Chiesa Cattolica – Italiana

Movimenti popolari, insieme per il futuro dei socialmente “invisibili”

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Uno spazio di fratellanza al quale prendono parte organizzazioni provenienti dai cinque Continenti. Una piattaforma, costruita da diversi Movimenti popolari su invito del Papa, con lo scopo di rendere protagonisti i poveri e i popoli. È questa la cornice in cui degli incontri mondiali dei Movimenti popolari, che vedrà nel pomeriggio di oggi, dalle 14, la trasmissione dell’appuntamento odierno in diretta streaming in 5 lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo e portoghese) sia sulle pagine in lingua del portale Vatican News, sia sui canali YouTube. La finalità dell’incontro di oggi, come in passato, è quella di rispondere a una esigenza: difendere i diritti fondamentali di chi è socialmente marginalizzato. Le fondamenta di questo processo di costruzione di una società nuova sono le cosiddette “tre T” (“tierra, techo, trabajo”, ovvero “terra, casa e lavoro”). Come sottolinea Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, i Movimenti popolari “aggregano disoccupati, lavoratori precari e informali e tanti altri che non rientrano facilmente nei canali già stabiliti” per promuovere un vero cambiamento. Il Pontefice, che come arcivescovo di Buenos Aires ogni anno celebrava una Messa “per una patria senza schiavi né esclusi”, accompagna il cammino dei Movimenti popolari per sostenere l’attuazione – si legge nella Fratelli tutti – di “varie forme di economia popolare e di produzione comunitaria”. 

Tutto può cambiare

Il cammino dei Movimenti Popolari, giunto al quarto appuntamento, culmina oggi, sabato 16 ottobre, con il messaggio del Pontefice ai partecipanti. È una ulteriore tappa – come ricorda in un comunicato il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale – di un itinerario che si inserisce, come ha sottolineato il Papa nel 2014, in un’alleanza nata dal basso per dare voce al mondo degli emarginati: “I poveri non solo subiscono l’ingiustizia ma lottano anche contro di essa”. I poveri “non aspettano più e vogliono essere protagonisti”. “Si organizzano, studiano, lavorano, esigono e soprattutto praticano quella solidarietà tanto speciale che esiste fra quanti soffrono”. Sono vari i Movimenti popolari che partecipano a questo percorso. Riuniscono piccoli agricoltori e pescatori, braccianti, contadini senza terra o proprietari di piccoli poderi. Ma anche abitanti di aree periferiche, persone che vivono per strada, lavoratori precari. Tra le organizzazioni che partecipano agli Incontri dei Movimenti popolari, ci sono il Movimento dei lavoratori senza terra, La Via Campesina del Brasile, il Movimento dei lavoratori esclusi, l’Unione dei Lavoratori dell’Economia Popolare dell’Argentina, la Confraternità operaia dell’azione cattolica della Spagna, la National slum dwellers federation dell’India, il Movimento mondiale dei lavoratori cristiani e la piattaforma italiana Mediterranea saving humans.

Primo incontro: si affronti lo scandalo della povertà

La storia degli incontri mondiali dei Movimenti popolari si intreccia con tematiche centrali come la dignità umana, la difesa del creato e la giustizia sociale. Da sette anni i poveri, i meno abbienti e gli esclusi, provenienti dalle periferie urbane, rurali e lavorative, si danno appuntamento per dare voce e visibilità alle loro preoccupazioni sull’aumento delle ingiustizie provocate, in varie regioni del mondo, da squilibri crescenti. Il primo incontro, indetto per affrontare la piaga dei lavoratori senza diritti, si è tenuto a Roma nell’ottobre del 2014. Rivolgendosi il 28 ottobre di quell’anno ai partecipanti a quell’incontro, Papa Francesco aveva detto: “Non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento che unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in esseri addomesticati e inoffensivi. Che bello invece quando vediamo in movimento popoli e soprattutto i loro membri più poveri e i giovani. Allora sì, si sente il vento di promessa che ravviva la speranza di un mondo migliore”.

Secondo incontro: globalizzare la speranza

Nel luglio del 2015 si è tenuto il secondo incontro, in Bolivia, al quale hanno partecipato oltre 1.500 delegati in rappresentanza di 40 Paesi. Intervenendo a quell’evento, nel centro fieristico a Santa Cruz de la Sierra, il Pontefice aveva indicato l’urgenza di un “vero cambiamento”, perchè – aveva affermato –  “questo sistema non regge più”. “Non lo sopportano i contadini, i lavoratori, le comunità, i villaggi”. “E non lo sopporta più la Terra”. “Vogliamo un cambiamento nella nostra vita, nei nostri quartieri, nel salario minimo, nella nostra realtà più vicina; e pure un cambiamento che tocchi tutto il mondo”. “La globalizzazione della speranza che nasce dai Popoli e cresce tra i poveri – aveva aggiunto Francesco – deve sostituire questa globalizzazione dell’esclusione e dell’indifferenza”.

Terzo incontro: rifondare le democrazie

Nel novembre del 2016 si è tenuto in Vaticano il terzo incontro mondiale dei Movimenti popolari. In quell’occasione, Papa Francesco aveva indicato, nel proprio discorso, la direttrice da seguire: “Voi, organizzazioni degli esclusi e tante organizzazioni di altri settori della società, siete chiamati a rivitalizzare, a rifondare le democrazie che stanno attraversando una vera crisi. Non cadete nella tentazione della casella che vi riduce ad attori secondari o, peggio, a meri amministratori della miseria esistente. In questi tempi di paralisi, disorientamento e proposte distruttive, la partecipazione da protagonisti dei popoli che cercano il bene comune può vincere, con l’aiuto di Dio, i falsi profeti che sfruttano la paura e la disperazione”.

Quarto incontro: la pandemia si vince insieme

Sono due le fasi in cui si snoda il quarto incontro mondiale dei Movimenti popolari. Nella prima, a luglio, è stato preso in esame l’impatto del Covid per i lavoratori e per le persone più fragili. Nella lettera del 12 aprile del 2020 indirizzata ai movimenti popolari, Papa Francesco aveva esortato a prendersi cura l’uno dell’altro come fratelli: “Se la lotta contro il Covid è una guerra, allora voi siete un vero esercito invisibile che combatte nelle trincee più pericolose. Un esercito che non ha altre armi se non la solidarietà, la speranza e il senso di comunità che rifioriscono in questi giorni in cui nessuno si salva da solo”. La seconda parte del quarto incontro mondiale dei Movimenti popolari di oggi è l’occasione per condividere le proposte emerse durante la pandemia e ascoltare il messaggio di Papa Francesco.

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