo. I magistrati chiederanno per via ufficiali i verbali delle dichiarazioni rese dagli arrestati per esaminarli e riscontrare un’eventuale responsabilità oggettiva. Si sta poi lavorando per accelerare la missione dei carabinieri del Ros al fine di provare ad ascoltare direttamente gli arrestati e affiancare gli investigatori locali nei prossimi passi degli accertamenti. L’ambasciata italiana in Congo è entrata in contatto con le competenti autorità congolesi ed è in attesa di informazioni ufficiali.

Attanasio era in missione con il Pam

Al momento dell’agguato, Luca Attanasio era in missione fuori Goma con il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. Lo scorso dicembre, Attanasio ha ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la ‘Gran Croce d’onore’ postuma ed è stato promosso Ambasciatore di grado dalla Farnesina.