Nella casa natale di Papa Luciani, inaugurata una nuova statua e altri spazi

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Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Il “nuovo inizio” della casa natale di Albino Luciani, l’indimenticato Papa Giovanni Paolo I che il prossimo 4 settembre sarà proclamato beato, è tutto nel suo celebre sorriso e nelle mani aperte agli altri, riprodotti dalla statua in bronzo che oggi viene inaugurata nel giardino. L’ha realizzata il maestro trevigiano Carlo Balljana, lo “scultore del vento”, che col bronzo ha forgiato anche il reliquiario per la beatificazione di Papa Wojtyla, e raffigura, a grandezza naturale, il Pontefice nato a Canale d’Agordo il 17 ottobre 1912, mentre riceve dei fiori da una ragazzina. E’ la giovanissima argentina guarita da una grave malattia a Buenos Aires nel 2011, grazie all’intercessione di Giovanni Paolo I. Questo miracolo ha portato alla beatificazione che Papa Francesco celebrerà a settembre in piazza San Pietro.

Aperta alle visite dal venerdì alla domenica

Ma nella rinnovata casa di via Rividela 8, in questo paesino di poco più di mille anime nelle Dolomiti bellunesi, pellegrini e visitatori troveranno, dal venerdì alla domenica (orario 9-12 e 15-18), anche un percorso di visita rinnovato e una nuova sala ricavata nella grande soffitta. Qui è stato allestito uno spazio per incontri e momenti di preghiera, ed è possibile rivedere le immagini della visita di san Giovanni Paolo II dell’agosto 1979, un anno dopo l’improvvisa morte del predecessore, dopo soli 33 giorni di pontificato.

Il dono del cardinal Stella e della diocesi di Vittorio Veneto

Tutto grazie alla diocesi di Vittorio Veneto, che ha avuto Albino Luciani come vescovo dal 1959 al 1970, che ha acquistato nel 2019 dai familiari del futuro beato la grande casa del XVIII secolo, riadattata a fine Ottocento e ampliata negli anni Cinquanta del secolo scorso. Un anno fa, compiuti 80 anni, il cardinale Beniamino Stella, postulatore della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I e nato nel vittoriese, ha rivelato di aver acquistato con fondi propri l’edificio, e di averlo donato alla sua diocesi d’origine.

Al benefattore la cittadinanza onoraria di Canale d’Agordo

Per ringraziare il cardinal Stella, prefetto emerito della Congregazione per il Clero, il sindaco di Canale d’Agordo Flavio Colcergnan gli conferisce oggi la cittadinanza onoraria. Ma alla ristrutturazione della casa, quattro piani ai quali si accede dal giardino, in via XX agosto, hanno contribuito anche il Patriarcato di Venezia (guidato da Luciani dal 1970 al 1978), la Conferenza Episcopale Italiana e il Comune di Canale d’Agordo. In particolare, sono stati rinnovati l’impianto elettrico e idraulico, rafforzati solai, balconi e tetto, sostituiti gli steccati perimetrali del giardino, oltre al restauro della soffitta, ora adibita a nuova sala conferenze e video con servizi igienici.

Una giornata di festa che si apre alle 10

Da oggi la casa torna nel percorso di visita dei luoghi di Giovanni Paolo I nel paese natale, con il Museo Albino Luciani, gestito dalla Fondazione Papa Luciani di Canale d’Agordo, e la chiesa di San Giovanni Battista, la parrocchia del piccolo e del giovane Albino. Qui, alle 10, il primo evento di questa giornata dedicata all’inaugurazione ufficiale della Casa natale. Dopo il saluto del vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni e una introduzione di Corrado Pizziolo, vescovo di Vittorio Veneto, seguono gli interventi del cardinal Beniamino Stella, del Patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia, del sindaco Colcergnan, di Gloria Manera, architetto responsabile della direzione lavori e di Loris Serafini, direttore del Musal, il Museo Albino Luciani. A moderare l’incontro don Mirco Miotto, referente diocesano per la Casa natale di Papa Luciani. Al termine, il sindaco conferisce la cittadinanza onoraria al cardinal Stella.

La benedizione della casa restaurata e della nuova statua

Segue il trasferimento nel giardino della casa natale dove, alle 11.15, vengono benedetti i lavori di restauro e inaugurata la statua in bronzo dedicata a Papa Luciani, donata dallo scultore Balljana grazie al contributo dell’imprenditore Remo Mosole. Quello di sabato 23 aprile è solo il primo di una ricca serie di appuntamenti programmati per la 44.ma edizione dell’annuale Appuntamento estivo con Papa Luciani, che culminerà con la beatificazione a Roma, e sarà concluso dalla Messa di ringraziamento a Canale d’Agordo l’11 settembre.

