La Chiesa coreana invita a pubblicare più testi per non vedenti

Vatican News

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Il presidente della Conferenza episcopale cattolica coreana (Cbck), monsignor Mathias Lee Yonghoon, ha lanciato un appello perché in tutte le diocesi si pubblichino più Bibbie in braille e ha inoltre chiesto che vengano designati dei sacerdoti per le esigenze specifiche delle persone non vedenti e ipovedenti. Lo riferisce Ucanews. Padre Kim Yong-tae, responsabile della Missione cattolica coreana per i ciechi, spiega che i libri in braille sono molto richiesti in diverse diocesi; nella Corea del Sud, secondo l’Unione mondiale dei ciechi, i non vedenti e ipovedenti sono circa 250mila, su una popolazione di 32 milioni di persone, e nel 2018, nel Paese, sono stati censiti 13 istituti educativi specializzati.

L’impegno della Chiesa per i non vedenti

Nel 1973 l’Associazione degli Studenti Cattolici Coreani, insieme alla Scuola Nazionale per Ciechi di Seoul, ha pubblicato il Catechismo della Chiesa Cattolica per non vedenti, mentre la Missione cattolica coreana per i ciechi è stata fondata nel 1979. Dal 2006, la Conferenza episcopale coreana ha sponsorizzato la pubblicazione in braille di Bibbie, libri di preghiere e testi di canti. Padre Kim Yong-tae, dichiara che la Missione cattolica coreana per i ciechi riceve sempre più richieste, ma aggiunge che sono diverse le sfide da affrontare. Ad esempio, le persone diventate ipovedenti in seguito ad un incidente, sono più interessate a contenuti audio che a libri in braille. “Ciò significherebbe che, nonostante i nostri sforzi per pubblicare libri in braille per non vedenti – aggiunge il sacerdote – questi potrebbero non avere molto futuro”. Per padre Kim è necessario pubblicare più contenuti sia in braille che in audio.

I problemi causati dalla pandemia

Ultimamente la pandemia ha ritardato la pubblicazione e la distribuzione di libri in braille per uso parrocchiale e, oltre all’interruzione dei canti durante le celebrazioni a causa del Covid-19, alcuni fedeli hanno segnalato il rischio di contagi per contatti con contenuti braille. Dominique Lee In-hak, della Missione cattolica coreana per i ciechi, rileva che la Chiesa locale ha bisogno di pubblicare più libri religiosi in braille, e non solo Bibbie e testi liturgici. “Ci sono molte persone che aspettano che questi libri vengano pubblicati e hanno bisogno di aiuto più che mai” afferma.

La realtà dei portatori di handicap nel Paese

Lo scorso anno la società sudcoreana SK C&C ha collaborato con la start-up Lion Rocket, che ha sviluppato una tecnologia di sintesi vocale basata su un sistema di intelligenza artificiale. A fianco dell’Istituto nazionale di ricerca sul patrimonio culturale, le due imprese hanno collaborato per produrre vari contenuti, inclusi audiolibri, utilizzando le voci di due comici coreani, l’attore Lee Byung-hun e l’attrice Han Ji-min. Ma per l’Unione mondiale dei ciechi, sebbene la Corea del Sud sia una grande potenza economica, sia i disabili che i non vedenti incontrano ancora problemi nell’accesso all’istruzione e all’occupazione.