Marcia PerugiAssisi: via di pace e gesti concreti per aiutare il popolo dell’Ucraina

Vatican News

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Cessate il fuoco, corridoi umanitari, dialogo, disarmo pace. Sono queste le parole che accompagnano la marcia PerugiAssisi, in programma domenica 24 aprile, per ricordare anche quanto scritto nella Costituzione italiana: chi ama la pace “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. E per rilanciare l’appello di Papa Francesco: “Fermatevi! La guerra è una follia”. Il pensiero è rivolto in particolare all’Ucraina, un Paese che dallo scorso 24 febbraio vive una immane tragedia. Ma anche ad altre situazioni di tensione, sofferenza e dolore che, come ha affermato il Pontefice nel Messaggio Urbi e Orbi di Pasqua, “interessano troppe regioni del mondo”.

Veglia di preghiera

La giornata del 24 aprile, scrivono gli organizzatori dell’iniziativa, è anche una occasione per ribadire che è urgente “l’apertura di un negoziato multilaterale serio, strutturato, concreto, onesto e coraggioso, sotto l’autorità delle Nazioni Unite”. “I responsabili dell’Unione Europea e della politica internazionale lo devono fare ora!”. La marcia è preceduta, sabato 23 aprile, da una veglia di preghiera ad Assisi incentrata sul tema: “Fratelli tutti: pace e giustizia si baceranno”. A guidarla, il cardinale Micheal Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale. Prima della veglia, nella Sala della Pace del Sacro Convento, è in programma l’incontro “La via della pace”. Interviene, tra gli altri, l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi. Per la prima volta nella sua storia, la marcia non si conclude alla Rocca di Assisi, ma davanti alla Basilica.

La pace si costruisce in molti modi

Sono numerose le adesioni all’iniziativa di domenica 24 aprile. Alla marcia PerugiAssisi partecipano anche i giovani della Coop. Marco Pedroni, presidente dell’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori (Coop), sottolinea che la pace si deve sostenere in tanti modi.

Ascolta l’intervista a Marco Pedroni

Domenica 24 aprile si tiene una marcia per la pace in Ucraina e in altre regioni del mondo scosse da conflitti spesso dimenticati…

È un pensiero molto forte quello rivolto all’Ucraina, anche se ci sono tanti altri conflitti che meritano attenzione. Come Coop abbiamo deciso di aderire all’invito della marcia per la pace. A questa iniziativa partecipano molti nostri soci, soprattutto giovani: sono più di 1500 le persone legate al mondo Coop che partecipano alla marcia. Come associazione di consumatori, abbiamo una storia molto attenta ai temi della pace. Ci sentiamo quindi perfettamente inseriti nelle parole pronunciate da Papa Francesco e nella proposta degli organizzatori della marcia. Per noi è molto importante che ci sia un sostegno alla popolazione dell’Ucraina. Si deve comunque tenere aperto il canale del dialogo.

Dietro le guerre ci sono spesso grandi interessi economici. Come i cittadini possono oggi concretamente dare il loro sostegno, anche piccolo ma comunque importante, per aiutare chi soffre a causa della guerra in Ucraina?

I cittadini italiani ed europei subiscono l’impatto di questa guerra. Mancano le materie prime e questo determina un aumento dei prezzi. E le sanzioni creano, inoltre, una situazione economica ancora più difficile. Noi come Coop abbiamo una grande attenzione soprattutto per le famiglie e per coloro che si trovano in difficoltà economica. Cerchiamo, soprattutto, di attenuare l’impatto di questa iperinflazione per le famiglie che hanno un reddito più basso. Abbiamo anche fatto uno sforzo chiedendo ai nostri soci consumatori di raccogliere risorse da destinare ai cittadini dell’Ucraina e per aiutare i profughi arrivati in Italia. Abbiamo lanciato insieme con Unhcr, Medici senza Frontiere e Comunità di Sant’Egidio una raccolta fondi, che prosegue, e che ha superato la somma di un milione e duecento mila euro. Credo sia un gesto concreto. Ed è molto importante il fatto che oltre 100 mila persone abbiano deciso di donare qualcosa nelle nostre casse per aiutare la popolazione ucraina. Si deve sostenere la pace in tanti modi. Sicuramente con la partecipazione della gente, come nella marcia del 24 aprile. E poi con gesti concreti.

Una marcia può sembrare un passo debole, non adeguato e poco proporzionato rispetto alle armi vendute e utilizzate in molte regioni del mondo. Ma marciare per la pace, in realtà, non è mai uno sforzo vano…

Non lo è. Può sembrare una piccola cosa, ma nelle società democratiche e nei Paesi in cui operano istituzioni democratiche i cittadini devono poter far sentire la loro voce e premere perché, accanto al sostegno all’Ucraina, ci sia la possibilità di tenere aperti i canali diplomatici. Credo che le marce e le iniziative per la pace, anche connotate da qualche differenza nelle loro posizioni, siano molto importanti e significative.