Medio Oriente, vittime nei raid israeliani nell’est del Libano

Vatican News

Ancora scontri tra l’esercito di Israele e il gruppo sciita filoiraniano Hezbollah. Risposta del movimento armato libanese che rivendica il lancio di un centinaio di razzi contro il territorio israeliano. Da Washington Biden afferma di non avere in programma nessun incontro con Netanyahu

Gianmarco Murroni – Città del Vaticano

Israele ha colpito la città libanese di Baalbek, roccaforte del gruppo sciita filoiraniano Hezbollah al confine con la Siria. Gli attacchi alla città orientale del Libano ha provocato la morte di una persona, come riferito da fonti di sicurezza locale. Altre 7 persone sono rimaste ferite. Si tratta del secondo raid nella regione da quando sono iniziate le ostilità con Hezbollah, contestualmente alla guerra sulla Striscia di Gaza. Anche se gli scontri fra l’esercito israeliano e il movimento armato libanese, vicino ad Hamas, sono per lo più rimasti circoscritti alle aree di confine, nelle ultime settimane diversi attacchi hanno mirato a obiettivi posti più a nord, facendo crescere la preoccupazione di un’escalation del conflitto.

Risposta di Hezbollah

Non si è fatta attendere la risposta militare di Hezbollah, che nelle ultime ore ha rivendicato il lancio di un centinaio di razzi Katyusha contro il territorio israeliano. Lo ha riferito il Times of Israel, precisando che il movimento sciita libanese ha dichiarato in una nota di aver preso di mira due basi dell’esercito israeliano sulle Alture del Golan. Più di 220 combattenti di Hezbollah e quasi 40 civili sono stati uccisi da parte libanese, mentre in Israele il bilancio dei morti in questi attacchi è al momento di 9 soldati e 10 civili. Decine di migliaia di persone che vivevano vicino alla frontiera hanno lasciato le loro case da entrambi i lati del confine a causa dei combattimenti.

Scontri sulla Striscia di Gaza

E proprio nella Striscia di Gaza un’offensiva israeliana avrebbe preso di mira un complesso sotterraneo vicino al campo profughi di Nuseirat, con l’obiettivo di colpire il numero 3 di Hamas, Marwan Issa, che sarebbe rimasto ucciso nell’attacco. “Non c’è ancora alcuna conferma definitiva sull’eliminazione di Marwan Issa”, ha detto il portavoce dell’esercito Daniel Hagari. Israele considera Issa una delle menti degli attacchi di Hamas del 7 ottobre.

Rapporti tra Israele e Usa

“Non ho in programma nessun incontro con Netanyahu”, ha affermato il presidente americano Biden dopo aver in parte criticato, nei giorni scorsi, la gestione israeliana del conflitto a Gaza. “In questo mese sacro all’Islam la sofferenza del popolo palestinese sarà il primo pensiero di molti. Sarà il mio primo pensiero”, ha detto Biden in occasione dell’inizio del Ramadan. “Gli Stati Uniti continueranno a guidare gli sforzi internazionali – ha aggiunto – per portare più assistenza umanitaria a Gaza”. “Il disaccordo tra Usa e Israele non aiuta a sconfiggere Hamas”, ha puntualizzato Netanyahu, aggiungendo che i tentativi di imporre uno Stato palestinese sarebbe “un problema per l’intero popolo israeliano”.