Musei Vaticani, aperto e subito rinviato il processo ai danneggiatori del Laocoonte

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Il Tribunale vaticano ha rinviato al pomeriggio del 24 maggio il procedimento a carico dei due attivisti per il clima di “Ultima Generazione” che hanno incollato le loro mani al basamento del famoso gruppo scultoreo di epoca romana con un adesivo molto “tenace e corrosivo”, e della compagna che li ha fotografati. Non presenti in aula, sono stati dichiarati in contumacia. A maggio saranno ascoltati i testimoni dell’accusa

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Si è aperto questa mattina con un’udienza “lampo”, nella quale è stata solo dichiarata la contumacia degli imputati, il processo per il danneggiamento del basamento in marmo del gruppo scultoreo del Laocoonte dei Musei Vaticani, a carico di tre attivisti per il clima del gruppo “Ultima generazione”. Il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, constatato che non vi erano questioni procedurali da parte di accusa e difesa, ha rinviato l’udienza al 24 maggio alle 16. In quella data saranno ascoltati i tre testimoni del promotore di giustizia, Catia Summaria, custodi dei Musei e gendarmi, e Pignatone prevede di poter già arrivare a discussione, con le conclusioni dell’accusa, della parte civile e delle difese. Assenti gli imputati Guido Viero, 61 anni, Ester Goffi, 26, e Laura Zorzini, l’attivista che li ha fotografati e ripresi col cellulare, in aula erano presenti i loro difensori d’ufficio Rita Claudio Baffioni, Cristiana Arru ed Emilio Artiglieri. Con loro anche il legale dei Musei Vaticani, che si sono costituiti parte civile, Giuseppe Puglisi Alibrandi, dell’ufficio giuridico del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e il sostituto processuale Floriana Gigli.

L’ accusa: mani incollate con un adesivo molto “tenace e corrosivo”

Il 18 agosto del 2022, intorno alle 10.30, Guido ed Ester hanno incollato le loro mani al basamento del Laocoonte, la statua di epoca romana, databile intorno al 40 avanti Cristo, intorno alla quale sono nati, più di 500 anni fa, i Musei Vaticani, per lanciare un allarme sull’emergenza climatica. Nell’azione hanno usato un “adesivo sintetico particolarmente tenace e corrosivo”, secondo la citazione in giudizio, e per questo sono accusati di danneggiamento “di monumento pubblico di inestimabile valore storico-artistico”. L’ordinamento vaticano prevede per questo reato la reclusione da un mese a tre anni e una multa fino a 3.099 euro. A Guido e Laura viene imputata anche la mancata osservanza dell’ordine della gendarmeria di seguirli negli uffici, e rischiano l’arresto fino a un mese o un’ammenda tra 21 e 310 euro, prevista per “chiunque trasgredisce a un ordine legalmente dato dall’autorità competente”. Secondo una relazione tecnica dei Musei Vaticani, le spese per la riparazione ammontano ad oltre 15 mila euro.

L’ auto-difesa: colla asportabile, e su un basamento non di valore

In una memoria difensiva inviata al presidente del Tribunale e ai legali d’ufficio, gli attivisti di “Ultima generazione” – gruppo che si è fatto conoscere per aver lanciato zuppa su un van Gogh coperto da un vetro e vernice “lavabile” sul palazzo del Senato e sul Teatro alla Scala – assicurano che la super colla si può togliere facilmente con l’acetone “di cui eravamo in possesso, proprio per essere in grado di liberarci autonomamente”. Sottolineano di aver appoggiato le mani sul basamento di marmo e non sulla statua, proprio perché “di quest’ultima è sempre stata riconosciuta l’inestimabile valore storico-artistico e non vi si voleva nuocere in alcun modo”. Sullo stesso basamento, scrivono gli attivisti, sono incollati due QR code per le audioguide. Definiscono quindi spropositati la pena prevista, il danno e la multa.