Chiesa Cattolica – Italiana

La siccità del Po in un’Europa occidentale rovente

Fausta Speranza – Città del Vaticano

E’ allarme siccità nel Nord Italia per il Po: secondo Coldiretti, il livello idrometrico del fiume al Ponte della Becca (Pavia) è sceso a -3,7 metri, i livelli più bassi da almeno 70 anni. In sofferenza anche i grandi laghi, come il Maggiore, sceso al minimo storico con un grado di riempimento del 22 per cento, mentre quello di Como è al 25 per cento. In 80 comuni della provincia di Torino e 25 della provincia di Bergamo le forniture d’acqua nelle case potrebbero essere razionate, per il momento solo durante la notte, per far fronte alle conseguenze della siccità nella Pianura Padana. Secondo l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità di bacino distrettuale del Po (AdBPo), con l’eccezione di Piacenza, in tutti i punti del Po in cui si misura il livello del fiume le portate sono ampiamente sotto le medie di giugno e il cuneo salino, cioè il punto in cui l’acqua salata del mare Adriatico è risalita nella pianura, è arrivato a 20 chilometri dalla costa. Gli enti che gestiscono i prelievi dai grandi laghi – il Lago Maggiore, il Lago di Como, il Lago d’Iseo, il Lago d’Idro e il Lago di Garda – hanno invece confermato che si potrà scendere sotto i livelli minimi sia per permettere le irrigazioni a valle, sia per salvaguardare gli habitat di molte specie animali e vegetali. In occasione della riunione Luigi Mille, direttore generale dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po, che tra le altre cose decide quanta acqua del Garda far arrivare al fiume, ha detto che le quantità rilasciate erano state aumentate rispetto alla media.

Mancanza di piogge

Una situazione “drammatica”, secondo Coldiretti, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. La mancanza di pioggia in alcune zone dura da quasi tre mesi con il ricorso a autobotti, razionamenti e misure restrittive anche per innaffiare orti e giardini. La gravissima siccità che ha colpito il Po è ancor più grave per essersi manifestata in anticipo, fin dalla fine dell’inverno, rispetto ad altri analoghi eventi straordinari degli ultimi 20 anni (2003, 2006, per esempio) che si sono verificati verso giugno e luglio.

In Italia preoccupazione per agricoltura e energia

La giornata del 16 giugno, quando la temperatura massima è stata in media di 28,1 gradi, in Piemonte è stata la più calda degli ultimi 65 anni. E’ quanto ha rilevato l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale). E’ stato infatti messo in ombra il record per questa data, che risaliva al 2003 (media 27 gradi). Si annunciano mesi ancora più critici per l’agricoltura, per la biodiversità, per i laghi, per la produzione di energia elettrica, come ha sottolineato ieri il Wwf nella Giornata Mondiale Desertificazione e Siccità. Si tratta di una fase anticipata di estate con un’anomalia termica positiva di circa 6° C rispetto alle medie climatiche di riferimento, ma la prossima settimana questa discrepanza aumenterà addirittura fino a 10° C. In particolare, nei prossimi sette giorni è previsto che l’anticiclone africano Scipione, che imperversa in questo momento, lasci infatti il posto a un’altra figura anticiclonica di origine sub-tropicale, in una sorta di staffetta che arroventerà l’Italia facendo superare alcuni record di temperatura.

Le notti “tropicali”

Il caldo non molla la presa neppure durante le ore notturne; questa terza ondata di calore africano ci farà vivere infatti anche le fastidiose notti tropicali. Questo termine ha un significato ben preciso: è un indicatore climatico che identifica il numero di notti nell’anno con temperatura minima maggiore di 20° C. E’ un valore internazionale definito dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) e serve per monitorare i cambiamenti climatici in atto. Infatti, negli ultimi decenni stiamo assistendo ad un numero sempre più crescente di questo tipo di notti, a sottolineare il processo di riscaldamento climatico 

In un’Europa occidentale rovente

Temperature elevate da record con un anticipo senza precedenti sull’Europa occidentale: sono l’effetto della persistenza di un promontorio di alta pressione che si allunga dal Nord Africa fino al Canale della Manica, con valori di pressione importanti e anch’essi anomali per questo periodo di giugno.

In Francia sospesi eventi all’esterno

Sono previsti record assoluti di afa oggi in Francia, con punte di 42-43 gradi, sconosciute a gran parte delle regioni del Paese, come la Bretagna, soprattutto nel mese di giugno. Due terzi del territorio sono stati posti in stato di allerta, non solo per i picchi di calore, ma anche per i temporali che dovrebbero cominciare a rinfrescare l’aria a partire da domani. Soprattutto nell’ovest della Francia, i rovesci potrebbero assumere carattere violento. I 42 gradi sono stati già raggiunti ieri in diversi dipartimenti, soprattutto nel sud, oggi sono registrati 38 gradi a Parigi, dove anche nelle stazioni della metropolitana gli altoparlanti diffondono avvertimenti in diverse lingue. Nelle zone in stato di allerta, dove vivono tre quarti dei francesi, sono state annullate feste, eventi sportivi e culturali. A Lourdes, nei Pirenei, il pellegrinaggio degli ex combattenti previsto nella ricorrenza di oggi, 18 giugno,per ricordare l’appello del generale de Gaulle ai francesi nel 1940, non si svolgerà. Ovunque, volontari della Croce rossa distribuiscono acqua nelle strade, mentre già diverse decine di ettari di boscaglia e di foreste sono andate in fiamme ieri.

In Spagna l’appello di Sanchez

Le ondate di caldo con “temperature estremamente elevate” come quella che sta vivendo attualmente la Spagna “non sono più solo un aneddoto” e “hanno effetti estremamente negativi” per l’ambiente. Lo ha affermato il Primo ministro del Paese iberico, Pedro Sanchez, parlando nella Giornata mondiale della lotta contro la desertificazione e annunciando misure per fronteggiare  questo fenomeno. “Se non adottiamo misure adesso, non ci sarà margine per risposte solo reattive o improvvisate”, ha poi detto riguardo alla lotta al surriscaldamento globale In tal senso, il primo ministro annunciando un programma volto alla “ricostruzione di paesaggi” e a “dare priorità alla ricostruzione del ciclo dell’acqua”.

Negli Stati Uniti allarme bestiame

Il caldo estremo, insieme con l’umidità e la mancanza di vento, ha fatto strage di bestiame in Kansas: almeno 2000 bovini sono deceduti. Lo ha reso noto il Kansas Department of Health and Environment, secondo cui il numero si riferisce solo al numero delle carcasse smaltite dalle autorità. Il sud ovest dello Stato ha visto un incremento di temperature tra i 10 ed i 14 gradi rispetto alla media, mentre nella notte si sono mantenute sui 20 gradi, non abbastanza per consentire al bestiame di raffreddarsi. Inoltre, secondo gli esperti gli sbalzi improvvisi di temperatura hanno impedito che i bovini, in questo caso, si acclimatassero alle nuove condizioni.

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