Le iniziative del Medagliere della Biblioteca Apostolica Vaticana per il Giubileo 2025 lasciano emergere i significati più autentici del pellegrinaggio nel Medio Evo. Una piccola moneta del ‘400 scelta come protagonista del Giubileo 2025
Il dritto della moneta scelta dalla BAV per il Giubileo 2025
Una moneta che ha percorso poca strada
Il numero delle monete è significativo in termini di reperto ritrovato, ma rappresenta una percentuale davvero piccola di quelle che continuamente venivano lasciate sulla tomba o in prossimità della tomba di san Pietro. Si sa infatti che quotidianamente venivano raccolte dagli addetti alla pulizia della Basilica. Peraltro, da una relazione del cardinale Jacopo Caetani degli Stefaneschi, sappiamo che nel solo Anno Santo del 1300 le monete offerte all’Apostolo e raccolte dal personale equivalsero a 30.000 fiorini. Denari, penny, scellini, rappresentano offerte modeste di scarso valore intrinseco, ad eccezione di un tremisse d’oro della zecca di Lucca depositato, secondo la tradizione, da Carlo Magno durante uno dei suoi viaggi a Roma. Sono in molti casi decisamente rovinate ma è intatta la testimonianza dell’uso diffuso della moneta come offerta devozionale. Un’offerta amorevolmente custodita dal pellegrino nel corso del viaggio per essere donata all’arrivo presso tombe ed altari, in ricordo del proprio luogo d’origine e quale memoria dell’esperienza di cammino vissuta. In questo senso, come sottolinea la dottoressa Giampiccolo, la piccola moneta scelta come “protagonista” del Giubileo che stiamo vivendo essendo stata battuta nella zecca di Roma ha percorso poca strada e può ricordarci che al di là della lunghezza e della fatica del viaggio è la giusta predisposizione d’animo che apre all’esperienza di fede.