Chiesa Cattolica – Italiana

Mani per impastare, gambe per andare e occhi per incontrare

Giada Aquilino – Città del Vaticano

Nemmeno la pandemia li ha fermati. I volontari della Comunità Laudato si’ di Stupinigi, nell’area metropolitana di Torino, hanno anzi ricevuto una motivazione in più dall’emergenza Covid: si sono rimboccati le maniche e hanno portato avanti, non senza difficoltà, il progetto del “Forno solidale – Impastiamo umanità”, cuocendo pane nel loro forno a legna, con farine di grani antichi e a Km zero, e distribuendolo gratuitamente alle famiglie più colpite dalla crisi. Quella di Stupinigi, all’ombra della settecentesca residenza sabauda per la caccia e le feste edificata su progetto di Filippo Juvarra, è una delle oltre sessanta Comunità Laudato si’ fondate da monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, e Carlo Petrini, patron di SlowFood: realtà locali che operano nello spirito del documento di Papa Francesco del 2015, come cellule di vita comunitaria, impegnate a diffondere i temi dell’ecologia integrale attraverso attività e azioni concrete per una realtà più sostenibile.

Relazioni umane di vicinanza e calore

“Siamo circa una trentina di persone, un gruppo molto eterogeneo dal punto di vista anagrafico, composto da persone più grandi d’età ma anche da giovani e giovanissimi”, spiega a Vatican News Alessandro Azzolina, coordinatore della Comunità Laudato si’ di Stupinigi, proprio quando in tutto il mondo si celebra la Settimana Laudato si’, a chiusura dell’Anno speciale indetto dal Pontefice per riflettere sull’enciclica.

I ragazzi della Comunità Laudato si’ di Stupinigi e il loro Forno “Impastiamo umanità”

“Dal 2018 cerchiamo di fare nostri – evidenzia – i principi espressi dall’enciclica sulla cura della casa comune e in particolar modo come Comunità Laudato si’ di Stupinigi, proprio perché siamo in un’area periferica alle porte di Torino, cerchiamo di rispondere soprattutto nell’ambito dell’ecologia integrale alla necessità di impegnarsi all’interno del sociale. Noi viviamo in un territorio che sente in maniera particolare la crisi economica ma anche una crisi di comunità, di relazioni. E allora vogliamo, attraverso l’elemento dell’ecologia e della tutela ambientale, 

fare socialità”. L’obiettivo diventa quella «ecologia della vita quotidiana» fatta di «relazioni umane di vicinanza e calore» evocate proprio da Papa Francesco nella Laudato si’, in cui i «limiti ambientali sono compensati nell’interiorità di ciascuna persona, che si sente inserita in una rete di comunione e di appartenenza». In tal modo, prosegue il Pontefice, «qualsiasi luogo smette di essere un inferno e diventa il contesto di una vita degna» (148).

Povertà e disoccupazione

“Siamo una realtà di periferia, perché Stupinigi – va avanti il coordinatore della locale Comunità Laudato si’ – è una frazione di Nichelino che si trova proprio alle porte di Torino, la città operaia per eccellenza, e in questo contesto abbiamo uno degli indici di povertà assoluta più alti di tutto il Piemonte”. Nichelino, spiega Azzolina con dati alla mano, è la seconda località più povera della regione: il reddito medio è di 19 mila euro annuo, poco al di sopra dell’ultimo comune, che è Valenza. Una realtà operaia che negli anni è passata per la cassa integrazione, i licenziamenti, il sogno di una reindustrializzazione spesso fallita. Il coronavirus ha fatto il resto. “Con le attività sociali che svolgiamo come Comunità Laudato si’ serviamo circa 600 famiglie in emergenza alimentare, economica e abitativa, su un territorio di 50 mila abitanti”.

I pranzi sociali

Oltre agli incontri canonici di informazione sull’ambiente e sulla sua tutela, il gruppo piemontese svolge varie attività sociali. La prima, in periodi non caratterizzati dalle restrizioni per il contenimento della pandemia, è legata alla “organizzazione, in momenti diversi dell’anno, di pranzi sociali – racconta Azzolina – per 100-150 persone: pranzi organizzati con prodotti della terra a Km zero e biologici, quindi con un rispetto dell’ambiente, del cibo, della filiera del cibo molto marcato, e rivolti alle famiglie in crisi economica e alimentare. Le famiglie hanno avuto accesso a questi pranzi non pagando nulla in soldi, ma – sottolinea – pagando ‘in bellezza’, portando cioè un’opera d’arte da loro realizzata, una canzone, una poesia, un disegno fatto da un bambino: c’è stata una coppia che ha portato in dono il racconto della propria storia d’amore, ricca di vicissitudini e complessità, quasi fosse un film”.

I ragazzi della Comunità Laudato si’ di Stupinigi a lavoro

Il forno sociale

La seconda iniziativa è quella del forno sociale: la domenica, sempre nel rispetto delle misure anti Covid, “impastiamo farine del territorio a Km zero, biologiche; abbiamo un forno a legna 

che ogni volta sforna pane per circa 200-300 persone e i nostri volontari, dopo che hanno impastato e sfornato il pane, lo distribuiscono” a chi è nel bisogno. Sulla loro pagina Facebook, gli operatori della Comunità Laudato si’ di Stupinigi parlano di un impegno fatto “con quello che abbiamo tra le mani: acqua, farina, lievito, fuoco, legna, gambe per andare e occhi per incontrare”. “L’obiettivo che stiamo perseguendo, e in parte ci stiamo riuscendo, è quello di coinvolgere le famiglie stesse sia nella produzione del pane sia nella fase di distribuzione. Cerchiamo sempre, cioè, un approccio proattivo e non assistenzialistico o caritatevole”, spiega il coordinatore richiamando direttamente la Laudato si’. L’enciclica di Papa Francesco, infatti, pur evidenziando che certe azioni non possono risolvere i «problemi globali», evidenzia come esse confermino però «che l’essere umano è ancora capace di intervenire positivamente» e, «essendo stato creato per amare, in mezzo ai suoi limiti germogliano inevitabilmente gesti di generosità, solidarietà e cura» (58).

Il pane prodotto dalla Comunità

Ad ogni latitudine

L’esperienza della Comunità Laudato si’, aggiunge Alessandro, mette “insieme persone anche diverse, con percorsi differenti, ma che hanno un minimo comune denominatore”: quello «stile di vita» proposto nell’enciclica del Pontefice (111). “Tutto è connesso, tutti siamo connessi”, ribadisce Azzolina citando il Papa. “Questo è ciò che dobbiamo capire ad ogni latitudine: dall’estrema periferia di Torino fino ai grandi centri abitati”.

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