Serafini: Canale celebra l’umiltà e la santità del suo figlio

Di tutto questo, ma soprattutto della rinnovata Casa natale di Albino Luciani, parliamo con Loris Serafini, il direttore del Museo dedicato al futuro beato.

Ascolta l’intervista a Loris Serafini (direttore Musal)

Cosa troveranno di nuovo dopo la ristrutturazione i visitatori della casa natale di Albino Luciani?

Troveranno ad accoglierli un nuovo giardino, sul quale è posta una nuova statua di Papa Luciani che riceve un omaggio floreale da una bambina, opera dello scultore trevigiano Carlo Balljana. Rappresenta il miracolo per il quale Albino Luciani viene beatificato: la guarigione scientificamente inspiegabile di una ragazza di Buenos Aires. Poi all’interno della casa il percorso è stato definitivamente sistemato, partendo dal nucleo abitativo originario, nel quale il piccolo Albino è vissuto ed è cresciuto, fino ad arrivare ai piani superiori che sono stati tutti rinforzati e sistemati, ma soprattutto ad una nuova sala, sul soffitto, che è stata aperta proprio in occasione dell’inaugurazione per completare il percorso di visita, con un filmato che ricorda la visita di Giovanni Paolo II alla casa di Papa Luciani, l’anno successivo alla sua elezione, il 26 agosto 1979. E’ stato il primo viaggio pastorale in Italia effettuato da Papa Wojtyla. E’ una sala di accoglienza dei gruppi, dove il gruppo può completare la visita sedendosi, rilassandosi un po’ e vedere il filmato. Ma può essere utilizzata per eventuali incontri di preghiera oppure anche come momento di riflessione al termine della visita.

La casa racconta, naturalmente, la vita e gli affetti: è il luogo degli affetti, nel quale il piccolo Albino è cresciuto, ma è anche un punto di riferimento al quale cui lui ha sempre guardato tutta la vita. Anche quando è diventato vescovo e patriarca, trovava spesso rifugio presso il fratello, la cognata e i nipoti in questa casa.  Sono quindi state valorizzate le stanze anche da lui utilizzate, quando era vescovo fino all’ultima volta quando è venuto il 29 giugno 1978, due mesi prima della sua elezione a Pontefice.

Ci guidi in una veloce visita, segnalandoci gli oggetti e le stanze che non possiamo proprio perdere…

Commovente è vedere tutti gli oggetti da lavoro del papà, che era elettricista, fabbro falegname. Muratore. La mamma era molto brava a cucire e c’è la sua macchina originale. Per quanto riguarda invece Albino, ci sono le fasce in cui lui è stato avvolto appena nato e soprattutto la stanza in cui è nato è in cui è stato anche battezzato dalla levatrice per imminente pericolo di vita. E poi via via le camere dove lui è vissuto e cresciuto con il fratello minore, con le sorelle maggiori e la sorella minore. C’è poi la stanza dove ha accompagnato all’ultimo respiro il papà e infine la stanza dove lui poteva trovare rifugio, da vescovo e patriarca quando riusciva a ritagliarsi del tempo per venire dai suoi familiari, proprio perché con il fratello aveva un bellissimo rapporto.

Con questa nuova sistemazione come consigliate di visitare i luoghi di Albino Luciani a Canale d’Agordo? Iniziando dal museo o dalla Chiesa parrocchiale o dalla casa natale?

Io direi di iniziare dalla casa, perché è il luogo da cui ogni vita ha origine. Quindi anche la vita di Albino Luciani. E’ il luogo del suo battesimo, ricevuto dalle mani della levatrice, e c’è la stanza dove questo è avvenuto. Ma anche la chiesa dove poi l’hanno portato a completare i riti battesimali. Ma la casa proprio si pone come punto iniziale del percorso. Poi direi il museo, perché racconta la sua vita e approfondisce i temi legati alla sua persona e al suo insegnamento. E’ stato inaugurato nel 2016 dal segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Infine la chiesa, che è il luogo della sua crescita cristiana, dove ha ricevuto i principali sacramenti, fino alla celebrazione della sua prima messa del 8 luglio 1935. Era la chiesa alla quale lui era molto affezionato e che visitava sempre, ogni volta che veniva nel suo paese natale. Per chi poi avesse tempo, consigliamo anche la Via Crucis, molto bella, che si snoda nel bosco, partendo proprio dalla piazza principale del paese, a lui dedicata con un percorso di circa 1 km e mezzo. E poi la chiesa monumentale di San Simon, a circa 2 km, un’opera d’arte meravigliosa del XII secolo, alla quale cui lui stesso era affezionato.

