Nucleare: l’Iran spegne le videocamere di sorveglianza dell’Aiea

Vatican News

Michele Raviart – Città del Vaticano

L’Iran ha spento 27 videocamere di sorveglianza installate dall’Agenzia Internazionale per l’Energia atomica negli impianti nucleari che facevano parte dell’accorto internazionale saltato nel 2018 su iniziativa degli Stati Uniti amministrati da Trump. La decisione presa da Teheran è arrivata dopo che l’Aiea mercoledì scorso aveva approvato una risoluzione che criticava formalmente la Repubblica Islamica per la mancanza di cooperazione con l’Agenzia.

Il primo provvedimento dell’Aiea dal 2020

Il provvedimento, promosso da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania e votato contro da Russia e Cina, è il primo dal giugno del 2020 e arriva in un momento di stallo dei negoziati in corso a Vienna, che hanno come obiettivo il ripristino degli accordi del 2015 che prevedevano l’eliminazione delle riserve di uranio arricchito, la riduzione delle centrifughe a gas, garantendo sostanzialmente lo sviluppo di un programma nucleare civili in cambio di un allentamento delle sanzioni a cui è sottoposto l’Iran.

Un “colpo fatale” per i negoziati

Se le camere non saranno reinstallate nel giro di tre o quattro settimane, ha fatto sapere il presidente dell’Aiea Rafael Mariano Grossi, “questo sarebbe un colpo fatale” per il ripristino dell’intesa. Non è possibile utilizzare il linguaggio della forza con Teheran, e “mosse di questo tipo non porteranno la Repubblica Islamica a indietreggiare”, ha affermato il presidente iraniano Ebrahim Raisi, accusando Israele di essere dietro le decisioni dell’Aiea.

Chiesti accertamenti, l’Iran nega lo scopo militare

“L’Aiea chiede maggiore trasparenza e collaborazione e informazioni ulteriori rispetto a delle tracce di materiale fissile trovate in tre siti”, spiega Maurizio Simoncelli, vicepresidente di Archivio Disarmo, “mentre L’Iran invece dichiara di aver dato la massima disponibilità e ha sempre ufficialmente dichiarato che il suo nucleare non è a scopo militare, anche se la dotazione di centrifughe per arricchire l’uranio è decisamente superiore a quella che dovrebbe servire per il nucleare civile”.

Ascolta l’intervista integrale a Maurizio Simoncelli

Simoncelli: una trattativa dura, ma in corso

“Sappiamo”, tuttavia, “anche che il passaggio da nucleare civile al nucleare militare è relativamente facile come ha dimostrato quello che è successo in Corea del Nord”, continua Simoncelli come sottolinea che “alcune decine di telecamere siano rimaste ancora accese” in Iran e questo “a vederla in modo ottimistico, fa parte di un negoziato abbastanza duro, ma in corso”.