Le voci dei bambini che gridano di fermare le guerre

Vatican News

Studenti e studentesse delle Scuole di Pace, che da tutta Italia hanno partecipato all’udienza in Aula Paolo VI con Papa Francesco, condividono emozioni e desideri per un futuro senza conflitti

Antonella Palermo – Vatican News

“A quelli che fanno la guerra, vorrei dire: la guerra non si deve fare e che siamo tutti fratelli e che dobbiamo vivere in un mondo di pace”, così dice a Radio Vaticana – Vatican News il bambino di Potenza che in Aula Paolo VI sedeva in prima fila accanto a padre Enzo Fortunato e che, dopo il discorso di Papa Francesco, ha avuto modo di salutarlo assieme ad altri giovani e di annunciargli che ci sarà anche lui a fare festa alla prossima Giornata mondiale dei Bambini, in programma a fine maggio Vaticano.

Si sono emozionati tutti quando il Papa ha invitato a fare un poco di silenzio per ricordare i bambini di Gaza e quelli ucraini che sono sotto le bombe. “Quando penso ai bambini in guerra, penso che è inaccettabile quello che stanno facendo in alcune parti del mondo – dice una ragazzina, anche lei sul palco in Aula stamani – perché anche loro sono bambini come noi e anche loro hanno dei diritti come noi”.

E un’altra ancora di questi piccoli, che hanno dovuto affrontare molti chilometri per essere oggi a Roma, esprime tutta la sua tristezza. Prova a immaginare come vivano i suoi coetanei in contesti di conflitto: “Mi dispiace molto che questi bambini non possano giocare, mangiare cose buone”. Al coro di rifiuto della guerra si unisce una delle insegnanti: anche questo è il motivo per cui siamo qui, per urlarlo. 

Mentre sfilano le scolaresche con i cappellini colorati e i fiori di carta preparati e innalzati e sventolati insieme per l’occasione, una ragazza si assume l’impegno di fare la pace e portarla nel mondo anche nei piccoli gesti quotidiani, “magari aiutando i miei compagni o comunque le persone che mi stanno accanto”. “Stop alla guerra! – è ancora il grido di una ragazza – mettiamo da parte le armi e tutte le forme di odio”.