La Chiesa soffre e prega per il popolo ucraino

Vatican News

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

“Oggi, 24 febbraio, alle 5.00 del mattino, le forze armate della Federazione Russa hanno lanciato un intenso bombardamento sferrando attacchi missilistici e dinamitardi sui campi d’aviazione di Boryspil, Ozerne, Kulbakino, Chuhuiv, Kramatorsk, Chornobaivka”. A questo tweet, con cui stamani Caritas Ucraina ha confermato l’inizio delle operazioni militari nel Paese dell’est europeo, si aggiungono le parole rivolte al popolo ucraino da sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč della Chiesa greco-cattolica ucraina: la nostra patria, scrive in una lettera indirizzata ai figli e alle figlie della nazione ucraina, è di nuovo in pericolo. In questo momento drammatico, aggiunge sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, la speranza è risposta in Dio. La Chiesa e il mondo delle Caritas esprimono vicinanza al popolo ucraino con messaggi scanditi dalla solidarietà e dalla preghiera. “Stiamo pregando per voi”, scrive Caritas Vietnam. La Caritas Svizzera ha annunciato lo stanziamento di 200 mila franchi svizzeri per fornire aiuti di emergenza. Anche Caritas Austria esorta ad aiutare il popolo ucraino e a non lasciarlo solo. “L’umanità ha perso. La popolazione civile – scrive inoltre Caritas Germania – deve essere protetta, deve essere garantito l’accesso umanitario e la guerra deve finire”. 

Appello per l’Ucraina dai vescovi del Mediterraneo

I vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenze per l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, esprimono in un comunicato preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico in Ucraina, e rinnovano la loro vicinanza alle comunità cristiane del Paese. Accogliendo l’invito di Papa Francesco a vivere il 2 marzo una giornata di digiuno e preghiera per la pace, i presuli fanno appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra! I vescovi del Mediterraneo conoscono bene questo flagello, per questo chiedono a una sola voce la pace.

Tante persone in fuga

La situazione è molto difficile: tante persone vogliono lasciare la città di Odessa. Così, al microfono di Alessandro Guarasci, il direttore di Caritas Spes Ucraina don Vyacheslav Grynevych che aggiunge: siamo pronti a rispondere a questa drammatica situazione e collaboriamo con i nostri partner europei.  

Ascolta la testimonianza di don Vyacheslav Grynevych

Abbiamo bisogno della preghiera

In Ucraina, intanto, la popolazione aspetta e cerca di proteggersi come può. La Chiesa locale affida le proprie speranze alla preghiera. Al microfono di Jean Charles Putzolu padre Radko Vaolodymyr da Lviv:

Ascolta la testimonianza di padre Radko

E’ guerra, sentiamo notizie di bombardamenti di numerosi villaggi e anche di grandi città. Il nostro patriarca, afferma padre Radko Vaolodymyr, ci ha chiamato tutti questa mattina per invitarci alla preghiera. Io mi trovo ancora nella città di Lviv, a circa 60 chilometri dal confine con la Polonia. Posso testimoniare che da alcuni minuti si sentono le sirene. Cerchiamo di non cedere al panico. L’attivazione delle sirene significa che dobbiamo essere prudenti e nasconderci. A mezzanotte, ora ucraina, iniziava lo stato di emergenza, et questa mattina il presidente ha dichiarato lo stato militare, quindi è iniziata una guerra aperta. Abbiamo bisogno della preghiera per aiutarci a non cedere al panico e tenere la calma, nella speranza di riuscire a vincere questo male.

Non ci sentiamo abbandonati

La prima cosa che abbiamo fatto è quella di metterci in ginocchio e di pregare Dio affinché salvi l’Ucraina. È quanto sottolinea al microfono di Fabio Colagrande don Taras Zheplinskyi, capo redattore del Dipartimento di comunicazione della Chiesa greco-cattolica ucraina, aggiungendo che la gente ha paura. A Kiev tante persone vogliono lasciare la capitale. 

Ascolt l’intervistav a Don Taras Zheplinskyi

Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk – ricorda don Taras Zheplinskyi – ha sottolineato oggi in una lettera che la Chiesa rimane accanto al popolo. Le Chiese restano aperte. Chiediamo a tutti di pregare per l’Ucraina, come chiesto anche dal Papa. Quello che succede in Ucraina è un attacco contro i valori della democrazia e la dignità umana. Nonostante la situazione attuale – aggiunge don Taras Zheplinskyi – non ci sentiamo abbandonati.