L’Europa secondo Macron: in equilibrio nel confronto tra potenze e sovrana di fronte ai big tech

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Fausta Speranza – Città del Vaticano

Un accordo sul salario minimo, la tassa sulla CO2 alle frontiere e la regolamentazione delle piattaforme digitali: sono tra gli obiettivi prioritari indicati dal capo di Stato francese Emmanuel Macron per la presidenza di turno dell’Unione Europea. Dal primo gennaio, infatti, fino al 30 giugno di quest’anno, Parigi guida il Consiglio Ue cercando di non deludere le aspettative dei cittadini sulla Conferenza sul futuro dell’Europa che proprio Parigi ha voluto. Sei mesi di presidenza di turno Ue che per Macron coincidono con i mesi della campagna elettorale per tentare di confermare il suo posto all’Eliseo. Dalla Commissione europea è arrivata la raccomandazione ad avviare la discussione sulla sicurezza e sulla difesa comune. “Abbiamo bisogno di un’Europa della difesa – ha detto la presidente Ursula von der Leyen – per prepararci alle nuove minacce e agli attacchi ibridi”.

La “sovranità” secondo Macron

Nelle parole del presidente francese le finalità di questo semestre si riassumono nel “promuovere la sovranità europea in tutti gli ambiti dalla difesa comune all’autonomia tecnologica”. Delle possibilità di azione di Macron abbiamo parlato con lo storico Eugenio Capozzi, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa:

Ascolta l’intervista con Eugenio Capozzi

Lo storico innanzitutto inquadra una situazione di incertezza internazionale spiegando che si ripercuote sull’Unione europea. Cita la situazione di tensione tra Stati Uniti, Russia, Cina che crea una certa instabilità che non aiuta la compattezza tra i Paesi Ue. Capozzi ricorda l’importanza del ruolo della Germania, considerata motore economico d’Europa, sottolineando però che è proprio Berlino a vivere, a causa del confronto tra Washington e Mosca, una sorta di sospensione nelle relazioni.

Le fragilità dei Paesi pilastro dell’Ue

Macron ha spiegato che la Francia moltiplicherà le iniziative con l’Italia, come il documento congiunto sulla riforma del Patto di stabilità, e moltiplicherà “ogni volta che sarà possibile” le iniziative a tre con la Germania. Si tratta, commenta Capozzi, di una fase particolare per tutti e tre i Paesi fondatori. La Francia è immersa nella campagna elettorale per l’Eliseo. La Germania ha un nuovo governo che deve ancora definire sul campo i suoi orientamenti. Per quanto riguarda l’Italia, il successo del maxi piano di aiuti Next Generation Eu da oltre 800 miliardi, raccolti emettendo debito comune, dipende in gran parte dalla capacità proprio del governo di Roma, primo beneficiario con quasi 200 miliardi di euro, di rispettare gli impegni presi con l’Ue.

Sullo sfondo il negoziato Usa-Russia

Nel frattempo, si apre questa domenica a Ginevra il negoziato tra Stati Uniti e Russia. Il capo del Cremlino afferma che un ingresso dell’Ucraina nell’ Alleanza Atlantica completerebbe l’accerchiamento della Russia e renderebbe impossibile la sua difesa in caso di attacco missilistico. Secondo gli analisti, Putin vorrebbe ricreare una zona d’influenza russa in Europa dell’est, allontanandone la Nato. Da parte sua, il presidente statunitense Biden ha ribadito finora che gli ucraini devono essere liberi di decidere e ha minacciato altre sanzioni economiche e finanziarie per Mosca. Si tratta di cercare un compromesso che eviti l’escalation di tensione tra le due potenze nucleari.

Nel dialogo deve entrare anche la Cina

Capozzi sottolinea l’importanza di tornare ad un impegno serio di dialogo tra Washington e Mosca e aggiunge che non si può dimenticare Pechino: anche la Cina è tra i grandi interlocutori da considerare. Ribadendo che è sempre positivo l’impegno al dialogo, come quello assicurato dai colloqui formali che riprendono il via a Ginevra, lo storico ricorda che sono tanti gli spunti problematici dell’attualità, tra cui la situazione in Kazakhstan, ma che è particolarmente cruciale l’equilibrio da trovare per la questione dell’Ucraina e della Nato.

La difesa comune è lontana

Da storico Capozzi non ritiene sia possibile immaginare a breve passi significativi nel cammino verso la difesa comune europea. Troppe variabili minano la compattezza nell’Ue necessaria per una decisione che, spiega lo storico, implicherebbe  scelte comuni coraggiose in tema di politiche fiscali e di spese militari. Non si può immaginare uno slancio in avanti di Parigi e Berlino, afferma Capozzi, perché non si può ipotizzare che sia solo una sorta di brigata franco-tedesca.

L’importante partita sul piano tecnologico

Dalle parole di Capozzi emerge l’importanza e l’urgenza di un impegno concreto da parte europea per contrastare monopoli di grandi aziende hi tech che minacciano, afferma, non solo le altre aziende ma anche i bilanci stessi degli Stati per il peso enorme che hanno assunto. Lo storico evidenzia la difficoltà di un’impresa del genere citando alcune proposte che Macron ha proposto e che effettivamente potrebbero rappresentare passi avanti concreti, come quella di finanziare maggiormente i centri di ricerca tecnologica e imprenditoriale europei. Questi centri appaiono piccoli ma da lì si può partire per elaborare strategie di contenimento dello strapotere di alcune big tech company che sono uscite più ricche dal periodo di pandemia finora trascorso. Secondo Capozzi, è in questo impegno che l’Europa si gioca molto del ruolo che saprà ritagliarsi nel futuro.