Chiesa Cattolica – Italiana

La Madonna scampata al fuoco

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Illesa dalle fiamme. Il devastante incendio divampato all’interno di una scuola di Forlì nella notte tra il 4 ed il 5 febbraio 1428 non ha minimamente intaccato la bellezza dell’immagine mariana che un maestro, un certo Lombardino da Riopetroso, aveva affisso alle pareti di un’aula.

La rappresentazione del miracolo da un antico codice

Il miracolo

Domato il rogo, tra le macerie dell’edificio ci si accorse che quella xilografia, un disegno stampato su carta incollato e inchiodato su una tavola di legno, non aveva subito alcun danno, neanche un annerimento provocato dal fumo. Subito si riconobbe la straordinarietà dell’accaduto. “Da allora – racconta a Vatican News don Giovanni Amati, responsabile dell’Ufficio Comunicazioni sociali della diocesi di Forlì Bertinoro – quell’immagine così fragile, subito portata in processione all’interno della Cattedrale è pregata dalla popolazione locale nei momenti di prova come guerre, terremoti, calamità, malattie ed epidemie. E non è mai mancata la protezione della Vergine”.

Ascolta l’intervista a don Giovanni Amati

La Madonna del Fuoco e il covid

Quest’anno la dura prova del lutto, della malattia e della crisi economica causati dalla pandemia rende la festa particolarmente sentita. “Durante il lockdown, lo scorso 19 aprile 2020, il vescovo monsignor Livio Corazza ha voluto portare l’immagine in un pellegrinaggio solitario per le vie del centro di Forlì. Le celebrazioni del 4 febbraio, precedute da una novena di preparazione, sono vissute nel rispetto delle misure di sicurezza per il contenimento del contagio. I bambini hanno partecipato domenica scorsa alla tradizionale “fiorita”, facendo pervenire i loro disegni e fiori: evitando assembramenti, sono stati deposti fuori dalla cattedrale ai piedi della colonna della Madonna del Fuoco.

La processione del vescovo Corazza durante il lockdown

L’omaggio dei Papi

Don Giovanni Amati ricorda l’edizione speciale della fiorita celebrata l’8 maggio del 1986. “Fu organizzata in occasione della visita pastorale in Romagna di san Giovanni Paolo II che omaggiò la Madonna con un mazzo di fiori”. Prima di lui altri tre Papi s hanno sostato in preghiera davanti alla Vergine del Fuoco: Pio VI nel  1782, mentre era in viaggio per Vienna; Pio VII nel 1814, reduce dalla prigionia in Francia sotto Napoleone; Pio IX nel corso di una visita nel 1857.

L’omaggio di san Giovanni Paolo II nel 1986

La più antica xilografia su carta

Poco si conosce di questa sacra effige la cui bellezza è rimasta immutata nei secoli: “sappiamo solo che fu portata a Forlì dal maestro Lombardino – spiega don Giovanni Amati – e che probabilmente fu realizzata da un circolo di artisti bolognesi” tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento. Quella che è ritenuta probabilmente la più antica xilografia su carta di tutta Italia ed una delle più antiche d’Europa, di dimensioni 49 x 40 centimetri, fu inizialmente collocata in un sacello laterale della cattedrale. Poi, nel Seicento, trovò definitiva sistemazione in una grande cappella intitolata alla Madonna del fuoco.

Il sole e la luna

Il sole, la luna e i santi

E’ una composizione molto popolata: al suo interno sono rappresentate una trentina di figure. Al centro c’è la Vergine con il Bambino che si aggrappa teneramente alla veste materna. Ai loro lati ci sono il sole e la luna, reminiscenze di un antico culto pagano, riproposti in chiave cristiana. In alto le scene dall’Annunciazione e della Crocefissione”. Una corte di eroi della fede decora la composizione. Si riconoscono i dodici apostoli e due figure femminili. “Probabilmente si tratta di Santa Dorotea e Santa Caterina di Alessandria. Tra i santi figurano Giorgio, Francesco, Antonio abate, Girolamo, Cristoforo, Giovanni Battista, Lorenzo e Petronio”.

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