Mattarella al Papa: chiamati ad essere “artigiani di pace”

Vatican News

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Il Messaggio del Papa per la 55.ma Giornata Mondiale della Pace è il filo conduttore della riflessione del presidente italiano uscente Sergio Mattarella, contenuta in un testo inviato a Francesco. Il capo dello Stato, guardando al tema scelto, “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura”, sottolinea che è “un rigoroso richiamo e – al tempo stesso – un appassionato spunto di riflessione sugli strumenti per affrontare con efficacia i problemi che affliggono un mondo multipolare e frammentato, quali quelli del degrado ambientale, della recrudescenza delle malattie, dell’aggravarsi della fame, delle croniche carenze d’acqua e del continuo riprodursi di conflitti”.

Uno sviluppo integrale

Di fronte alla pandemia, scrive Mattarella, che ha acuito la distanza tra le persone, “la profonda crisi educativa e la crescente precarietà del mondo del lavoro”, resta una necessità “intraprendere quel cammino della pace che San Paolo VI definì sviluppo integrale” per ascoltare il grido dei poveri e della terra. “Un cammino che passa, come sottolineato nel Messaggio, attraverso un fecondo dialogo fra generazioni, una vera e propria alleanza tra gli anziani, custodi della memoria, e i giovani che portano avanti la storia”. Questo significa rifuggire dagli interessi immediati che generano una cultura dello scarto e impegnarsi in un confronto produttivo per affrontare l’emergenza climatica, tema a cuore dei giovani. “Valorizzare il ruolo dei giovani – aggiunge il presidente – è d’altra parte uno degli obiettivi di fondo della politica estera dell’Italia”.

L’istruzione è futuro

Altro spunto è quello dell’educazione. “Mi rammarica constatare come, negli ultimi anni, le risorse che al livello globale vengono dedicato a questa imprescindibile funzione siano diminuite. Su questo tema – prosegue Mattarella – vorrei condividere l’auspicio che i fondi per l’istruzione siano finalmente considerati come investimenti. Perché è dall’istruzione e dalla crescita personale che si parte per costruire il futuro”.

Lavoro e giustizia sociale

Sul tema del lavoro, “veicolo per la piena realizzazione della dignità umana e come base su cui costruire la giustizia e la solidarietà all’interno di ogni comunità”, il capo dello Stato ricorda che la pandemia ha aggravato le già persistenti difficoltà, rendendo i vulnerabili ancora più fragili. “La ringrazio, Santità, per aver rivolto il Suo pensiero al ruolo che è chiamata a ricoprire la politica in questo ambito, ovvero quello di promuovere, e garantire in ogni circostanza, il giusto equilibrio tra libertà economica e giustizia sociale”. Tutti insieme, conclude Mattarella, possiamo diventare “artigiani” di pace.

Grazie Papa Francesco

Ieri sera in televisione, il presidente della Repubblica ha rivolto il suo messaggio agli italiani, l’ultimo del suo mandato settennale. Ha avuto parole di affetto a Papa Francesco che ha ringraziato “per la forza del suo magistero, e per l’amore che esprime all’Italia e all’Europa, sottolineando come questo Continente possa svolgere un’importante funzione di pace, di equilibrio, di difesa dei diritti umani nel mondo che cambia”. “L’Italia crescerà”, ha aggiunto il capo dello Stato, che ha ringraziato gli italiani per la coesione mostrata nei momenti bui, soprattutto durante la pandemia. Si è poi rivolto ai giovani, citando la lettera ai suoi studenti del professor Carmina, morto nella tragedia di Ravanusa, con l’esortazione a non scoraggiarsi e a perseguire i propri sogni. Infine ha invitato a non sprecare “l’opportunità di vaccinarsi” perché  “è anche un’offesa a chi non l’ha avuta”.