Come si svolge la giornata di inaugurazione del 23 aprile?

Inizia proprio dalla chiesa battesimale di San Giovanni Battista, con un saluto iniziale del vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo, e del vescovo di Belluno-Feltre, alla cui diocesi Canale d’Agordo appartiene, con un intervento del cardinale Beniamino Stella, postulatore della causa di beatificazione e principale benefattore della casa, che ha acquistato con fondi propri, donandola alla diocesi di Vittorio Veneto. Ci sarà poi un intervento del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, e il conferimento della cittadinanza onoraria al cardinale Stella da parte del sindaco di Canale d’Agordo, come segno di gratitudine per la sua generosità verso la nostra comunità. E infine, la benedizione della casa natale e della nuova statua realizzata dal maestro Carlo Balljana.

Ci può anticipare cosa avete in programma in questi mesi, prima della beatificazione del 4 settembre?

Una ricca serie di eventi, concerti, mostre. In particolare una mostra speciale che verrà ospitata all’interno del Museo Albino Luciani e che collega Papa Luciani con l’artista Augusto Murer, del paese vicino di Falcade, grande scultore del quale ricorrono i 100 anni dalla nascita. Il tema sarà la crocifissione, che è legata a questo momento drammatico della storia. La sofferenza della guerra, la sofferenza di tutto il mondo riassunta dalla crocifissione di Cristo. E ci sono poi eventi che si collegano alla storia di Albino Luciani, come la riapertura della sede medievale di una confraternita antica, chiamata Dei Battuti o Dei Flagellanti, presso la chiesa di San Simon il 2 luglio. E una serie di valorizzazioni di quanto il piccolo Albino ha vissuto nella sua infanzia: quest’anno avremo la presentazione del restauro di alcune tavole dipinte del 1700, davanti alle quali lui andava a pregare da bambino. Oppure i filmini su pellicola che lui vedeva negli anni Venti a catechismo, nella parrocchia del suo paese, e l’inaugurazione della biblioteca catalogata in maniera scientifica, che lui stesso da chierico aveva catalogato in maniera non scientifica, ma dimostrando grandi capacità e competenze,  grazie a un donatore e alla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I. Infine ci sono tutti gli appuntamenti religiosi, dalla Messa nell’anniversario della sua elezione, il 26 agosto, alla beatificazione del 4 settembre a Roma, presieduta da Papa Francesco. E l’ 11 settembre una Messa solenne a Canale d’Agordo di ringraziamento per la beatificazione e preceduta in particolare dal patriarca di Venezia e dai vescovi di Vittorio Veneto e Belluno.

Come sta vivendo, in conclusione, Canale d’Agordo, questo tempo e la novità di avere un cittadino illustre che diventa beato?

E’ un momento di grande gioia, un completamento di un percorso iniziato ormai da tanti anni, direi dal giorno dopo l’elezione a Papa di Albino Luciani: In effetti l’afflusso di pellegrini è iniziato esattamente la stessa della sua elezione. Quindi è un percorso che getta le sue radici fin dal 1978 e che nel corso di questi anni ha visto la comunità impegnata a recuperare la memoria e la valorizzazione del suo insegnamento. La parrocchia, il Comune, la Fondazione Papa Luciani, la proloco e tutti gli abitanti si sono impegnati nel creare un ambiente più accogliente e per offrire servizi a pellegrini e visitatori. Ora si è completato un percorso: oltre al museo, alla chiesa restaurata, la casa natale recuperata. Così oggi è possibile rivivere quelle che sono le tappe principali della vita di Luciani in un percorso strutturato che offre la possibilità a gruppi e o singoli visitatori di venire a vedere. Quindi la gioia del paese è proprio quella di vedere portato all’onore degli altari un suo figlio, grazie alla sua grande umiltà e alla santità ordinaria vissuta dalla sua famiglia. Povera, certamente, ma non per questo priva di educazione o di cultura, anzi era una famiglia che leggeva moltissimo. Quindi è anche un modo per risarcire la sua memoria facendo capire a tutti che era un Papa preparatissimo per il suo ruolo. Anzi, aveva anche l’esperienza della vita comune.