L’appello alla Russia, sblocchi l’accordo sul grano, necessario per la crisi alimentare

Vatican News

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

L’appello alla Russia è corale: Mosca ritorni sulla sua decisione di sospendere l’accordo che consente di esportare il grano ucraino attraverso il Mar Nero. Ad essere state bloccate, a seguito degli attacchi ucraini ieri alla Flotta russa nel porto di Sebastopoli in Crimea, sono due milioni di tonnellate di grano caricate su 176 navi già in mare, sufficienti a sfamare oltre sette milioni di persone, come indicato dal ministro degli esteri di Kiev Dmytro Kuleba, per il quale la Russia avrebbe pianificato da tempo il blocco, per “riprendere i giochi della fame”. 

Gli appelli della comunità internazionale

L’Unione europea esorta Mosca a tornare sulla sua decisione, è su twitter che il responsabile della politica estera Borrell, parla di come i russi stiano mettendo a rischio “la principale via di esportazione di cereali e fertilizzanti necessari per affrontare la crisi alimentare globale causata dalla sua guerra contro l’Ucraina”. Anche le Nazioni Unite si sono mosse, mettendosi in contatto con le autorità russe perché si prosegua in uno “sforzo umanitario fondamentale che sta chiaramente avendo un impatto positivo sull’accesso al cibo per milioni di persone in tutto il mondo”. Un appello arriva anche dalla Turchia che, diplomaticamente, sta tentando di tenere in piedi l’accordo e che ammette che la “situazione è complicata”. A definire “scandalosa” la decisione di Mosca è il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. La Russia, è l’accusa della Casa Bianca, “usa il cibo come arma”. E’ in una nota che Washington riflette sull’“impatto diretto sulle nazioni bisognose e sui prezzi alimentari globali, e aggrava le già drammatiche crisi umanitarie e l’insicurezza alimentare”. 

Lavrov, è come la crisi dei missili a Cuba

Da Mosca intanto, il ministro degli esteri Lavrov paragona l’attuale situazione a quella della crisi dei missili a Cuba, poiché le minacce immediate, è la sua spiegazione, sono proprio ai confini della Russia. Lavrov parla poi di una leadership russa, compreso il presidente Putin, ancora pronta ai colloqui. Ad oggi però, è parere del ministro, non si vede ancora la volontà degli Usa e dei suoi alleati di mostrare responsabilità e saggezza nel risolvere la situazione in Ucraina.