La gratitudine dei poveri per la carezza di Francesco ad Assisi

Vatican News

Eugenio Bonanata – Assisi

Ci saranno anche Eva e Sandro all’incontro di domani nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Al Papa direi soltanto “grazie”, afferma la donna arrivata in Italia tanti anni fa da Cuba, che preferisce non parlare della sua storia. Una biografia certamente molto travagliata e dolorosa, così come quella di Sandro. “L’arrivo del Santo Padre è una cosa bellissima per tutti”, dice l’uomo, ricordando che nel 2013 ha avuto occasione di pranzare assieme a Francesco e di scambiare qualche parola con lui durante la sua prima visita ad Assisi, quando si fermò presso il centro Caritas diocesano.

I dimenticati del mondo

In queste ore si respira un clima di attesa gioiosa all’interno della struttura caritatevole, che dal 2014 è gestita dai Frati Minori. “In Basilica porteremo il nostro cuore e il nostro entusiasmo”, afferma Eva che aggiunge: “siamo la parte più dimenticata del mondo e ci rincuora sapere che c’è qualcuno che pensa a noi”. Questo appuntamento è senza dubbio fonte di grande speranza per ciascun partecipante. “La speranza – precisa – è la forza per andare avanti e la capacità di guardare al bello dentro di noi nonostante le stanchezze”.Per Eva è la salute l’unica cosa per cui vale la pena occuparsi: “è la fede che mi porta a pensare così”. Tutti noi – aggiunge – abbiamo tanto da apprendere da Papa Francesco: “è lo Spirito Santo che gli ha donato questa marcia in più e dovremmo avere la capacità di fermarci e raccogliere i suoi input”. L’invito è soprattutto di non perdersi d’animo e di credere nell’altro. “Sono arrivata qui come pellegrina, non avevo nulla, mi hanno raccolto per strada vicino alla stazione. A Casa Papa Francesco mi hanno aiutato a rialzarmi e piano piano sto riprendendo a camminare da sola. Questo – conclude – è stato l’unico vero abbraccio che ho ricevuto nella mia vita”.

Ascolta l’intervista a Eva

La famiglia dei frati

E sono tante le difficoltà affrontate da Sandro che ormai da due anni abita presso il centro Papa Francesco. “L’errore più grande che ho fatto è stato quello di abbandonare mia moglie e mio figlio”, confida ripercorrendo le tappe della sua gioventù tra prostituzione, locali notturni e truffe ai danni delle banche. “Qui ho trovato la mia famiglia”, prosegue. “Il consiglio che mi sento di dare ai giovani è di non inseguire i soldi e le ricchezze, perché la felicità significa solo accontentarsi di quello che si ha”.

Ascolta l’intervista a Sandro