Robert Attarian – Città del Vaticano
Entusiasmo e gioia in attesa dell’arrivo del Papa, domani mattina, in Grecia. A parlarne è monsignor Hovsep Bezezian, amministratore apostolico degli armeni cattolici della Grecia, che descrive la preparazione vissuta dalla chiesa armeno cattolica in vista di questo importante evento come un’occasione per fare il punto sulla fede. Particolarmente coinvolti i giovani profughi armeni provenienti dalla Siria e ospitati presso l’Ordinariato armeno cattolico.
Le attese del viaggio
Soffermandosi sui rapporti con la chiesa greco ortodossa, monsignor Bezezian descrive la singolare esperienza vissuta ogni anno dalla chiesa armeno cattolica durante la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: un momento significativo che vede il coinvolgimento anche della chiesa greco ortodossa. L’auspicio dell’amministratore apostolico è che il frutto del viaggio del Papa sia un rafforzamento della fraternità tra tutti.
Come procedono i preparativi per l’accoglienza del Papa nel prossimo fine settimana. La gente è contenta? Ha delle aspettative?
La fase preparatoria ha avuto inizio pochi mesi fa, quando la Chiesa Cattolica in Grecia ha appreso la notizia di questa visita con grande gioia ed entusiasmo. Parlando della fase preparatoria non vorrei riferirmi alla semplice preparazione che si fa per ricevere un grande personaggio, ma è molto di più. Noi riceveremo il successore di Pietro, Il Santo Padre, capo della chiesa cattolica universale, ciò vuol dire che c’è stata anche una preparazione spirituale. Il Papa, nel suo messaggio indirizzato a Cipro e alla Grecia attraverso i mass-media, aveva ricordato che viene come “pellegrino alle sorgenti dell’umanità in magnifiche terre benedette dalla storia, dalla cultura e dal Vangelo”. Queste parole sono per noi un invito a meditare, a prepararci per incontrarlo. A che punto siamo nella fede? Che valori, che cultura e che storia stiamo lasciando ai nostri figli? Oltre alla preghiera che è stata redatta dal nostro Ordinariato e che viene ripetuta in modo continuo da parte dei fedeli, i nostri giovani con gli altri giovani di Atene hanno fatto un incontro spirituale preparatorio, ed il nostro Ordinariato ha organizzato, a parte, un incontro con i giovani per approfondire e capire quale sia il ruolo del Successore di San Pietro nella Chiesa Universale. In occasione della Giornata mondiale della gioventù, il Papa ha chiesto ai giovani che erano vicino a lui durante la preghiera dell’Angelus di dire qualcosa di creativo. Anche noi siamo invitati a dire e vivere cose creative.
Come sta vivendo la chiesa cattolica in generale e la chiesa armeno cattolica in particolare questa attesa e come saranno coinvolti i fedeli negli incontri con il Santo Padre?
E’ un onore per la nostra chiesa armena cattolica ed una grande consolazione e incoraggiamento. Mi vengono in mente le parole di Elisabetta alla Madonna “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” (Luca 1,43). Il nostro Ordinariato sta collaborando in modo diretto con la Nunziatura Apostolica di Atene per dare una mano, sia all’interno del Palazzo della Nunziatura, sia nell’ospitare diverse delegazioni vaticane e della Santa Sede, soprattutto i giovani, profughi siriani armeni alloggiati presso la nostra chiesa. Alcuni dei nostri fedeli parteciperanno alla Santa Messa del 5 dicembre ed una delle nostre ragazze sarà tra coloro che reciteranno la preghiera dei fedeli in lingua armena. Mentre lunedì 6, durante l’incontro del Papa con i giovani, un profugo siriano armeno cattolico, attualmente ospitato presso la nostra chiesa, farà una bellissima testimonianza e altri 10 giovani armeno cattolici saranno tutti presenti a quell’ incontro.
Come sono i rapporti con la Chiesa Greco Ortodossa?
Ho avuto l’onore di essere ricevuto due volte dall’arcivescovo di Atene Ieronimos, durante udienze private. Il nostro Ordinariato ogni anno, ed è l’unica chiesa che lo fa, in occasione della Settimana della preghiera per l’unità dei cristiani, invita l’arcivescovo a partecipare agli incontri di preghiera e Lui è solito inviare una lettera di ringraziamento, nominando un archimandrita a rappresentarlo ed è di solito lui che legge il Vangelo.
Cosa si aspetta da questo viaggio?
Vorrei tornare al videomessaggio del Papa il quale nell’arco di cinque minuti ha ripetuto ben nove volte la parola “fratellanza”. Ecco il frutto che spero che venga rafforzata ed incoraggiata sia la fratellanza tra tutti noi. Ripeto le parole di Francesco “non solo i Cattolici ma tutti”. “Fraternità” significa che c’è amore e come dice il canto religioso “Dove c’è amore c’è Dio”.